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  • Ricci formato Nazionale e i miracoli di Zoet: al Picco succede di tutto, uno Spezia spavaldo inguaia il Cagliari

    Ricci formato Nazionale e i miracoli di Zoet: al Picco succede di tutto, uno Spezia spavaldo inguaia il Cagliari

    • Renzo Parodi
      Renzo Parodi
    Calcio, sei infinitamente bello. "Un Dio che atterra e suscita, che affanna e che consola": mi si passi l’augusta e impropria, in questa sede, citazione da Alessandro Manzoni. Oggi non è il Cinque Maggio, fortunatamente fra Spezia e Cagliari non c’è alcuna morte da piangere ma insomma lo spettacolo del Picco, per pathos, incertezza, colpi di scena, illusioni e delusioni, delizie e crudeltà è risultato una pièce di rara drammaticità. Lo spettacolo paradigmatico dell’inarrivabile fascino del pallone che rotola. Un genietto capriccioso, il calcio, che premia e castiga secondo insondabili destini e volontà superiori. 

    La vince alla fine lo Spezia, in virtù dei gol segnati da Piccoli e Maggiore. La rincorsa del Cagliari, veemente e persino commovente, era cominciata troppo tardi, grazie ai cambi effettuati al 24’ del secondo tempo da Semplici: Simeone per Pavoletti e Pereiro per Lykogiannis. Lo Spezia conduceva già per 1-0 (gol di testa di Piccoli in avvio di ripresa) e subito dopo gli ingressi dei due uomini freschi del Cagliari aveva traballato e rischiato di subite il pari: due palle gol grosse come case sprecate dai nuovi entrati, un miracolo un po’causale di Zoet su Pereriro, parata con la gamba sinistra sul tiro a botta sicura dell’uruguaiano, e il colossale errore di Simeone (palla sparata in curva) a porta praticamente sguarnita. Lo Spezia aveva pescato poco dopo lo scampato pericolo il jolly grazie al gol di Maggiore, un bizzarro destro al volo con il pallone svirgolato di netto eppure finito ugualmente in rete. 

    Estremo paradosso, una volta sotto di due gol per il Cagliari dal buio della notte era sorta all’improvviso l’aurora. Gettandosi disperatamente in attacco a pieno organico (Godin faceva il centravanti aggiunto) in un finale lirico, il Cagliari è riuscito a dimezzare lo svantaggio con Pereiro, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, a sfiorare il pareggio con Nandez, fermato alla disperata da una paratona del solito Zoet, a sfondare ancora con Nandez, partito tuttavia in evidente posizione di fuorigioco rilevata dall’assistente Del Giovine. Al terzo dei quattro minuti di recupero concessi dall’eccellente arbitro Mariani (direzione pulita e precisa), la squadra di Semplici aveva colto il fiore che non era riuscita fino ad allora a strappare da prato del Picco: Joao Pedro, spuntando furtivo sul palo lontano sottomisura alla porta di Zoet, aveva bruciato Bastoni, appoggiando nel sacco il pallone servitogli da Simeone. Festa grande sulla panchina sarda, senonché il Var (Valeri e Valeriani) ha richiamato l’attenzione di Mariani: aveva colto la posizione irregolare di Simeone e anche di Cerri, pure lui attivo nell’azione, e dunque gol del pareggio annullato. Disperazione fra i cagliaritani, esultanza nello Spezia che con questa preziosissima vittoria fa un balzo notevole in classifica assestandosi a 29 punti. Tempi sempre più duri viceversa per il Cagliari che resta terz’ultimo, in attesa delle gare di domenica. Si annuncia un finale di campionato al calor bianco nei bassifondi.

