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  • 'Il casting per l'allenatore dell'Inter è evoluzione, altro che barzelletta'

    'Il casting per l'allenatore dell'Inter è evoluzione, altro che barzelletta'

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    Alla fine l'Inter ha scelto Pioli, prendendo la decisione più logica. Ma a far discutere è il modo in cui il club nerazzurro è arrivato al nuovo allenatore: il casting ha attirato numerose critiche, ma non solo. La Gazzetta dello Sport riporta il parere favorevole di Dino Ruta, Direttore Scientifico FIFA Master Sport Knowledge Center SDA Bocconi School of Management: "I problemi societari recenti di Inter e Milan, le esitazioni, le mosse false o presunte tali, stanno aprendo un dibattito che rischia di perdere di vista il senso di quello che di epocale sta succedendo al calcio italiano. Mettiamoci per un momento nei panni di chi sta investendo: americani, canadesi, cinesi e indonesiani che dal 2011 hanno acquisito le proprietà di Roma, Bologna, Inter e Milan. È lo stesso percorso che la Premier League ha intrapreso molti anni fa – Chelsea, United e Liverpool dal 2003 al 2007 – generando un campionato oggi guidato al 55% da proprietà straniere, ricco e vincente. Il nostro calcio entra ora a pieno titolo nell’era della globalizzazione, in cui giocatori, proprietà e management vengono da nazioni diverse, dove il calcio è spesso meno familiare di altri sport nazionali come il badminton. Beneficiamo di capitali freschi che ci consentono di attirare campioni e costruire stadi, ma tutto ciò ha un prezzo". 

    "Gli episodi delle ultime settimane possono preoccupare perché vediamo comportamenti molto diversi da quelli dei proprietari italiani. Le linee di comando si sono allungate. Tra chi decide e chi esegue spesso passa troppo tempo, mentre il calcio ha bisogno di ritmo e di velocità per prendere la decisione migliore agli occhi dei tifosi, e soprattutto per i giocatori e gli allenatori. La globalizzazione però vuol dire anche apprendimento e pazienza. Questo è quello che hanno affrontato diverse imprese italiane che si sono confrontate con culture straniere: hanno sbagliato, fatto tesoro degli errori e sono ripartite. Lo sport insegna che per vincere occorre perdere e sapersi rialzare". 

    "Ogni novità non è sempre una barzelletta. Il 'casting' per la direzione tecnica del Milan o per l’allenatore dell'Inter, per esempio, è ciò che in ambito internazionale si chiama processo di selezione, un lavoro di squadra per trovare la persona giusta alla quale affidare asset che valgono milioni di euro.
    Forse sono stati sbagliati i tempi e i modi, ma ho la sensazione che molti tifosi e opinionisti non si siano immedesimati con chi non conosce questo mondo ma ci vuole investire. Addirittura nella NFL americana, la lega più importante al mondo per fatturato che organizza il Superbowl, esiste la Rooney Rule: ogni team deve 'intervistare' coach rappresentanti di minoranze (ispanici, di colore, eccetera) per dare a tutti il diritto/possibilità di diventare coach". 

    "E allora vediamo il buono che c'è, pensiamo a lungo termine, comprendiamo che le società calcistiche hanno bisogno di nuove competenze manageriali e che ognuno di noi deve vederle con occhi diversi. Il cambiamento, in meglio, del nostro sistema passa anche attraverso i nuovi capitali stranieri, i loro errori e la capacità di vincere insieme per una sfida globale. In Italia i tifosi e i media hanno un importante ruolo di costruttori (o distruttori) del consenso e di motivatori per i giocatori. Allora mettiamo da parte le facili battute che tendono a ridicolizzare proprietari e manager che forse non parlano (bene) l'italiano, ma che possono aiutarci a tornare protagonisti nel calcio internazionale". 
     

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