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  • Sabatini CM: 'Ma basta con 'sto 4° posto, conta solo vincere la Champions. O siete diventati tutti commercialisti?'

    Sabatini CM: 'Ma basta con 'sto 4° posto, conta solo vincere la Champions. O siete diventati tutti commercialisti?'

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Poteva accadere solo a Milano: due squadre tra le prime quattro in Champions League, ma fuori dalle prime quattro in Serie A. “Milano vicina all’Europa”, cantava quel genio profetico di Lucio Dalla, quando nemmeno c’era l’Euro, in realtà. Da quella canzone sono trascorsi più dei vent’anni dell’ultima euro-semifinale, quella del 2003. Era un’altra Milano, era un’altra Europa. Soprattutto, un altro mondo. Per chi non lo sapesse, non c’erano i social. Nemmeno Facebook. Né gli smartphone.

    Semmai c’erano Berlusconi e Moratti, che più “milanesi” non ce n’erano. E anche a San Siro qualcosa di speciale c’è sempre stato, perché se uniamo le storie europee di Inter e Milan, neanche il Real Madrid tiene testa.
    L’Europa (ri)siamo noi ed è tutto molto bello. Eppure, scommettiamo che da oggi si parlerà (soprattutto) di angoscia da quarto posto in campionato? Quindi di soldi necessari più per la sopravvivenza che per far bella figura nella prossima Champions? Parliamoci chiaro: il paradosso tecnico c’è. Evidente e inspiegabile. Come è possibile che due squadre tra le prime quattro in Europa non riescono ad arrivare tra le prime quattro in Italia? Interrogativo legittimo. Ma non confondiamo lo sport, il prestigio, le classifiche, i reali valori della competizione. L’antico motto olimpico “l’importante è partecipare“ non è mai stato tradotto per il campionato in “l’importante è qualificarsi alla prossima Champions”. No. L’importante è vincere o almeno arrivare più in alto possibile, perché non si scende in piazza né si fanno i caroselli per un quarto posto… Ma per una semifinale vinta, magari sì!




    E poi, parliamoci ancora più chiaro, il potenziale premio di qualificazione alla prossima Champions verrebbe utilizzato da Zhang e forse anche dal Milan per sistemare i conti, non per rinforzare la squadra. Quindi, apriamo gli occhi: il tifo non è di un “Inter club commercialisti riuniti” o del “Milan club ragionieri associati”. Il tifo è passione, non conteggi. Il tifo è tifo. È il sogno di un’occasione più unica che rara: Milano avrà una squadra in finale a Istanbul e lì si giocherà la Champions League. Non c’è nulla di più affascinante. Nulla, davvero. Perciò una stagione - pur sportivamente controversa in campionato - non può essere bocciata solo e soltanto in base al tornaconto finanziario di un quarto posto. Una qualificazione. Una Champions che Inter e Milan vivranno in tono probabilmente minore, mentre oggi sono lanciate verso un sogno maggiore. Mettetevi il cuore in pace, il bello del calcio è questo: meglio un sogno oggi, che un quarto posto domani.

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