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  • Rogo Thyssenkrupp, concessa la semilibertà ai due manager tedeschi condannati per la morte dei sette operai

    Rogo Thyssenkrupp, concessa la semilibertà ai due manager tedeschi condannati per la morte dei sette operai

    • Davide Fantozzi
    Espenhahn e Priegnitz, rispettivamente amministratore delegato e dirigente della Thyssen Harald Espenhahn, condannati a cinque anni per l’incendio alla Thyssenkrupp di Torino che nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 tolse la vita a sette operai (Antonio Schiavone morì sul colpo, in seguito si aggiunsero per la gravità delle ustioni Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe De Masi) non sconteranno l’intera pena in carcere.

    I due, processati in Germania alla corte del Tribunale di Essen, hanno richiesto e ottenuto la semilibertà. Questo emerge da Radio Colonia per voce del procuratore generale Milk. Più precisamente pare che i due sconteranno sì i cinque anni in un penitenziario, ma avranno la possibilità di lasciarlo ogni giorno per andare a lavorare, facendo ritorno alle proprie celle la sera.

    Quasi 13 anni fa, all’interno dell’acciaieria torinese di proprietà della Thyssen, scoppiò un tubo dal quale cominciò rapidamente a fuoriuscire olio bollente. Secondo le parole di Antonio Boccuzzi, unico superstite dell’orrore consumatosi, gli estintori presenti erano scarichi e non fu possibile estinguere in fretta le fiamme.

    Il mancato spegnimento tempestivo portò alla rapida espansione del rogo in uno dei più drammatici incidenti sul posto di lavoro nella storia dell’Italia recente.
    Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz furono identificati come i responsabili dei disinvestimenti sulla sicurezza. Poiché l'impianto sembrava in procinto di essere dismesso, i due dirigenti avrebbero deciso di sorvolare sulla sicurezza degli operai. Questo ha portato, purtroppo, a numerose morti e ad un processo che si è trascinato fino ai giorni nostri.

    La pena, o presunta tale, dei due dovrebbe cominciare entro un mese.

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