Ricordi di un'estate fa. Pensieri e preoccupazioni. L'avvio di un processo di 'deromanizzazione' da parte della nuova proprietà. Gli americani arrivano semplicemente per questioni di business, alla prima difficoltà scapperanno con la coda tra le gambe. Totti? Via, è vecchio. De Rossi? Alza troppo i gomiti in campo. Passione? Macchè, solo soldi. A febbraio si tira un primo sospiro di sollievo, una lezione di vita. Salta in mente quell'antico detto: 'Soltanto i romani non conoscono Roma fino in fondo'. I turisti la scoprono, la studiano, riconoscono i capisaldi e la storia. Della città intera e della squadra. Così Francesco Totti continua a rappresentare un perno, un esempio, e De Rossi rinnova il contratto.

Non soltanto. Il recupero delle origini, della memoria smarrita nelle ultime stagioni, perchè si navigava a vista. Oggi si intravede un domani: venerdì si inaugura il campo Agostino Di Bartolomei a Trigoria, casa delle partite della Primavera. Un omaggio dovuto al grande capitano del secondo scudetto, atteso 17 anni. Troppi. Ci sono voluti gli americani, bravi a consegnare le chiavi del club al manager migliore in circolazione: Franco Baldini. La dirigenza riscopre le proprie radici, aiuta la memoria dei più giovani e si prepara al futuro, mettendo al centro chi ama la squadra.

Lotta contro la tessera del tifoso, riesce nell'impresa di permettere ai tifosi di acquistare un mini-abbonamento scisso dalla fidelity card, concede la possibilità della vendita su internet, evitando ai più tecnologici file interminabili; intraprende una battaglia civile e la vince. Si può decidere di andare allo stadio la domenica mattina: uno sguardo verso il cielo, per vedere se il tempo è bello, e via all'Olimpico, perchè c'è il botteghino. Il pubblico riscopre il piacere di arrivare ore prima, con la famiglia al seguito: giochi ed attrazioni per i bambini, le foto con i loro beniamini. Ricordi. Per amare Roma, la Roma, e più in generale lo sport. La vita.