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  • Sanchez vs Ibrahimovic:| C'è la Juventus in palio

    Sanchez vs Ibrahimovic:| C'è la Juventus in palio

    Completamente all’opposto: nel modo di porsi. O anche solo estremamente diversi: nel modo di giocare. Agli antipodi: per caratteristiche tecniche e stile di vita. Così lontani: sotto l’asticella che misura l’altezza. Sopra la bilancia che testimonia il peso: uno alto e grande e grosso, centravanti nel portamento e nello sfondamento. L’altro piccolo e sgusciante, leggero e tornante. Così distaccati: nel paniere degli stipendi, con il folletto che guadagna un quarto del pivot. Così distanziati: all’anagrafe, 7 anni di differenza. Così incredibilmente divisi anche nell’identikit dei procuratori: uno il più possibile silenzioso e misterioso, un fiume carsico. L’altro il più possibile tumultuoso ed esposto nella comunicazione che esonda, nel creare l’evento dicendo una parola. O due concetti-contro: «È impossibile, anzi no». Alexis Sanchez e Zlatan Ibrahimovic . Due talenti: ma imparagonabili. Due carriere: una con l’alba alle spalle, l’altra con il tramonto non certo vicino, ma meno lontano. Due profili: di qua lo sguardo che implora, di là gli occhi che aggrediscono. Due avversari: la Champions li ha appena messi contro, il destino non si è fatto mancare nemmeno questo dettaglio . Sanchez e Ibrahimovic, un filo li unisce. Ed è il filo di una tela che la Juventus tesse, ora usando il periscopio, ora il microscopio. Sanchez e Ibrahimovic, l’ultimo paradosso. È semplicemente la Juventus che si batte e si sbatte per bussare a casa loro e auspicare porte che si aprono? O non sono (anche, se non soprattutto) loro due che ci stanno , che annusano l’aria, che aspettano e sperano, che scaldano il corteggiamento e non perdono occasione per restare agganciati al treno? Sanchez a Barcellona sta finendo in un vicolo cieco. Ibrahimovic a Parigi non vuole restare. Chi vuole più di tutti cosa? Proviamo a ribaltare la prospettiva, una buona volta. 


    COLPI BASSI - Prendiamo il cileno, amico di Vidal . È storia quasi consunta, per quanto se ne scrive da settimane in un crescendo di suggerimenti, ritocchi, aggiustamenti, aggiornamenti. Ma poi si torna necessariamente sempre lì. Sanchez ha capito da tempo l’aria che tira. E mica solo perché il Barcellona sta accelerando per portarsi a casa sua maestà Neymar già quest’estate, senza dover attendere la prenotazione fissata per il 2014 (vedi le indiscrezioni sul fresco blitz in Catalogna di suo padre, con consulenti al fianco). E se non sarà il brasiliano, a stretto giro di posta? Avanti con la possibilità di abbrancare Agüero . Sanchez gioca poco, segna poco, la vede poco. Subisce critiche in serie: l’opinione pubblica, i giornalisti al seguito, i tifosi. Patisce l’insofferenza dei vertici del Barça, delusi e immersi nella crisi del secondo anno del Niño Maravilla. Che, anche per questo, è appena tornato a parlare, intervista lieve e iperdiplomatica. [...]


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