Roma, ecco i motivi della rottura con la Nike
SOLDI - Nel 2014 Pallotta firmò un contratto decennale che prevedeva il riconoscimento di un compenso fisso annuale di 4 milioni (che da questa stagione era salito a 4,1 milioni) più bonus, oltre a circa un milione ulteriore di ricavi per quanto riguarda la fornitura di prodotti. Troppo poco (e con una durata troppo lunga) per la Roma e per lo stesso Pallotta, che tre anni fa già ne parlava così: “Noi dobbiamo fare andare meglio le cose con la Nike, se devo essere onesto. Non sono assolutamente soddisfatto del nostro accordo”.
DISTRIBUZIONE - Ma quella sul contratto non è stata l’unica lamentela di James Pallotta nei confronti di Nike. Era il giugno 2015 e il presidente americano ne parlava così: “L’accordo con loro ci garantirà notevoli incassi nel corso del tempo. Ma non siamo contentissimi della loro produzione, fondamentalmente devono darsi una mossa perché abbiamo una grossa domanda a livello mondiale e sta a loro aumentare la distribuzione: non farà loro piacere sentire queste parole producono bellissimi kit ma ora bisogna venderli”. E qualche difficoltà i tifosi l’avevano notata anche in occasione dell’uscita ufficiale della terza maglia blu, che per giorni è stata introvabile in alcuni dei Roma Store della capitale a causa di problematiche nella distribuzione della stessa Nike, facendo arrabbiare i titolari. A Calvo adesso il compito di trovare un’alternativa più ricca e soddisfacente per le casse del club.