    Visto in retrospettiva, il match - pur nei suoi imprevedibili e bizzarri sviluppi - ha premiato la squadra che ha creduto di più nella vittoria, l’ha cercata con maggiore convinzione e ha sbagliato di meno. Primo quarto d’ora fiammeggiante del Cagliari, subito padrone del match: Joao Pedro traduce in pericoli per la porta spezzina altrettante azioni razzenti e per due volte Zoet gli ributta in gola l’urlo del gol, la terza ed ultima il pallone fila via quasi accarezzando il palo lungo. Lo Spezia impiega un po’ a ritrovarsi, ma quando ci riesce si accende alla sua maniera: pressing altissimo, tocchi aggiranti di prima, se avesse un centravanti scafato – N’Zola è in panchina a corto di fiato e subentrerà nel finale festeggiando la prima convocazione nella nazionale dell’Angola – la squadra di Italiano diventerebbe una seria minaccia per il Cagliari. Intendiamoci, il giovane Piccoli fa il suo mestiere, battendosi con coraggio contro le astuzie e le maniere forti del volpone Godin e riesce infine a piazzare il colpo decisivo, una bella rete segnata di testa su cross di Gyasi. Le occasioni da gol per un’ora però latitano e salteranno fuori, in contropiede, solo quando il Cagliari concederà campo riversandosi in avanti alla ricerca della rimonta.

    Semplici l’ha rimodellato su solide basi. Nainggolan a spaziare fra centrocampo e attacco, Lykogiannis, Duncan, Marin e Nandez a fare cerniera mobile sui 180 gradi della linea mediana, Godin perno difensivo a uomo sull’aitante centravanti Piccoli (scuola Atalanta) con Rugani e Klavan ai lati a prendersi cura l’uno di Gyasi e l’altro di Farias. Lo Spezia gioca il solito spavaldo 4-3-3, con Erlic e Ismajli appiccicati a Pavoletti e Joao Pedro, Ferrer e Marchizza larghi sulle fasce, il playmaker Matteo Ricci, fresco di convocazione nella nazionale di Mancini, a dettare i tempi agendo davanti alla linea arretrata, Pobega e Maggiore incursori centrali Gyasi, Piccoli e Farias, comandati ad affondare nell’area di rigore sarda.

    Bel primo tempo, a conti fatti, giocato a ritmi altissimi, con frequenti capovolgimenti di fronte e tuttavia con scarse occasioni da gol. Salvo la fiammata iniziale in attacco da parte del Cagliari, nessuna palla-gol pulita costruita di qua e neppure di là, eppure la sensazione di dover rendere merito a due squadre che tentano di giocare al calcio e di superarsi senza ricorrere a troppi tatticismi. Nella ripresa squadra più lunghe e Spezia spavaldo. Maggiore, un altro centrocampista che Mancini farebbe bene a tenere d’occhio, sale in cattedra, Ricci festeggia la convocazione azzurra muovendosi con sagacia tattica e personalità, il Cagliari per 25’ sbatte le ali senza sollevarsi dall’erba, fatica ad uscire, si rifugia in lanci lunghi sulle punte ben marcate che non trovano spazi per far male a Zoet. Poi, dopo i due cambi citati, il match si impenna e si accende con quel po’ po’ di Piedigrotta di palle-gol per il Cagliari che ho già descritto. Acampora, subentrato a Maggiore sul 2-1 fallisce per centimetri il contropiede che avrebbe sigillato il match a favore dello Spezia, risparmiando ai suoi i brividi patiti nel finale. Farias, all’ultimo secondo dei quattro minuti di recupero, consente a Cragno la parata più difficile della partita. Tanto spettacolare il gesto del portiere del Cagliari, quanto pleonastico ai fini del risultato. E così sia.

    :(actionzone)
    IL TABELLINO

    Spezia-Cagliari 2-1 (primo tempo 0-0)

    Marcatori:
    5' s.t Piccoli (S), 35' s.t Maggiore (S), 37' s.t Pereiro (C)

    Assist: 5' s.t Gyasi (S), 35' s.t Bastoni (S), 37 s.t Rugani (C)

    Spezia (4-3-3): Zoet; Ferrer, Ismajili, Erlic (36' s.t Terzi), Marchizza (1' s.t Bastoni); Pobega (10' s.t Sena), Ricci, Maggiore (36' s.t Acampora); Farias, Piccoli (23' s.t Nzola), Gyasi. All. Italiano

    Cagliari (3-5-2): Cragno; Rugani, Godin, Klavan (36' s.t Tripaldelli); Lykogiannis (24' Pereiro), Marin, Duncan (36' s.t Cerri), Nainggolan, Nandez; Joao Pedro, Pavoletti (24' s.t Simeone). All. Semplici

    Arbitro: Maurizio Mariani di Aprilia

    Ammoniti: 43' p.t Nainggolan (C), 45' +2 p.t Joao Pedro (C), 27' s.t Farias (S), 27' s.t Italiano (S)


     

     

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