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  • Sampdoria, Garrone: 'Ho scelto Ferrero usando la testa, volevo Riquelme'

    Sampdoria, Garrone: 'Ho scelto Ferrero usando la testa, volevo Riquelme'

    • Lorenzo Montaldo
    Aveva fatto discutere e molto a Genova sponda Sampdoria il passaggio di consegne da Edoardo Garrone a Massimo Ferrero nel giugno 2014. La notizia, totalmente inaspettata a Genova, aveva colto di sorpresa il pubblico blucerchiato, che tutt'ora si indaga sui motivi reali della cessione del club doriano.

    Oggi, a distanza di due anni e mezzo, l'ex patron della Samp è tornato a parlare della sua decisione. Lo ha fatto a Telenord, toccando vari argomenti anche relativi alla stretta attualità blucerchiata: "Sono tornato allo stadio perché rimanere due e anni e mezzo lontano mi ha fatto soffrire molto e il mio cuore è sempre stato legatissimo alla Sampdoria. Così dopo due anni in cui ho fatto decantare la sofferenza mi sono detto 'perché non tornare a Marassi?'. I miei figli mi chiedono cosa abbia fatto di male per non andare, allora mi sono detto 'torno a godere come prima'. Verrò di nuovo quando potrò e quando mi farà piacere, non è che devo sempre venire ma tornerò come un tifoso che vuole godersi una partita". 

    Garrone ha poi parlato della cessione: "Ho sempre detto che ero molto combattuto sulla decisione di lasciare la Sampdoria, di testa sapevo che non potevo far diversamente però il cuore non me lo lasciava fare. La mia convinzione però è sempre stata che Ferrero avrebbe fatto bene. Pur senza la solidità economica della nostra famiglia è pragmatico e entusiasta. Molto più pragmatico di quanto appaia. E' vero che dedica 20 ore al giorno alla Sampdoria, vuol dire che è un presidente operativo, e a parte le big le società ben gestite sono quelle con un presidente operativo. Ferrero controlla e governa direttamente ogni componente societaria e motiva le persone".

    "Con la testa non sono pentito di aver lasciato la Sampdoria, le cose vanno bene e la società è in sicurezza, so di aver fatto la scelta giusta. Di cuore sarò sempre un pentito perché al cuore non si comanda e sarò sempre un tifoso che non si perde una partita. A volte soffro da solo davanti alla televisione così evito di litigare con chi mi sta vicino".

    "Ho sostituto mio padre già malato, ho fatto grandissimi sforzi economici per riportarla in serie A e ci sono riuscito subito. Ma la tensione era fortissima ed è vero che non ho mai avuto quel calore intorno che pensavo ci sarebbe stato. Avevamo il progetto dello stadio, ci ho provato, oggi vediamo che fine ha fatto la Fiera dove volevo costruirlo. Genova è una città che ha paura di investire sul futuro e questo si riflette anche sul calcio. L'importante quando si è presidente è fare le cose bene e uno può venire anche dall'altra parte del mondo, ma che su due club genovesi nessuno dei due abbia un presidente genovese vuol dire qualcosa. Con un po' più di fortuna e gratificazioni forse sarei ancora presidente della Sampdoria".

    Venendo alla Samp di oggi, Garrone elogia l'allenatore doriano: "Il gioco di Giampaolo mi piace da matti, mi diverte, non come l'anno scorso. In passato durante la mia presidenza c'era una rosa di possibili allenatori che comprendeva il suo nome, pur non avendo avuto allora un grandissimo curriculum tutti gli esperti dicevano che era uno degli allenatori più preparati. Poi facemmo altre scelte, io ascoltavo i pareri dei tecnici. L'unica scelta tecnica vera che presi io e su cui mi imposi fu Mihajlovic, e non mi sbagliai. Adesso Ferrero mi dice che sta cominciando a prendere le decisioni lui, in due anni qualcosina si conosce, non si nasce imparati. A tutti e due, Ferrero e Giampaolo, bisogna dare tempo, sul mister lo si diceva a inizio stagione e nel girone di ritorno è partito molto bene. Come gioco oggi la Sampdoria sulla carta è inferiore a 4-5 squadre d'Italia ma ha sbagliato qualche partita - riporta Repubblica.it-. Se il calcio fosse matematica avrebbe 4-5 punti in più e sarebbe intorno all'ottavo posto, il che sarebbe importantissimo per motivi economici e perché si tratta di una squadra di giovani che possono mettersi in mostra".

    "Uno che vorrei vedere nella Samp di oggi è Flachi, fra lui e mio padre c'era un rapporto di affetto e stima. Dei giovani attuali mi ha impressionato fin da subito Schick. in passato ci fu la possibilità di prendere Riquelme ma c'erano dei problemi burocratici e non se ne fece nulla. Era in fase discendente della carriera ma pur sempre un grande giocatore".

    "Abbiamo lasciato a Ferrero una Mercedes sana e con un pieno di gasolio, ora la Samp è una macchina ibrida, più moderna, con giocatori dal sicuro avvenire" conclude Garrone. "Una società che genera risorse dalla gestione, con pochissimi debiti  in parte ancora garantiti dalla mia famiglia. Ma Ferrero non ha mai sgarrato sugli impegni presi e da questo punto di vista sono sempre stato sereno".

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