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  • 'Rangnick è da Milan': parola di Petralito

    'Rangnick è da Milan': parola di Petralito

    L'agente Giacomo Petralito ha dichiarato in un'intervista a Tuttosport: "Rangnick è un allenatore estremamente moderno che però affonda le sue radici in Lobanovski e Sacchi, che sono le sue principali fonti di ispirazione. La sua filosofia di gioco è molto offensiva, ma non è certo un tecnico che trascura la fase difensiva. Punta moltissimo sulla velocità nello sviluppo dell'azione e crede nel pressing alto, ma non è un dogmatico, uno che si lega a un unico modo di giocare. Anche perché è un aziendalista, cerca di capire quali sono i progetti della società e vi si allinea". 
     
    "Un nuovo Klopp? Credo sia sbagliato assimilarlo a Klopp, anche se è inevitabile visto che sono tedeschi tutti e due. Ma credo che il calcio tedesco ultimamente abbia prodotto molti buoni allenatori, non solo Klopp. E poi Rangnick è un allenatore di ispirazione internazionale non solo tedesca". 
     
    "Qual è la sua migliore qualità? Dovreste chiederlo a Dietmar Hopp o a Dieter Mateschitz. Il primo è il fondatore della Sap Computer, uno degli uomini più ricchi della Germania e presidente dell'Hoffenheim. E' stato rapito dalle qualità di Rangnick che ha preso la sua squadra in quella che sarebbe una specie di C2 e l'ha portata alla Champions League, facendo realizzare anche fior di plusvalenze. Mateschitz lo conoscete tutti come il signor RedBull e ha scelto Rangnick per il Lipsia, che ha portato dalla terza serie tedesca alla Champions. Se due imprenditori di caratura mondiale si sono fidati di lui, credo che sia un bel biglietto da visita per Rangnick. Tant'è che non mi stupisce sentire che Paul Singer si interessa di lui: è un altro grande uomo d'affari". 
     
    "Il calcio italiano dovrebbe aprirsi di più, ma è un'altra storia. Io credo che uno come Rangnick non avrebbe difficoltà ad ambientarsi. Conosce il nostro calcio, è cresciuto quando le nostre squadre dominavano l'Europa. Il problema della lingua? Le squadre sono multinazionali, gli spogliatoi sembrano assemblee dell'Onu e stiamo ancora a parlare della lingua". 
     
    "Allenatore-manager? In passato gli è capitato di gestire il budget di mercato, perché il rapporto con la proprietà e la presidenza era tale che otteneva totale fiducia, ma lui ha sempre lavorato a stretto contatto con un direttore sportivo, non è certo un allenatore che va a fare mercato. Certo, conosce molto bene i giocatori e può essere prezioso nel dare consigli in società. E poi è uno che valorizza i giocatori". 
     
    "Da quando sono andati via Galliani e Berlusconi sono stati investiti tanti soldi e non tutti nel modo più appropriato. Ora il Milan deve rinascere e serve un progetto che possa veramente puntare sui giovani più talentuosi per riaprire un ciclo". 

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