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  • Sampmania: sembro Tom Hanks in 'Non così vicino'

    Sampmania: sembro Tom Hanks in 'Non così vicino'

    • Lorenzo Montaldo
    Se un mese fa mi avessero detto che la Sampdoria a Palermo sarebbe andata in vantaggio, si sarebbe fatta rimontare e poi, trovandosi sotto, avrebbe avuto l'energia e la forza di reagire e portare a casa un punticino dal Barbera, prima sarei scoppiato a ridere, poi avrei ordinato 'quello che ha preso lui', e infine avrei chiesto all'istante di firmare con il sangue per un simile scenario. Vi rendete conto di quanto cambiano in fretta le cose nel calcio? Oggi, dopo Palermo-Samp 2-2, la vibrazione che avverto è quella di un'occasione un po' sciupata. Capiamoci, il punto me lo prendo e lo tengo stretto, ce ne fossero di trasferte del genere. La giornata avrebbe potuto assumere una piega decisamente peggiore, sul palo ho perso un paio di anni di vita. Però ho avuto la netta impressione di una superiorità - potenziale - della Sampdoria rispetto alla squadra rosanero mai sfruttata in pieno.

    Vi anticipo subito, questo Sampmania mi è uscito fuori con un tono forse un po' troppo negativo, e non era mia intenzione. Quindi, a scanso di equivoci, lo ripeto ancora una volta: il pareggio a Palermo è oro colato, la strada è quella giusta e va bene così. Però a livello di analisi non posso non scrivere la mia sensazione. La Sampdoria, schiacciando sull'acceleratore, aveva le armi in regola per mettere in difficoltà il Palermo, fragile e reduce dal cambio di guida tecnica. Ho notato invece qualche piccolo passettino indietro dei blucerchiati a livello di gioco, specialmente in mezzo al campo, senza contare un paio di disattenzioni difensive a cui ormai abbiamo fatto l'abitudine. Lo sviluppo dell'azione era meno corale, più farraginoso rispetto ad altre prestazioni della squadra di Pirlo.

    Inoltre (so di fare un'affermazione che difficilmente troverà terreno fertile visti i 13 punti in 15 partite, me ne rendo conto) ma a mio modo di vedere la Sampdoria più quadrata e che esprimeva il miglior gioco era quella impostata sul 4-3-2-1, con la linea difensiva a quattro. Il modulo a tre ti permette di schierare contemporaneamente Leoni, Facundo e Ghilardi, ma mi pare che spesso costringa a scalate improvvide i centrali, aprendo varchi sulle corsie quando la palla scavalca o taglia fuori l'esterno spingendo il difensore di turno ad uscite rischiosissime. Ghilardi ha causato tipo il dodicesimo rigore in fotocopia, quell'entrata ce l'ha nel DNA (vedi Sudtirol) ma un certo tipo di uno contro uno è fisiologico quando gli esterni puntano e affrontano in area. 

    Ultima dichiarazione da lamentoso rompiscatole, poi la pianto e parliamo di cose belle: non ho capito molto i cambi, a partire da Borini-De Luca. Francamente avrei tenuto in campo il centravanti in una partita del genere, impiegando Borini dietro alla punta al posto di Verre, di nuovo in calo. Mi sarebbe piaciuto anche Alvarez, e penso che non fosse l'occasione migliore per far rientrare Pedrola, siamo tutti contenti di averlo rivisto in campo, ma quella di ieri non era la gara per un rientro in campo dopo sei mesi di astinenza. 

    Come promesso, adesso la smetto con i mugugni che sembro Tom Hanks nel film "Non così vicino", quello dove lui interpreta il tizio rimasto vedovo che odia il mondo, anzi, "Non odia il mondo, solo le persone che lo rovinano". Devo dire che l'ultimo mese di Sampdoria mi ha ridato una scintilla vitale che temevo di aver perso, per questa stagione. Siamo tutti naturalmente consapevoli del fatto che già agguantare i play off il 10 maggio sarebbe un lusso, che la formula di questi scontri all'ultimo sangue li rende una lotteria in cui i dettagli e soprattutto la fortuna fanno la differenza. Sappiamo benissimo che non verremo mai in Serie A, è letteralmente impossibile, ve lo giuro non accadrà mai e poi mai. Però questa Samp che va a Palermo e prende un punto, dando l'idea di poter anche strapazzare in condizioni 'normali' i siciliani, pare essere una squadra capace di affrontare in partita secca alla pari qualunque compagine di Serie B. 

    I cambi, in un eventuale play off, sono uno di quegli elementi in grado di spostare impercettibilmente la lancetta dell'equilibrio, quel tanto che basta per dare il via alla pallina e farla rotolare dal lato giusto del piano. Ieri Pirlo dalla panchina ha potuto inserire Murru, Giordano, Borini, Pedrola e Depaoli. A breve, si spera, avrà in più Esposito e Piccini. Mi rendo conto che nella prima parte di questo articolo sembravo il misantropo di "Non così vicino", ma in realtà l'entusiasmo ce l'ho anche io. Cerco solo di domarlo, come fa Otto nel film. 

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    fitroy
    fitroy

    La squadra è da alta serie B... nonostante una difesa ancora immatura (Leoni diventerà fortissimo...

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