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  • Roma, Pallotta esoneri se stesso

    Roma, Pallotta esoneri se stesso

    • Stefano Agresti
    L’immagine della Roma è Mauro Baldissoni, l’avvocato inventatosi direttore generale, il trait d’union Italia-Stati Uniti, che osserva con le mani sul volto gli ultimi assalti del Milan e sembra quasi implorare che non arrivi la sconfitta: sarebbe stata davvero troppo, per di più contro un’avversaria allo sbando come la squadra di Mihajlovic. Ma non basta, non può bastare un pareggio strappato con i denti a frenare i fischi dei tifosi. E non basta nemmeno a placare la rabbia di Pallotta, il presidente. Il quale, però, dovrebbe essere infuriato innanzitutto con se stesso.
     
    Alla fine Pallotta magari licenzierà davvero Garcia, che indubbiamente ha più di una responsabilità negli insuccessi della Roma. Ma a vedere ieri i giallorossi, il tecnico continua a essere anche vittima di una società che ha sbagliato tutto. A cominciare dal preparatore atletico, che il presidente ha voluto scegliere e imporre in estate, delegittimando peraltro l’allenatore agli occhi della squadra e del mondo. Ebbene, uno dei problemi principali della Roma a noi sembra proprio la condizione atletica: la squadra è sulle gambe, manca di brillantezza, soprattutto non ha resistenza e non tiene alla distanza, tanto che nelle prime due partite dell’anno si è fatta rimontare quattro gol (tre dal Chievo, da 0-2 a 2-2 e da 2-3 a 3-3, e uno appunto dal Milan). Colpa dell’allenatore? No, dai.
     
    Fondamentale, poi, la composizione della rosa, che il ds Sabatini - ipse dixit - ha creato in totale autonomia, ascoltando magari il tecnico però decidendo di propria iniziativa. Ed è una rosa costruita male, al di là del valore dei calciatori: mancano chiaramente un terzino destro (Florenzi è adattato, Maicon non è in grado di giocare con continuità, Torosidis è impresentanile) e un terzino sinistro (Digne non ha tirato mai il fiato e gli viene chiesto un lavoro atleticamente massacrante); in mezzo c’è un solo difensore affidabile (Manolas) mentre Rudiger e Castan hanno dovuto recuperare da problemi fisici). Per chi non o sapesse, Sabatini è l’uomo di Pallotta: il presidente lo asseconda, gli dà carta bianca, guai chi osa criticarlo.
     
    Senza voler stare qui a ricordare tutto quello che Pallotta ha fatto per allontanare i tifosi dall’Olimpico, ben coadiuvato dal Prefetto di Roma, e l’infinita pantomima sulla costruzione del nuovo stadio (la cui inaugurazione era stata annunciata per il 2016: ancora siamo a zero…), ci sembra che i risultati disastrosi della Roma abbiano molti colpevoli: dirigenti, giocatori, allenatore, che magari pagherà con il licenziamento. Ma dietro a tutti c'è un grande regista: James Pallotta. Peccato non possa esonerare se stesso, sarebbe la mossa più azzeccata.

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