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  • Borussia Monchengladbach-Roma, le pagelle di CM: Fazio fa e disfa. Dzeko esausto
Borussia Monchengladbach-Roma, le pagelle di CM: Fazio fa e disfa. Dzeko esausto

Borussia Monchengladbach-Roma, le pagelle di CM: Fazio fa e disfa. Dzeko esausto

  • Francesco Balzani
Borussia Mgb -Roma 2-1

Pau Lopez 6: Esce di casa senza troppa convinzione. Un primo brivido dopo 10’, ma il fendente di Stindl finisce a lato.  Poi quello di Zakaria dà quasi l’effetto del gol. Ma la vera paura arriva quando liscia un pallone di piede rischiando un clamoroso autogol. Presa plastica dopo mezz’ora che cancella un errore di Pastore, nulla può su quello madornale di Fazio. Nella ripresa facili interventi. 

Santon 5,5: Merita un 10 per come non si è abbattuto riprendendosi il posto di vice terzino su entrambe le fasce dopo un’estate passata da quasi esodato. Difficilmente però va oltre al 6 di stima. Stasera alterna tentativi di offesa con vuoti difensivi come quello che porta Thuram a mettere in mezzo il pallone del vantaggio. Nella ripresa sbaglia il minimo e cresce tantissimo pure in fase di ripiegamento quando va a sporcare il bucato tedesco. Non basta e il cross decisivo arriva proprio da lì. 

Smalling 6: Il difensore inglese più forte della storia della serie A (trovatene un altro) ha un fallo di “faccia” da vendicare, ma ha pure da badare al forte pressing degli attaccanti tedeschi. Al 23’ taglia i movimenti di Lendl e Thuram con una chiusura alla Rio Ferdinand. Sbatte la porta Chris, e nessuno si azzarda a bussare più. Di testa sono tutte sue, tranne l’ultima che però non era di sua competenza. 

Fazio 5,5: Un autogol clamoroso, quasi grottesco. E nel finale partecipa alla dormita decisiva. Al 35’ mette il piedone su cross basso di Thuram, ma alle sue spalle non ci sono avversari. Solo chi riconosce l’errore però sa farsi perdonare. Lo fa nella ripresa rimettendo proprio il piede su un cross teso di Kolarov. Il modo più bello per riscattarsi. Non con le parole, ma coi fatti. Aveva rischiato tantissimo nei primi 10 minuti a causa del pressing tedesco. Thuram lo ha puntato spesso cercando di far valere le doti di velocità e istinto. Il Comandante è chiamato a restare stretto, a non sbagliare una mossa. Lo ha fatto quando tutto sembrava tranquillo. Ripete qualche bug per tutta la partita, e nel finale si riaddormenta. 

Kolarov 5,5: Con eleganza e con esperienza prova a sopperire ad evidenti limiti di stanchezza. Lo stakanovista serbo soffre la velocità delle punte di Rose, ma mantiene la fascia quasi intatta.  Anche lui però pecca di tanti, troppi errori in fase di impostazione. Sulle seconde palle arriva costantemente in ritardo. Anche lui, come Fazio, si fa perdonare quando mette sul piede dell’argentino il pallone del pari. Un assist che lo salva da insufficienza certa. 

Mancini 5,5: Il centrocampo del Borussia è stretto e corto, ma Gianluca sa nuotare nelle acque dense e corre spesso sulla linea difensiva a sbrogliare qualche prevedibile problema di intasamento. Concede qualche errore di appoggio causa pressing asfissiante degli avversari. Prende il solito giallo, nella ripresa si schiaccia meno ma accusa pure una stanchezza fisiologica. Una nottata no dopo un mese in prima pagina. (14’st Diawara 7: torna prima del previsto ed entra con i tempi più che giusti in partita. Il regista ritrovato fa respirare il reparto e rimette in riga Zakaria e Ginter)

Zaniolo 6: Nel primo tempo affina l’intesa con Kluivert e Dzeko e cerca il quinto gol consecutivo con un colpo di testa da bomber consumato. Poca roba, ma è pure poca la verve offensiva della Roma. Si accentra eccessivamente cercando poco il movimento esterno e finendo per sbattere sulla difesa verde. Nella ripresa cambia registro e sulla fascia diventa di una prepotenza imprendibile solo a tratti. (31’st Under 6: sbaglia un controllo banale e incide poco nel complesso, ma si prende un fallo benedetto sul finale)

Veretout 6,5: L’Highlander della Loira si spinge a cavalcare fino alla valle del Reno dove confinano Germania e Olanda. Il francese cerca di prendersi il centrocampo ma incontra sul suo cammino un certo Zakaria che prova a buttarlo giù da cavallo con forza. Ne nasce un confronto accesso, asciutto. E’ uno dei pochi che prova a cambiare il ritmo di una partita vissuta quasi costantemente sotto botta degli avversari. Nella ripresa è una forza della natura. Strappi impressionanti. 

Pastore 6: Sei di fila, forse pure lui è stupito. Nella prima mezz’ora è meno brillante rispetto agli ultimi tre saggi di danza moderna. Anzi sembra ballare un liscio come fatto qualche settimana fa col Wolfsberger se si esclude un colpo di tacco al 23’ che per poco non manda in porta Zaniolo. Poi arriva un brutto errore davanti alla difesa che porta al tiro Stindl. Al 30’ cambia disco e infila un tango in area tedesca che per poco non sbarella pure Sommer. Nella ripresa impegna seriamente il portiere svizzero con un tiro da poca rincorsa. (35’st Perotti 5,5: poco coraggio e tanto nervosismo)

Kluivert 5,5: La Super Justin velocità fa male nel profondo della difesa tedesca, ma oggi è l’unico potere che l’olandese prova a tirar fuori. Troppo morbido, troppo distratto. Alla mezz’ora perde un pallone ingenuo che innesca un contropiede temibile del Borussia.  Più aggressivo e sveglio nella ripresa anche se pattina e sbanda su un contropiede in volata al 67’.  

Dzeko 5: Imprescindibile, e finalmente libero dal marchio della maschera. Edin l’onnipresente va subito a recuperare un pallone sulla mediana, poi gioca di sponda come un campione di biliardo. In fase di puro pericolo è quasi nullo nel primo tempo, nel senso che non prova mai il tiro in porta.  Nella ripresa ci prova subito ma con poca forza e ignorando Kluivert libero. Leader, ma non brillante. Non oggi. 

Fonseca 6: Reduce da un tris (quasi poker non fosse stato per Collum) di vittorie il portoghese nel primo tempo paga il dazio di un tour de force asfissiante affrontato praticamente solo con 15-16 giocatori. Il Borussia pressa alto, e fa valere una forma fisica migliore. Nella ripresa la sua Roma tira fuori le unghie anche grazie ai consigli del tecnico. Una botta di gran personalità e il cambio Diawara che arriva al momento giusto. All’ultimo respiro la nuova beffa. Onestamente immeritata. 

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