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  • Sassuolo con “l’effetto Berardi” al contrario, come il Portogallo senza CR7 nella finale EURO 2016

    Sassuolo con “l’effetto Berardi” al contrario, come il Portogallo senza CR7 nella finale EURO 2016

    • Luca Bedogni
    Non è solo un espediente retorico quello utilizzato da Ballardini nella conferenza stampa pre Sassuolo-Frosinone, i neroverdi possono davvero ritrovare sé stessi in risposta al trauma collettivo dell’infortunio di Berardi che ha colpito la società emiliana nella giornata di Verona. È concreta infatti la possibilità che diventi davvero uno stimolo per tutti. 

    Finora non è mai successo, ma non per questo i neroverdi devono smettere di crederci. Forse la radicalità dell’evento cambia le carte in tavola e può innescare la svolta. In combinazione a quella del cambio di allenatore, può diventare la scarica decisiva per ridestare il cuore fermo del moribondo. Perché un conto è provare a vincere sapendo che comunque a breve “il salvatore” rientrerà, un conto è farlo con la consapevolezza del contrario, che Berardi non tornerà proprio. Ecco gli ingredienti, i presupposti di una sana emancipazione da parte del gruppo nei confronti del leader tecnico.  

    Giova a tal proposito ricordare un evento fuori portata ma comunque emblematico al punto giusto da diventare un precedente per tutti, anche per quei club che lottano per la salvezza. Il riferimento è la finale di EURO 2016, Portogallo-Francia. Con le dovute proporzioni, l’infortunio di Berardi potrebbe stare al Sassuolo come quello di Cristiano Ronaldo al Portogallo, occorso al minuto 25 della finalissima. Ricordo bene, dato che tifavo Francia, che in quel momento pensai: “stai a vedere che diventa un fattore”. Nel primo quarto d’ora i transalpini erano sembrati in controllo, ma subito dopo l’infortunio di CR7 la partita prese una piega diversa, strana, che non si capiva da che parte pendesse. Quasi che “l’effetto CR7” stesse agendo non solo sui compagni di squadra, ma anche sugli avversari, che apparivano quasi sollevati, più rilassati, in due parole meno pericolosi. 
    La storia ci racconta che alla fine alzò la coppa il Portogallo grazie a un gol di Eder ai supplementari. Non certo una stella di quella rosa.   

    Ebbene non so se nella testa di Ballardini ci sia esattamente questo paradigma, che è quasi mitologico a pensarci bene. E se il Sassuolo non ha tutto quel talento che rimaneva in campo al Portogallo per fronteggiare un evento simile, è anche vero che non ne è completamente sprovvisto e che inoltre gli avversari che incontrerà saranno comunque alla sua portata, almeno quanto e più che la Francia per il Portogallo di allora. A partire dal Frosinone dell’amico Difra naturalmente. Oggi al Mapei Stadium toccherà solo al dio del calcio eleggere l’Eder della situazione. Il fortunato esiste ma ancora non lo sa, e forse non si azzarda nemmeno a sognarlo. 


     

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