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  • Totti, 25 anni fa l'esordio: la storia della Roma, con un po' di malinconia

    Totti, 25 anni fa l'esordio: la storia della Roma, con un po' di malinconia

    • Francesco Balzani
    Ore 17.42 del 28 marzo 1993. È passata una vita, sono passati 25 anni. Niente Nozze d’Argento perché il “maledetto tempo” ha obbligato uno dei più grandi calciatori della storia ad appendere gli scarpini al chiodo e a far piangere un’intera città. Forse tutto il mondo sportivo. Quella data, quell’orario coincidono con l’esordio in Serie A di Francesco Totti che per la prima volta assisterà in giacca e cravatta all’anniversario che tanto amava. Si gioca a Brescia e a gara vinta, minuto 87, Sinisa Mihajlovic fa la cosa migliore di una giornata che pure aveva condito con un gol e un assist (per Caniggia). Si gira verso la panchina e a Boskov suggerisce: “Fai entrare il ragazzino”. A 16 anni, 6 mesi e un giorno iniziava la Storia della Roma, o almeno uno dei capitoli più importanti di quella storia. La prima presenza della storia d’amore più bella del calcio moderno. Era l’inizio degli anni ’90, c’era ancora la Lira, c’era la Dc, non esisteva il Web né l’Unione Europea. E a malapena si usavano i cellulari. Da allora sono passati tre Papi e quattro Presidenti della Repubblica. Insomma una vita fa, una vita insieme. Un quarto di secolo indimenticabile. 

    L’EVOLUZIONE - Era poco più che bambino. Sfrontato, per qualcuno pure un po’ coatto tanto che lo chiamarono Pupone. In quella stagione Totti giocò solo due partite. L’anno successivo arrivò a otto, ma fu nella stagione ’94-’95 che il suo talento esplose del tutto. Mazzone capì subito di che pasta era fatto Totti e lo impiegò spesso titolare. Il primo gol arrivò contro il Foggia, ne seguirono altri sette in 25 partite. Di Totti si cominciava a parlare ovunque. Era una Roma operaia, di cuore. Era la prima Roma di Franco Sensi. C’erano Balbo, Fonseca e Aldair. Il suo idolo però era Giannini che lo prese sotto la sua ala protettrice. Sarà con Zeman, però, che Totti diventerà capitano e anima della squadra. Nel ’97-’98 il boemo lo sposta nel tridente e Francesco realizza 13 gol. Da trequartista a esterno d’attacco a prima punta. Non c’era ruolo d’attacco che non si adattasse alle sue immense qualità. Ci vorrà Capello per la maturazione completa. Nel 2001 Totti coronò il sogno della vita vincendo da protagonista il terzo scudetto. “Il 17 giugno è la data più bella della mia vita dopo i giorni della nascita dei miei figli”, dice il capitano di continuo. Poi arriveranno delusioni (i secondi posti dietro Milan e Inter), qualche brutto episodio (come lo sputo a Poulsen), il gol a Madrid, le Coppe Italia e addirittura la Scarpa d’Oro. Era il 2007 e Francesco chiuderà la stagione con 26 gol. Un anno magico che vede pure la conquista del Mondiale nella Nazionale di Lippi che lo aveva aspettato dopo il grave infortunio alla caviglia. Una terza vita che gli permetterà con Spalletti di varcare i confini italiani. È un Totti più saggio, che sa amministrare un’età che comincia a pesare. Con Ranieri sfiora davvero il secondo scudetto, poi arrivano gli americani e la vita si farà un po’ più dura. Con Zeman e Garcia sarà ancora decisivo, poi arriva Spalletti con il quale le ruggini non sono affatto passate. Nasce l’ultimo capitolo della storia di Totti con la Roma, ed è un brutto racconto fatto di frecciate, veleni, spaccature e addirittura l’esclusione dalla rosa. Il peggior modo di accompagnare Francesco verso un’uscita inevitabile

