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Atalanta a San Siro, una vittoria per tutti: se Scaroni si lascia condizionare dai tifosi non è un grande dirigente

Atalanta a San Siro, una vittoria per tutti: se Scaroni si lascia condizionare dai tifosi non è un grande dirigente

  • Alberto Cerruti
    Alberto Cerruti
Chi poteva immaginare, un’estate fa, che l’Atalanta si sarebbe guadagnata un posto in Champions League? Ma soprattutto chi poteva immaginare, soltanto una settimana fa, che l’Atalanta avrebbe chiesto di giocare le sue prime, storiche, gare di Champions a San Siro? Il calcio sarà anche diventato un business, ma rimane sempre un meraviglioso contenitore di sorprese. E così, assorbita a fatica la delusione di non poter risentire la famosa musichetta della Champions, il Milan che non parteciperà neppure all’Europa League potrebbe lasciare il suo posto a San Siro proprio alla squadra di Gasperini che aveva battuto a Bergamo, dopo aver pareggiato in casa, guadagnandosi un inutile vantaggio nei confronti diretti. 

In questo caso, nei martedì e mercoledì di coppa, ci sarebbe uno stadio tutto nerazzurro mentre Maldini, che ha sollevato l’ultima Champions dodici anni fa, si dovrebbe accontentare di guardare la tv. Questa è la prospettiva, vista con gli occhi dei tifosi rossoneri, che va riletta però in altro modo. Perché sarebbe sbagliato negare all’Atalanta la possibilità, e quindi la festa, di giocare in uno stadio più grande, più vicino a Bergamo e anche più adatto per la sua storia a ospitare gare di Champions. 

Premesso che non si tratta di un capriccio del presidente Percassi, che ha fatto di tutto per accelerare i lavori nello stadio di Bergamo, l’Atalanta pagherebbe per giocare a Reggio Emilia e a maggior ragione pagherebbe per giocare a Milano in uno stadio che è di proprietà del Comune – è bene ricordarlo – ma è abitato da Inter e Milan, suoi storici inquilini.

Ospitare l’Atalanta a San Siro sarebbe un gesto di sportività e di amicizia da parte di Inter e Milan, che migliorerebbe i rapporti tra le società e soprattutto non toglierebbe nulla né all’Inter, né al Milan. Il sindaco Sala ha già dato il suo parere positivo e non si capisce perché il presidente del Milan, Scaroni, abbia avanzato delle riserve per capire l’umore dei tifosi. Un grande dirigente, quale evidentemente lui non è, deve avere la personalità per prendere qualsiasi decisione, a prescindere dall’umore dei tifosi, non soltanto per scegliere allenatori e giocatori. Ma soprattutto, visto che Scaroni si preoccupa del parere dei tifosi, perché non li interpella anche per chiedere se sono d’accordo sulla proposta di abbattere San Siro, che ha 80.000 posti e una storia al di là del calcio, per costruire un nuovo impianto sempre da dividere con l’Inter, ma di appena 60.000 posti? 

I
l discorso relativo al parere dei tifosi, e in particolare degli ultras, vale anche per la Curva Nord dell’Inter che si è già mostrata contraria all’idea di “prestare” San Siro all’Atalanta, mentre la società nerazzurra a differenza di quella rossonera ha subito espresso parere favorevole. Ecco perché questa è una rara occasione per unire i tifosi veri, di Inter e Milan, rivali ma mai nemici, con quelli dell’Atalanta, che fino a prova contraria rimane una squadra italiana e  tra l’altro della stessa regione. Senza contare il fascino di una sfida Atalanta-Real Madrid a San Siro, invece che a Reggio Emilia. Tifo “per” quindi e non tifo “contro” una squadra che si è meritatamente conquistata, con gli applausi di tutti, questa vetrina europea.

Tra l’altro non sarebbe nemmeno una “prima volta”, perché già nel 1995 San Siro ospitò la Juventus, che non potendo disputare a Torino la finale di ritorno di coppa Uefa contro il Parma chiese di giocare a Milano. Per la cronaca, dopo l’1-0 all’andata grazie all’1-1 a San Siro, la coppa andò al Parma di Scala. Quella sera perse soltanto la Juventus. Domani, invece, se il Milan ufficializzasse il suo parere negativo per concedere San Siro all’Atalanta, perderebbero tutti

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