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  • Sarà Argentina-Francia, ma il Marocco ha rischiato di fare la rivoluzione

    Sarà Argentina-Francia, ma il Marocco ha rischiato di fare la rivoluzione

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Sapevamo tutti che la Francia era più forte. Quel che non sapevamo è che il Marocco non era - dunque non è - solo difesa ad oltranza e contropiede sporadico. Come pochi immaginavano - non io per esempio - che, sotto di un gol dopo appena cinque minuti, la Nazionale nordafricana se la giocasse alla pari con i Bleus rischiando anche di pareggiare nel primo quarto d’ora della ripresa.
    E’ finita 2-0 con gol di Theo Hernandez e del neo entrato Kolo Muani, ma il Marocco avrebbe meritato almeno un gol, magari nel recupero (salvataggio di Koundè su tiro di Ounahi), con il quale coltivare la possibilità dell’impresa fino all’ultimo secondo. La Francia ha avuto più occasioni, il Marocco non le ha colte nei momenti propizi.

    El Yamiq, colpevole in occasione del primo gol subìto, ha tentato di riscattarsi con un’acrobatica rovesciata alla fine del primo tempo. Il pallone è finito tra Lloris e il palo e l’opportunità di andare all’intervallo in parità è sfumata. Certo, un palo l’ha colpito anche la Francia con Giroud, e ben prima del Marocco. L’attaccante del Milan si è anche mangiato una colossale occasione, ma nei primi venti minuti della ripresa Ziyech ha squarciato la fascia destra - la sinistra difesa da Theo Hernandez - mettendo una serie di palloni in mezzo che i francesi hanno allontanato con angosciosa fatica. Nessuno ha rubato nulla a nessuno, solo che, per me, il Marocco ha perso l’occasione storica di continuare la rivoluzione, cominciata accedendo alla semifinale, con un epilogo che sarebbe stato, forse, molto gradito solo all’Argentina.

    La finale, invece, sarà con la Francia. O, per chi ami la parte per il tutto, Messi contro Mbappé, entrambi appaiati a 5 gol in testa alla classifica cannonieri, entrambi affamati di successo. Il sudamericano insegue l’ultimo, quello che gli è sempre mancato. Il francese la consacrazione assoluta davanti al mondo che lo ha eletto erede dei maggiori fuoriclasse della storia: Ronaldo il fenomeno, Ronaldo CR7, lo stesso Messi.

    Il punto è che la Francia, tra infortuni prima e durante il Mondiale, ha gli uomini contati. Ieri sera, come se non fossero già pesanti le assenze di Benzema e Lucas Hernmandez (senza contare Kantè mai partito per il Qatar), si sono dovuti fermare anche Rabiot e Upamecano. Credo che per la finale recupereranno, tuttavia segnalano una condizione collettiva assai precaria. Infatti, esattamente come con l’Inghilterra, la Francia ha vinto senza incantare. E’ vero che la contabilità le assegna più opportunità da gol, ma è altrettanto vero che, dopo l’1-0, ha dovuto subire la crescita del Marocco. Regragui è un ottimo tecnico. Partito con il 5-4-1 per non subire nemmeno un gol, ha cambiato poco dopo il 21’,  approfittando dell’uscita dell’acciaccato Saiss. La squadra ha abbracciato un più disinvolto 4-3-3 e ha cominciato a farsi vedere con costanza dalle parti di Lloris. Nulla di travolgente anche se era davvero paradossale constatare che il contropiede lo facesse la Francia (palo di Giroud).

    Chissà, forse con un arbitro migliore dell’impresentabile Ramos, la storia della partita sarebbe potuta cambiare quando Boufal è stato travolto in area da Theo Hernandez. Il problema è che l’arbitro ha visto il milanista rovinare a terra, contorcendosi dal dolore. Così, oltre a fischiare punizione per la Francia, ha pure ammonito il marocchino. Sarebbe stata corretta la decisione contraria: rigore per il Marocco e cartellino giallo per Theo.

    Il segmento di partita in cui i Bleus hanno sofferto di più è stato l’inizio di ripresa. Non solo perché la palla ce l’aveva sempre il Marocco, ma perché i suoi calciatori la facevano girar meglio e da destra mettevano palloni invitanti sia per chi arrivava a rimorchio, sia per gli attaccanti in area. Ecco, fosse arrivato un gol in quella fase, probabilmente avremmo assistito ad un altro miracolo di Regragui, ma con il passare del tempo e le squadre che si allungavano, la Francia ha ritrovato spazi e, soprattutto le volate di Mbappé (meglio rispetto alla parita con l’Inghilterra, ma non ancora se stesso). E’ stato lui, alla fine, a provare il tiro da cui è nato il rimpallo buono per Kolo Muani, dentro da quaranta secondi, fortunato a trovarsi un pallone a due passi dalla porta. Francia, dunque, di nuovo finalista a soli quattro anni di distanza dal secondo titolo mondiale. Ma stavolta non sarà una storia scontata. Anzi, tutta da immaginare.    


     

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