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  • Reggina, perquisizioni in sede: ecco cos'è successo

    Reggina, perquisizioni in sede: ecco cos'è successo

    • Redazione CM
    Mattinata turbolenta in casa Reggina. Il club calabrese avrebbe ricevuto da una società sotto inchiesta a Bari un credito fiscale - ritenuto fittizio - di oltre 703.000 euro che avrebbe utilizzato, nell’aprile 2022, per compensare debiti tributari e previdenziali relativi ai periodi dal 2016 al 2020. È questa la tesi dei pm baresi che hanno inviato la Guardia di Finanza di Bari a perquisire le sedi del club calabrese. Anche la Covisoc, la Commissione di vigilanza sulle società di calcio della Figc è stata informata. 

    L'INDAGINE - Come spiegato dalla Gazzetta dello Sport, l’indagine riguarda un’inchiesta barese nella quale si ipotizzano i reati di riciclaggio e impiego di beni di provenienza illecita, motivo per cui la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro preventivo d’urgenza le disponibilità finanziarie di una società di prodotti elettromedicali di Lecce e, per equivalente, i beni del suo rappresentante legale. Il valore del sequestro è di circa 2,3 milioni. Le indagini riguardano un presunto circuito illegale di compensazione di crediti d’imposta inesistenti che graviterebbe intorno alla figura di un imprenditore barese attivo nel settore edile (destinatario, il 9 giugno scorso, di un sequestro di beni e di crediti di imposta per un valore di oltre 140 milioni). L’ex moglie dell’imprenditore avrebbe - stando alle indagini - ricevuto denaro proveniente dalla monetizzazione di parte dei crediti inesistenti, impiegando i soldi nella sua società di Lecce. Secondo gli accertamenti, una parte dei crediti fittizi sarebbe finita alla Reggina.

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