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  • Roma:| Sorrisi azzurri

    Roma:| Sorrisi azzurri

    Tre reti per il centravanti italoargentino, svezzato dal cittì quando era allenatore della Fiorentina e chiamato in nazionale un anno fa prima di escluderlo poi ad inizio 2012, negandogli la spedizione a Euro 2012 per l’applicazione del codice etico. Dani è il capocannoniere dell’Italia che vuole sbrigarsi a timbrare il passaporto per il Brasile. Il centrocampista, entrato nella top ten di tutti i tempi come presenze (Daniele, a Yerevan, ha raggiunto Bergomi e Tardelli a quota 81), ha siglato quello del sorpasso sull’Armenia, mentre a Modena era stato Destro a sbloccare il risultato contro Malta. Facile chiamarla Romazionale, dunque, ora che è prima e in solitudine nel gruppo B grazie alle prodezze balistiche dei giallorossi. A Yerevan, però, la performance di De Rossi e Osvaldo in maglia azzurra ha riaperto la questione più delicata che stanno vivendo nel loro club. La rivincita dei due grandi esclusi di domenica scorsa, nell’ultimo turno di campionato. Dalla panchina dell’Olimpico contro l’Atalanta alle esultanze del Hrazdan stadium contro l’Armenia. Dai musi lunghi ai sorrisi plateali. Campioni ritrovati. «Ma Zeman non deve assolutamente ringraziarmi» spiega Prandelli. «Io non voglio entrare in discorsi che non appartengono alla nazionale. L’ho detto e lo ripeto, ogni allenatore ha il sacrosanto diritto di fare le sue scelte. E Zeman le ha motivate. Le sue critiche sono state pesanti. Ma i giocatori devono rispondere solo sul campo. Per far cambiare idea al loro allenatore. Senza parlare troppo e allenandosi con serietà. Hanno avuto subito la possibilità di replicare in partita e lo hanno fatto».


    Lo stato d’animo di De Rossi e Osvaldo è adesso migliore, anche se sanno che la storia andrà avanti almeno fino alla prossima gara con la Roma. Comunque resteranno nel mirino di chi li considera scansafatiche, fidandosi solo delle parole di Zeman. Per il ct, invece, la situazione è sempre la stessa. «Li ho visti sereni dopo il match, ma lo erano anche prima. Solo che dopo la prova di venerdì, avranno un peso superiore, rispetto a Yerevan, da portare in campo. Perché tutti si attendono da loro il massimo. Non basta più una prestazione da sette, ma devono offrirne una da otto. Non credo che avranno problemi. Hanno forza, entusiasmo e personalità. Possono sopportare tutto...». Prandelli, insomma, si mette a dare anche i voti ai due giallorossi. Promossi e scontatamente confermati. Sono due punti fermi della nazionale che vuole conquistare la qualificazione per il mondiale del 2014. E lo saranno anche nella Roma di Zeman. «Ma ci vuole tempo e un po’ di pazienza» chiarisce il ct. «Perché per il calcio dell’allenatore giallorosso sono fondamentali i tempi di gioco. Magari con me a centrocampo, a prescindere dal ruolo, si tocca di più il pallone. Sono convinto che però con il lavoro sia possibile abituarsi anche a quanto chiede Zeman». Il riferimento è soprattutto a De Rossi. «Daniele con noi ha sempre dato la massima disponibilità. In partita e nel lavoro di tutti i giorni. In più porta esperienza». Torna a parlare al plurale: «Sono giocatori importanti, capaci di adattarsi a qualsiasi tipo di gioco e di interpretazione di ruolo».

    Destro, invece, è ormai l’alternativa di Osvaldo. Il discorso è simile a quello che poi si fa spesso anche a Trigoria. «Contro Malta, quando ho schierato i due insieme, abbiamo avuto qualche difficoltà. Magari in corsa possono essere una soluzione in più». Non sono, dunque, una coppia per il 4-3-1-2. Meglio in un tridente. Come nella ripresa a Modena: «Nel quattro-tre-tre possono trovare spazio pure insieme». Ma chi gioca a destra, la domanda che Zeman ha fatto agli interessati, Prandelli non lo dice. Si limita ad allargare le braccia. Contro Malta, toccò a Destro. «La gente che mi ha bocciato me la sto lasciando dietro»: Osvaldo, su twitter, non ce l’ha con il compagno d’attacco, ma con chi ha messo in dubbio la sua professionalità.


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