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  • Roma, Spinazzola: 'Idolo? Ronaldo il Fenomeno, ma esultavo come Batistuta. Alla Juve ho imparato...'

    Roma, Spinazzola: 'Idolo? Ronaldo il Fenomeno, ma esultavo come Batistuta. Alla Juve ho imparato...'

    Il terzino Leonardo Spinazzola si racconta al sito ufficiale della Roma e svela alcuni aneddoti e curiosità.

    IDOLO - "Ronaldo Nazario da Lima, il Fenomeno. Mi ricordo che a casa vedevo la sua cassetta VHS che mio padre mi aveva comprato in edicola, poi scendevo sotto casa e cercavo di provare i numeri e i gol che avevo appena visto. Ho seguito molto anche Rui Costa e Batistuta. Mi piaceva molto l’ex attaccante giallorosso: quando esultavo con la Virtus Foligno mimavo il gesto della mitraglia come lui… ho anche delle videocassette dove sono immortalato a esultare così".

    RUOLO - "Sempre giocato da terzino? No, da piccolo giocavo come attaccante e fino a 12 anni facevo anche gol, poi ho smesso! (ride, ndr). La prima volta che mi hanno messo a fare il quinto a centrocampo ero a Siena in Serie B, però mi ricordo che già quando avevo 16 anni l’allora tecnico della Primavera Marco Baroni mi disse che per fare strada nel calcio avrei dovuto giocare terzino. Io inizialmente non ero d’accordo: volevo fare l’esterno alto, ma poi, piano piano, negli anni successivi mi sono abbassato. Dopo Siena, nella prima esperienza all’Atalanta con Colantuono sono tornato alto, ma, quando sono andato a Perugia nel 2015, mister Bisoli mi ha spostato terzino e poi di base sono rimasto lì anche nelle esperienze successive".

    VICINO A SMETTERE - "Il primo anno a Siena, quando sono andato via di casa a 14 anni: era dura vivere da solo lontano da famiglia e amici. Non solo questo: è che mi feci subito male alla caviglia e tra le altre cose dovevo fare un sacco di strada con le stampelle per andare e tornare da scuola. Poi quando ho ripreso l’attività, dopo qualche settimana mi sono stirato. In quel momento ho chiamato casa e ho detto ‘Venitemi a prendere, torno. Non ce la faccio’. Mia madre in quel momento, assieme a mio padre, fu decisiva: mi ha consigliato di stringere i denti e di continuare a provare… e aveva ragione. Da marzo in poi tutto andò molto meglio".

    ATALANTA - "All’Atalanta con Gasperini ho imparato a sostenere ritmi alti in campo. Lui ti fa lavorare in allenamento in maniera molto intensa, al punto che quando giochi la partita ti sembra quasi una passeggiata. Davvero, giochi le gare quasi come fossero uno scarico, perché durante la settimana lavori in maniera impressionante. Sa poi trasmettere bene quello che vuole in campo: in partita sai bene quello che devi fare. Certe idee di Gasperini, nel modo di interpretare e vedere il calcio, le ho ritrovate in mister Fonseca".

    JUVE - "Cosa ho imparato nell'anno in bianconero? Tanto, in campo e fuori. Come diceva Allegri, per stare lì devi essere un campione anche mentalmente. Ti alleni con tanti fenomeni, che lo sono in campo ma soprattutto nella testa. Ho imparato soprattutto quale livello di attenzione ci vuole tutto l’anno in allenamento e in gara, che alla fine è quello che fa la differenza".

    LA PARTITA - "Quella che ricordo con più piacere in carriera? Ovviamente per importanza il 3-0 all’Atletico Madrid lo scorso anno nel ritorno degli ottavi di Champions League a Torino, ma non è stata quella la mia miglior prestazione della carriera. Con l’Atalanta ho fatto delle gare migliori. Una su tutte? La sfida a Dortmund al Signal Iduna Park contro il Borussia in Europa League nel febbraio 2018. Quella è stata la mia prima bella esperienza europea".

    AMICI NEL CALCIO - "A Rafael Toloi e a Gianluca Mancini, che ho ritrovato qui a Trigoria dopo che abbiamo giocato insieme non solo a Bergamo ma anche a Perugia. Già in Umbria avevamo legato molto, a Bergamo eravamo anche compagni di stanza nelle trasferte. Sono contento che sia arrivato anche lui alla Roma".

    NAZIONALE - "Da bambino guardavo le partite della Nazionale incollato alla TV: ora giocarci, sapere che sono io lì dall’altra parte dello schermo e che tutti gli italiani mi guardano, è bellissimo. L’esordio in azzurro è stato davvero speciale, ad Amsterdam, nella gara poi vinta contro l’Olanda: quel momento mi ha dato ancora più autostima. Obiettivo Europei? È importante per tutti, per il calcio italiano, per noi giocatori, per ogni tifoso del nostro paese. Io non ho mai giocato una competizione del genere, nemmeno nelle giovanili, quindi sono ancora più motivato".

    ROMA - "Cosa rappresenta per me essere un giocatore giallorosso? Per me è sempre stata una grande società e una grande piazza, con grandi giocatori e squadre allestite per fare bene. Giocare all'Olimpico è poi sempre bellissimo, per lo stadio, per i tifosi e per il calore della gente. Questo è un passo importante della mia carriera e voglio onorarlo al meglio".

    NUOVI COMPAGNI - "Siamo un gruppo nuovo. C’è un'aria positiva. Ci sono molti giovani, motivati, che stanno lavorando bene e con lo spirito giusto. Ci vuole tempo, visto che siamo una squadra molto diversa, con un allenatore nuovo. Ma, ripeto, nei miei compagni e nello staff vedo molto entusiasmo, carica e grande motivazione".

    FONSECA - "Come detto, in lui rivedo delle idee che ho già conosciuto in campo ai tempi di Bergamo. Mi piace questa sua visione del calcio. Il Mister è una persona molto diretta in campo, sa quello che vuole vedere e riesce a trasmetterlo. Vuole la difesa molto corta e stiamo studiando movimenti anche nuovi per me. Poi anche in attacco gli esterni alti devono essere bravi a svolgere più compiti. Lavora molto sui singoli reparti".

    MESSAGGIO AI TIFOSI - "Dobbiamo stare tutti uniti, abbiamo lo stesso obiettivo, il bene della Roma. Il nostro lavoro è quello di giocare al meglio con l’obiettivo di vincere sempre. Poi ci si può riuscire o meno ma bisogna puntare a quello. E per farlo bisogna lavorare al massimo in allenamento. Ecco, io a loro posso dire che l’impegno in questa direzione sarà massimo".

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