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  • Ruiu: 'Donnarumma fischiato anche in Nazionale, ma sull'addio al Milan non ha colpe. Raiola ha fatto un solo errore'

    Ruiu: 'Donnarumma fischiato anche in Nazionale, ma sull'addio al Milan non ha colpe. Raiola ha fatto un solo errore'

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    A mia memoria non ricordo un giocatore della Nazionale che esce dal campo tra i fischi dopo l’ennesima vittoria, dopo aver completato una lunga striscia di imbattilitá e nel pieno di un’entusiasmante cavalcata che potrebbe portare, perché no, alla finale del campionato europeo. È successo ieri all’Olimpico. È successo a Donnarumma. E i fischi all’indirizzo del 22enne portiere non possono certo avere delle ragioni tecniche. I fischi a Donnarumma sono figli del percepito nazionale sul portiere, ormai quasi ex, del Milan. Potere smisurato della comunicazione. Un potere che travalica qualsiasi logica. Anche sportiva.

    Senza bisogno di fare sondaggi o chissà quali analisi empiriche sembra proprio che il 99% dei milanisti sia sollevato, addirittura felice, dell’addio di Donnarumma. E che ci sia una voglia continua di sbattere in faccia anche al diretto interessato la soddisfazione per il suo addio, vissuto quasi come una liberazione. C’è qualcosa che non torna, c’è qualcosa che sarebbe da mettere in ordine. Da che mondo è mondo, un tifoso dovrebbe essere contento quando la propria squadra vince e dispiaciuto quando perde. Da che mondo e mondo, un tifoso dovrebbe essere contento quando la propria squadra ingaggia un calciatore forte e dispiaciuto quando lo perde. E invece nel caso di Donnarumma si è ribaltato il mondo.

    I tifosi del Milan sono felici di perdere colui che oggettivamente è uno dei portieri più forti del momento.
    Motivazione? Chiedeva troppo di ingaggio! Ma dite davvero? Ma davvero c’è ancora qualcuno che si scandalizza per i contratti dei calciatori? Da che mondo è mondo un tifoso si augura che il proprio club spenda il più possibile per acquisire giocatori forti e non perda quelli bravi che già indossano l’amata maglia. I tifosi del Milan sono quelli che negli anni si sono esaltati per i grandi acquisti (non ultimi gli 11 colpi sparati a salve della gestione Fassone-Mirabelli) e che si sono disperati per le illustri partenze, da Sheva a Thiago passando per Kaká, la più traumatica. E invece con Donnarumma i tifosi improvvisamente sono diventati economisti. Sono contenti di perdere Donnarumma perché “chiede troppo di ingaggio”. Ma come? Perché tutti gli altri giocatori chiedono poco? Ibra che prende 7 annui a 40 anni va bene? Kessié che vuole 10 altrimenti va via a zero va bene? Gli acquisti da fare sul mercato per rinforzare la squadra vanno bene? In questi casi non conta l’innalzamento del monte ingaggi? Per gli altri va tutto bene. Tutti tranne Donnarumma.

    I tifosi sono contenti di perdere un grande giocatore perché chiede troppo di ingaggio. Potere della comunicazione. Soprattutto quella orientata e imbeccata. Quella che da mesi preparava l’immagine del “Donnarumma traditore”. Quella che da mesi lo dipingeva come “mercenario”. Quella che ha indotto i tifosi ad andare a Milanello prima di Milan-Benevento. Quella che “è tutta colpa di Raiola”. Chissà come faranno adesso a giustificare Stipic e Atangana, che fanno lo stesso giochino dell’Italo-olandese? Ma per gli altri va tutto bene, per Donnarumma no. Non si capisce perché Sheva è andato a Londra a prendere un ingaggio più alto e la colpa era del club che l’ha venduto. Non si capisce perché Kaká è andato a Madrid a prendere 11 milioni netti 12 anni fa e la colpa era del club che l’ha venduto. Non si capisce perché Thiago e Ibra si trasferirono a Parigi con ingaggi principeschi e la colpa era del club che li ha venduti. In quei casi tutta colpa della società. Invece con Donnarumma no. Tutta colpa del ragazzo e del suo procuratore. I 3 citati lasciarono il Milan che lottava per vincere la Champions League. Donnarumma lascia un Milan che si è qualificato all’ultima giornata alla massima competizione continentale dopo 8 lunghi anni. Ma la colpa è tutta di Donnarumma. Il Milan ha 4 giocatori in scadenza nel 2021 e 5 nel 2022, ma la colpa è tutta di Donnarumma che va via a zero.

    Per contro ci sono le dichiarazioni di Paolo Maldini che tributa a Donnarumma i dovuti onori nel giorno dell’addio e sottolinea la sua grande professionalità. Ma quello non conta più agli occhi della gente. È sempre tutto e solo colpa di Donnarumma. Un professionista esemplare, un grande portiere, che ha scelto di continuare la sua carriera in uno dei club più forti e ricchi del mondo. Cosa c’è di strano? Lo hanno fatto tutti e lo faranno tutti. Anche tutti quelli che sono venuti al Milan. Il mio grandissimo idolo Kaká, a 22 anni, era capitano del San Paolo e ha fatto piangere il Morumbí perché aveva deciso di venire al Milan. Soldi e prospettive di carriera. Tutti i calciatori ragionano cosi. Da sempre. Ma è sempre tutta colpa di Donnarumma.

    Ed è cosí che arrivano i fischi dell’Olimpico, a testimonianza di quanto la gente di faccia condizionare dalla narrazione della storia che viene costruita e sostenuta per mesi dai media. Da tifoso del Milan mi spiace che la mia squadra abbia perso un grande giocatore, come mi dispiaceva per gli altri citati. Ma non c’è rabbia, non c’è livore, non c’è tradimento e non c’è vendetta. C’è solo la professione. E quando i tifosi capiranno che tutti i calciatori sono professionisti attenti principalmente ai loro guadagni e alla loro carriera sarà sempre troppo tardi.

    Intanto possono continuare a prendersela con Raiola, come è comodo fare. Il capro espiatorio suggerito dalla comunicazione allineata e coperta fa sempre comodo. 
    Io credo che in tutta questa vicenda Raiola non sia esente da colpe. Anzi che ne abbia una molto evidente. Non si tratta delle richieste di ingaggio esose, delle commissioni o del puntare ad ottenere per Donnarumma lo status di parametro zero. Quelle, nel calcio di oggi sono cose normali. E sono comuni a tutti i procuratori. Si tratta invece del fatto di aver totalmente trascurato il ritorno di immagine che la campagna anti-Donnarumma avrebbe provocato. Raiola ha pensato solo agli aspetti contrattuali ed economici. Non ha pensato a tutelare l’immagine del suo assistito fornendo ai media una narrazione di questi mesi diversa da quella imposta da chi si è sobbarcato il compito di celare un grave errore tecnico ed economico della società rossonera. L’errore è stato perdere a parametro zero il miglior talento della rosa. Perché questo, giratelo come volete, è e resta un errore. E la colpa, fischiate e sbraitate pure, non è di Donnarumma.  

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