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  • Samp, Dejan Stankovic racconta Filip: 'L'Inter poteva darcelo già a gennaio. E Aleksander...'

    Samp, Dejan Stankovic racconta Filip: 'L'Inter poteva darcelo già a gennaio. E Aleksander...'

    Da uno Stankovic all'altro. La Sampdoria, l'anno scorso, non è riuscita a salvarsi con Dejan alla guida nella veste di allenatore, ora i blucerchiati sperano che la rinascita possa passare da un altro Stankovic, Filip, figlio del mister ex nerazzurro appena arrivato a Genova via Inter: "Sono felice che Filip giochi nella Sampdoria. È bello sapere che sarà illuminato dai tifosi blucerchiati, l'unico raggio di sole nell'ultima maledetta stagione" ha raccontato papà Dejan a Il Secolo XIX.  "Quando mi ha detto che lo voleva la Samp mi ha fatto piacere. Il rapporto avuto con i tifosi non me lo può contestare nessuno, leale, corretto. Sono rimasto colpito dal loro calore. E ci sono rimasto male, perché non hanno potuto vedere tutte le mie qualità, ma solo quelle di uomo. Da allenatore ho cercato almeno di dare compattezza, non è bastato. A casa mia tutti hanno seguito la Samp con grande partecipazione emotiva. Filip è venuto a vederci un paio di volte, è rimasto scioccato in positivo per la passione dei tifosi. Sa già di cosa si parla, sa che dovrà dare tutto. Lavorerà duro, si troverà bene. E trova un grandissimo mister, Pirlo è una persona spettacolare, un allenatore con le idee chiare".

    Stankovic racconta anche un retroscena di mercato. L'Inter poteva prestare Stankovic alla Samp già a gennaio, quando il portiere era in Olanda. "Sì, ma già allenare un figlio non è facile, immaginate in quella situazione, si sarebbe solo creata ulteriore pressione. Da allenatore lo avrei preso, da padre non potevo. Ma quando diventerà quello che deve diventare ed entrambi avremo più esperienza, magari lo allenerò. A gennaio era giusto che continuasse in Olanda. Ora gli ho detto "vai", è la piazza perfetta, adesso puoi pensare a giocare solo a calcio, 6 mesi fa non c'era un progetto, a stento avevamo il campo per allenarci. Ora la società c'è, si vede e si sente".

    "La mia Sampdoria era in enorme difficoltà, nessuno credeva che potessimo salvarci. Io sì" prosegue Stankovic. "Ci sono mancati 13 punti, ma in realtà non sarebbe stato impossibile, sarebbe bastato poco. Però ai piani alti si è scelto di sacrificare la rosa e la squadra, che era meglio rischiare di andare in B pur di salvare la società. Ma ora non voglio parlare del passato. Sono strafelice che la Sampdoria possa ancora lottare sul campo e che Filip possa aiutarla a tornare in A. La gente ha molte aspettative, lo capisco, auguro alla Samp con tutto il cuore di risalire subito ma non si deve dimenticare che due mesi fa stava per fallire. Avere di nuovo una società forte è già una gran cosa, se si mette troppa pressione si rischia una delusione. Bisogna ricostruire giorno per giorno. Contro il Pisa sarò al Ferraris, per tifare per Filip e per la Samp".

    Come è arrivato Filip Stankovic in porta? "Quando giocavo con lui e gli altri miei figli, Stefan e Aleksandar, qualcuno doveva pur andare in porta no? Ha provato a giocare davanti, lo trovava faticoso, ma con i piedi era già bravo e ora ha tutto quello che serve in questo fondamentale a un portiere moderno. Si è messo i guanti già a 5-6 anni. Non parlo da papà, ma da allenatore, mi piace tanto la sua testa. Non molla mai, è sempre sul pezzo, coraggioso, anche troppo coraggioso, fuori dal normale, mi piacciono la sua reattività, il modo in cui si butta avanti in uscita senza paura. Già da bimbo si tuffava ovunque, cemento, parquet, marmo, asfalto. Ha un rapporto con il dolore incredibile… è uno Stankovic. E ha un merito in più rispetto a me. Io sono cresciuto in Serbia con la guerra, c'era la povertà, tanti problemi, il calcio era l'unica strada, l'unica via d'uscita. Filip poteva stare bene anche senza giocare, poteva mollare alle prime difficoltà: per arrivare a questi livelli fai tanti sacrifici e lui, come Aleksandar che gioca nell'Inter da centrocampista, non doveva farli, non era tenuto. Sono molto fiero, sono "bambini" educati, rispettano tutti".

    Ma Filip potrebbe parare i tiri di Dejan? "Ora che peso 100 chili e passa sì (ride). A parte gli scherzi, sa soffrire, rispetta i tifosi e la maglia che indossa, ha i valori giusti. Ha giocato due anni in Olanda nel Volendam, più di 70 partite, promozione in A il primo anno, il secondo li ha salvati. È andato all'estero a 19 anni, ha già gestito pressioni, in passato si è allenato con Conte e ora ha fatto un bel precampionato. Poi sarà Pirlo a gestirlo e qualunque scelta farà, sarà giusta".

    Stankovic ha parlato anche dell'altro figlio, Aleksander, anche lui attualmente nelle giovanili dell'Inter: "Ha 18 anni, sta facendo un bel percorso: è umile, concreto, onesto, sono sicuro che presto giocherà con i grandi. Calcia forte da 30 metri di mezzo esterno, come facevo io. Io forse ero più energico, cazzuto: deve migliorare solo nell'esplosività ma rispetto a me ha più tecnica, visione di gioco, senso della posizione. Per me ce la può fare. Io? Aspetto l'occasione giusta per rimettermi in gioco, qualcosa si sta muovendo. Alla Samp ho trovato una situazione incredibile ma ho dato tutto, sono "morto" da uomo. Sono giovane, credo in me stesso e so che mi rifarò".
     

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