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  • Sampmania: il Frankenstein delle partite

    Sampmania: il Frankenstein delle partite

    • Lorenzo Montaldo
    Quel mese di allegria e spensieratezza, con la Sampdoria che vinceva e giocava bene, i giocatori tutti regolarmente in campo e a Bogliasco, lo stadio pieno e la gente felice lo stiamo pagando a caro prezzo. Sembra che la Sampdoria, per ogni sprazzo di felicità, da qualche anno a questa parte debba essere punita ricevendo il quadruplo in termini di sfighe e patimenti vari. Pisa-Sampdoria è stata una gara terrificante. C'erano tutte le condizioni per un sabato pomeriggio da incubo: diluvio universale, squadre tecnicamente scarse, sia noi che loro, noia a livelli altissimi e per finire due belle pappine dal '70 in poi. Avessi dovuto costruire a tavolino un Frankenstein, sommando solo componenti orride per creare il mostro perfetto, l'orrore delle partite di calcio, sarebbe venuta fuori Pisa-Samp. Ma non il Frankenstein figo di 'I, Frankenstein' che vedete in foto, piuttosto quello degli anni '30-'40

    La vita ce la siamo chiaramente complicata da soli. L'ingenuità di Giordano aveva fatto capire subito come si sarebbe incanalato il match, a quel punto ero già rassegnato. In generale però, tutto l'atteggiamento della squadra aveva contribuito sin dal primo minuto a indirizzare le mie sensazioni su certi binari. La Sampdoria molle, con poche idee, disorganizzata e non brillante del primo tempo, in parità numerica, era inquietante di per sé. Al netto del rosso e dei dieci uomini. Leggo i commenti dei soliti entusiasti, che parlano di partita alla nostra portata senza l'espulsione. Vi dico una cosa: se la Sampdoria è questa, di partite 'alla portata' ce ne sono poche. Non basta qualche nome in più in campo.
    Oggi poi anche Pirlo, a cui ho sempre concesso attenuanti - e continuerò a concederle, perché le ha - dovrebbe spiegare alcune scelte abbastanza incomprensibili. Se De Luca e Alvarez stavano bene, perché andare a toccare un assetto rodato lasciando davanti Esposito a sfiancarsi da solo su un campo pesante, contro tre centrali fisici e ruvidi, sistemando trequartista un Askildsen che soltanto una settimana fa avremmo spedito via con timbro postale e invio prioritario, e adattando trequartista Depaoli, inserendo a destra, nel ruolo naturale dell'ex Verona, l'inconcepibile Stojanovic? Parto dal presupposto che i giocatori in panchina fossero tutti disponibili (a parte evidentemente Kasami e Murru), se non è così però sarebbe giusto spiegarlo.
    Il tecnico poi ha parlato di errori che condizionano le gare, e di episodi. Ieri però mi dispiace ma questo discorso non vale. La Sampdoria è stata terribile, e non c'è nulla da dire in merito. Se non altro, la trasferta in Toscana è servita a far capire (forse) alcuni aspetti. Per Askildsen, celebrato da qualcuno per mezza partita discreta con il Modena, la Serie B è un lusso, Stojanovic in questo momento non è all'altezza dei compagni e Ricci, anche nel suo ruolo naturale, alla Samp ha ormai fallito. Sono molto scettico pure su questa sorta di difesa a tre/cinque, appena gli uomini ce lo consentiranno tornerei al 4-3-2-1, con gli interpreti giusti nei reparti giusti, senza adattare tre o quattro giocatori con scelte cervellotiche, se non spiegate.

    L'ultimo paragrafo di questo Sampmania lo dedico ad una situazione oggettivamente imbarazzante, tragicomica e che inizia ad assumere i contorni della farsa. La situazione degli infortuni in casa Sampdoria è grottesca. In questi casi, le responsabilità vengono sempre palleggiate da uno all'altro: colpa dei campi, della preparazione, dei carichi di lavoro, della sfiga, dello staff medico. Quando avanzi una perplessità, sembra persino che si tratti di un'eresia. "Secondo te uno staff di professionisti non valuta tutti gli aspetti" "Secondo te gente che ha studiato sbaglia i carichi di lavoro e e appesantisce troppo i giocatori" "Secondo te una società lascia i calciatori ad allenarsi su un campo di patate" e così via.

    ​Beh, è vero, non lo so. Non sono un fisioterapista, non ho studiato medicina, sicuramente ho meno competenze di tutti. Ma ho due occhi, e dieci dita. Posso contare il numero di infortuni, tutti uguali e quasi tutti muscolari peraltro, vedo i giocatori che vanno a curarsi a Zurigo, in Spagna o a Timbuctù, mi accorgo che ad ogni partita c'è uno che esce zoppicando, o toccandosi l'inguine o i flessori. Quindi sì, inizio a pensare che qualcuno stia sbagliando qualcosa nel suo lavoro. Se io mettessi un' "H" di troppo, i lettori me lo farebbero notare, senza essere necessariamente professori di italiano. Penso che lo stesso ragionamento possa essere applicato alla Sampdoria.
     
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