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  • Sabatini: 'Perché la Juve sempre in tribunale? Ci si mettono da soli. Doping? C'erano troppi farmaci...'

    Sabatini: 'Perché la Juve sempre in tribunale? Ci si mettono da soli. Doping? C'erano troppi farmaci...'

    L'ex direttore sportivo di Inter, Roma e Salernitana, Walter Sabatini, ha concesso una lunga intervista a Il Foglio in cui ha raccontato la sua visione del pallone, tirando però anche una stilettata delle sue al mondo Juventus.

    SABATINI CALCIATORE - "Ho cominciato a tirare calci a un pallone la prima volta che l’ho avuto sotto gli occhi. Come calciatore ero tecnicamente fortissimo ma completamente disconnesso dalla squadra e dagli schemi tattici. Da questo punto di vista ero un somarone. Giocavo le mie personalissime partite, piene di orpelli, finte e controfinte, ma ci sapevo fare, questo è sicuro”.

    CURI, L'EX COMPAGNO MORTO IN CAMPO - “Renato mi ha introdotto al dolore vero. Un dolore fatale che a distanza di quasi mezzo secolo ancora vive dentro di me. Un’indimenticabile sofferenza. Nella mia stanza c’è una foto che ogni giorno me lo ricorda così come era. Paolo mi ha avvicinato alle verità della vita e mi ha fatto vedere il mondo da un altro lato. È stato un grande compagno di squadra" 

    PERSEGUITATO - “È stata un’ingiustizia, anche se capisco che ogni accusato si appella all’ingiustizia. Non sono, quindi, molto originale, ma è stata una vera persecuzione, andata in scena in un momento particolare del calcio. Ho scontato la squalifica, soffrendo sino all’ultimo giorno. Sino a quando il Coni non ha ribaltato tutto. Mi accusavano di aver tesserato un minorenne extracomunitario. Una cosa fantascientifica. Io ho resistito con tutte le mie forze e, quando l’incubo è finito, sono ripartito con ancora più fiducia nelle mie qualità, soprattutto morali"

    LE DONNE - "Sono state importantissime. Le donne hanno una marcia in più. Io le adoro, ma da un punto di vista ideologico. Una volta effettivamente c’era anche la pratica. Resta il fatto che ho un’ammirazione sconfinata per le donne, che considero intellettualmente di gran lunga superiori agli uomini. Le donne sono il più incredibile motore di vita”.

    DOPING E FARMACI - “Non parlo di doping, perché non ho indizi e, tanto meno, prove di effetti dopanti. So, però, che c’era un uso dei farmaci per così dire allegro. I farmaci erano tanti e frequenti. Ci venivano somministrati durante la settimana e prima della partita. C’era un uso indiscriminato di farmaci e posso dirlo con cognizione di causa perché negli anni a cavallo fra il Settanta e l’ottanta io giocavo. La cadenza delle somministrazioni era quotidiana. Il neoton, i cardiotonici e quelli che i medici definivano ricostituenti. C’era di tutto”.

    OGGI E' DIVERSO - “Sono cambiati i calciatori. Oggi, a differenza di un tempo, sanno proteggersi. Nessun calciatore attuale si fa fare un’iniezione intramuscolo a cuor leggero. Vogliono sapere preventivamente tutto del farmaco e molto spesso, nonostante ogni spiegazione e rassicurazione, non ci si riesce ugualmente"

    LEGGI QUI - Da Totti a Rabiot al contratto con l'Inter, Sabatini racconta i colpi di mercato

    PROCURATORI -
    “I procuratori non sono il problema più grande, ma un problema, sì. I problemi del calcio di oggi sono tanti, a partire dalla figura del direttore sportivo, di cui non sono più chiari ambiti e competenze. Una cosa è certa. Le nuove proprietà straniere non vogliono i direttori sportivi per oscuri motivi che forse tanto oscuri non sono. Preferiscono affidarsi allo staff e ad altri sistemi di valutazione dei calciatori, perché pensano, ed è un grande errore, che il mestiere dei direttori sportivi si esaurisca nell’acquistare e vendere giocatori. Non è così"

    JUVE IN TRIBUNALE - "Perché sempre e solo la Juve? Un motivo evidentemente ci sarà. Non sono altri uomini a metterli sulla graticola. Ci si mettono da soli".

     

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