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  • Roma, senti Carlo Verdone: 'Pallotta non ha entusiasmo, e ho paura per Zaniolo'

    Roma, senti Carlo Verdone: 'Pallotta non ha entusiasmo, e ho paura per Zaniolo'

     Carlo Verdone, intervistato a Non è la Radio, non le manda a dire a James Pallotta


    Che sensazioni hai sul futuro della Roma? Sei preoccupato?
    “Sono preoccupato: tra l’epidemia e la delicata situazione del calcio italiano, Friedkin sembra aver fatto un passo indietro. La Roma è molto indebitata, il pericolo maggiore è dover cedere un gioiello come Zaniolo. Sarebbe una tragedia, l’ennesimo giocatore di talento ceduto. Dopo le cessione di Salah e poi anche degli altri, tutti dicevano che era Salah a voler andare via, ma non è vero. Salah voleva restare, invece ci hanno fatto credere che lui volesse andare via. Abbiamo ceduto giocatori con cui potevamo davvero vincere qualcosa, e che oggi vincono altrove. Avevamo l’oro in mano e non c’è rimasto niente. Abbiamo avuto squadre tenute insieme con lo scotch, che hanno fatto il loro meglio e non posso biasimarli, ma i giocatori non erano all’altezza di quelli ceduti. Le mie critiche sono rivolte soprattutto al presidente e alla sua voglia di fare qualcosa di importante in una grande città come Roma. Non mi sembra che sia così, che ci sia entusiasmo, che venga spesso a Roma. Chi comanda alla Roma? Tutti e nessuno. Sicuramente il presidente, ma per interposta persona. La Roma è una squadra mortificata, che sa quello che può fare, anche con un bravo allenatore come Fonseca, ma veri gioielli li abbiamo dati via. Se fai una squadra con i giocatori ceduti sei la squadra più forte del mondo, ma non abbiamo potuto tenerli. Io poi non sopporto le bugie: i giocatori volevano restare, sono stati ceduti per problemi economici. I ragazzi di talento come Zaniolo vanno tenuti a tutti i costi”.


    La Roma è sempre stata molto citata nel cinema, ma tu, che sei l’ultimo erede della commedia italiana, non l’hai fatto quasi mai. È una forma di rispetto per la tua fede giallorossa?
    “Ci fu un episodio, forse ne “I mostri”, con Gassman che interpretava il supertifoso della Roma, facendo urla incredibili per un gol: una prova da grandissima attore soltanto con questa esultanza. Io penso che il calcio non sia la Roma. La Roma l’ho citata solo in “Gallo cedrone”, quando sono in come dopo essere stato picchiato dagli integralisti islamici, e i miei amici per farmi risvegliare recitano la formazione della Roma dello scudetto. Quello è l’unico omaggio che ho fatto alla Roma. Io non tocco l’argomento calcio perché non ci trovo niente di poetico. Sono un tifoso appassionato e fedele, ma io devo trovare poesia e oggi nel calcio non c’è poesia. Lo vediamo anche in questi giorni, con tutti questi problemi, queste complicazioni politiche e burocratiche. Tutto è molto confuso e legato a interessi economi. Potrei fare un film su qualcosa che mi da uno spessore umano forte, su un maratoneta o anche un procuratore che cerca talenti, perché lì c’è un fattore umano, c’è un’anima, ma per la Roma non me la sento. Abbiamo avuto Alberto Sordi e Lino Banfi, a me francamente non viene molta voglia. Potrei fare un film su un uomo che lotta contro sé stesso, ma su una squadra di oggi, con i giocatori milionari, i diritti tv, tutto quello che c’è sotto, che c’è di poetico? Una volta il calcio era poesia, oggi è business. Dove c’è business non c’è poesia”.
     

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