    I NUMERI - Quella di Francesco Totti è una carriera costellata di record, raggiunti a tutte le età e a tutte le latitudini, con una costante: li ha ottenuti tutti indossando una sola maglia, quella della Roma. Da quel 28 marzo sono state 785 le presenze complessive, di cui 619 nel massimo campionato. Meglio di lui hanno fatto solo Paolo Maldini e Gigi Buffon. I gol sono 307 in totale, di cui 250 in Serie A: secondo nella classifica "all time" alle spalle di Silvio Piola (274) che però li ha realizzati con diverse squadre. La prima rete è datata 4 settembre 1994, all’Olimpico contro il Foggia. Con 25 stagioni consecutive in Serie A, Totti è il calciatore che ne ha disputate di più insieme ancora con Maldini: in 23 di queste è andato a segno, e nessuno ci è mai riuscito. È l’unico, Totti, nella storia del campionato italiano, ad essere andato in doppia cifra con la stessa maglia per nove tornei consecutivi, dodici in totale (altro record). A proposito di gol: la sua vittima preferita è il Parma, a cui ha segnato 19 volte, poi ci sono Sampdoria (15), Cagliari e Udinese (14). In Serie A ha realizzato 46 doppiette (e quattro triplette in carriera), nessuno ha fatto meglio: nella gara col Torino del 20 aprile 2016 è stato, a 39 anni e 7 mesi, il calciatore più anziano del massimo campionato a segnare due reti. Il capitano giallorosso ne ha realizzate sei anche nelle coppe europee, dove detiene un altro record: nel novembre del 2014, segnando al Cska Mosca, è diventato (a 38 anni e 59 giorni) il più anziano marcatore nella storia della Champions League. Con gli 11 gol realizzati contro la Lazio, invece, Francesco è il migliore marcatore della storia dei derby insieme al brasiliano Dino Da Costa. Contro i biancocelesti ha giocato 44 volte in carriera: 37 in Serie A e sette nelle coppe. La Lazio è l’avversaria che ha affrontato più volte in campionato al pari del Milan.  Da non trascurare nemmeno i numeri in Nazionale, o meglio i successi: medaglia d’argento ad Euro 2000 (dove in caso di vittoria sarebbe stato il principale candidato al Pallone d’Oro) poi la conquista della Coppa del Mondo del 2006 arrivata dopo un calvario infinito. 

    IL PRESENTE - Oggi Totti guarderà a questo anniversario, a questi numeri con un filo di malinconia. Francesco, infatti, su quel prato non corre più se non con qualche amico in tornei di calcetto o nelle amichevoli di beneficienza. Totti ha dovuto smettere. L’età lo consigliava, Pallotta glielo ha imposto. Oggi l’ex capitano è un dirigente della squadra che ha sempre amato. Ha accettato di restare a Trigoria nonostante le milionarie offerte cinesi ed arabe, nonostante la corte di Uefa e Figc. Senza nomina per ora, perché nel primo anno vuole capire che ruolo effettivo può avere, per imparare. Il suo desiderio è diventare il Di Vaio della Roma, e quindi un direttore sportivo sul campo. Un club manager. Cercherà di capire cosa vuole fare da grande, poi in estate valuterà se continuare o cambiare strada. Nelle ultime settimane, dopo un inizio in sordina, ha preso parola. Si è fatto vedere, ha parlato ai microfoni. Da dirigente, anche se difficilmente non riesce a tornare sul campo. Al 28 maggio scorso, a quelle lacrime. Passerà, tutto passa. Non passa la storia e oggi, 25 anni dopo, a Roma si festeggia ancora quella data che ha visto nascere l’astro più luminoso della storia del club giallorosso. Con Totti la Roma ha vinto uno scudetto, due Coppe Italia, due Supercoppe e sfiorato più volte la conquista di un altro tricolore. L’avrebbe meritato Totti.  E noi, guardando la Nazionale, oggi ci chiediamo: "Where is Totti?". Dove sono finiti i campioni? 

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