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  • Rizzitelli:| 'Roma, attenta al Cesena'

    Rizzitelli:| 'Roma, attenta al Cesena'

    Il Cesena, prossimo avversario della Roma in campionato, torna in A dopo quasi 20 anni. Ruggiero Rizzitelli, ex di entrambe le squadre, racconta pregi e difetti della squadra romagnola.

    Roma-Cesena, che partita sarà?

    "Quando una neopromossa esordisce in un palcoscenico così importante come l'Olimpico, contro una grande come la Roma, la partita diventa imprevedibile, una specie di trappola. L'emozione, può tagliarti le gambe, ma al tempo stesso l'entusiasmo può farti fare la partita della vita. Per il resto il Cesena è una squadra che ha cambiato molto, ma così com'è, a mio avviso, farà fatica a salvarsi"

    Chi, tra gli uomini di Ficcadenti, potrà creare qualche difficoltà alla Roma?

    "Giaccherini e Schelotto sono due buoni giocatori, soprattutto il primo, è un brevilineo ed è già abbastanza in forma. Manca però un attaccante che la butti dentro, hanno preso Bogdani che non è mai stato un bomber"

    Ti è piaciuta la Roma in Supercoppa, risultato a parte?

    "Molto, per più di un'ora è stata una bella Roma. Poi è venuta meno la lucidità, è uscito Pizarro e tutti hanno visto quanto è importante il cileno in questa squadra. Non è stata cinica sotto rete e purtroppo questa non è una novità per i giallorossi. Se poi commetti qualche errore in difesa è quasi matematico che una squadra come l'Inter non ti perdoni"

    Cosa manca per completare la rosa?

    "Un nome su tutti: Burdisso. L'argentino tecnicamente è inferiore sia a Juan che a Mexes ma compensa con la testa. Dove per testa si intende concentrazione e carisma da leader. E' uno che parla con i compagni e ha la capacità di guidare tutta la linea difensiva. Tra i tre mi permetto di dire che è il difensore più importante per Ranieri"

    Quando arrivasti a Roma, nel 1988, ti soprannominarono "Mister 10 miliardi": quanto pesò quell'etichetta nei tuoi primi anni nella Capitale?

    "Tantissimo. Anche perché quei 10 miliardi di lire non me li ero messi mica in tasca io... Battute a parte, i tifosi si aspettavano di vedere subito un campione già pronto a fare la differenza, invece ero un ragazzino di appena 19 anni che ancora doveva crescere. Subii le critiche, ma mi aiutarono a crescere. Negli anni successivi l'esperienza a Roma fu fantastica".

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