Massimo Ferrero ha commesso il primo errore della sua esperienza in blucerchiato. Ariedo Braida non sarà il prossimo direttore generale della Sampdoria. L’accordo non è stato trovato: il ridimensionamento economico e di potere non è piaciuto all’ex dirigente del Milan che ha ascoltato e declinato gentilmente l’invito. Edoardo Garrone gli aveva promesso pieni poteri, sarebbe stato il Marotta della situazione; per Ferrero no, Braida avrebbe dovuto essere un dirigente, potente sì, ma in fondo solo quello.   

E’ l’addio più veloce della storia: il primo luglio doveva partire il contratto, il 2 è stato deciso il contrario. Non è un dramma ma la voglia del presidente di mettere in scena un one man show con sé stesso protagonista in tutto per tutto un po’ preoccupa. Difficile pensare in fatti che Ferrero possa operare sul mercato della Sampdoria, gestire il bilancio, le posizioni politiche-calcistiche, i rapporti con la squadra, con Mihajlovic e tutti gli altri compiti che spettano a ruoli dirigenziali che ad oggi sono scoperti.

In molti lo aspettavano e il primo errore della gestione Ferrero è arrivato. Il problema vero adesso è capire come il neo numero uno abbia intenzione di procedere. Per fare tutto da solo ci vuole molto tempo, Ferrero non sembra averne visto che ha già saltato il primo giorno di ritiro, diciamo pure il suo primo giorno di scuola. Ha twittato incoraggiamenti, questo è vero, ma 140 caratteri non valgono decisamente la presenza fisica di un presidente che poche settimane fa è spuntato dal nulla acquistando la Sampdoria abituata ad atteggiamenti completamente diversi dai suoi.

Mihajlovic, Gabbiadini e De Silvestri sono rimasti, Braida no e il mercato è immobile. Se ne facciamo una questione numerica forse il bilancio è positivo ma la sensazione è che il non approdo a Corte Lambruschini di una figura come l’ex braccio destro di Galliani peserà e non poco dalla parte negativa della bilancia.