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  • Sassuolomania: senza biscotto è rissa. Raimondi da prova TV, altro che Berardi..

    Sassuolomania: senza biscotto è rissa. Raimondi da prova TV, altro che Berardi..

    • Luca Bedogni
    Qualcosa non torna nella maxi rissa di ieri tra Atalanta e Sassuolo: l’arbitro Doveri ha sparato un rosso nel mucchio, e guarda caso ha colpito Berardi, il giocatore più rappresentativo e pericoloso dei neroverdi. L'autore del gol dell’uno a zero era un prevedibile bersaglio, un comodissimo capro espiatorio: d’altronde basta niente per riaccendere i pregiudizi sul suo conto. “Eccolo, il solito Berardi!”, avrete detto o pensato anche voi. Stavolta però cosa aveva fatto di male? Non si è capito. I principali giornali stamattina non riportano una causa precisa. Forse perché non c’è.
     
    Perché aveva cercato di alzare da terra il simulatore De Roon? No di certo. Doveri aveva già sorvolato, prendendo da parte (e ammonendo) soltanto l’olandese e Magnanelli, i protagonisti del ‘contatto’ in area e del ‘testa a testa’. Berardi era appena tornato calmo e stava abbracciando il Papu Gomez ancora dentro l’ area. Dunque? È lì che è successo di nuovo qualcosa, lontano dall’arbitro e dalle telecamere che inquadravano i cartellini su De Roon e Magnanelli, col capitano che ripeteva al centrocampista nerazzurro di “non fare il furbo” (chiarissimo il labiale).
     
    Le immagini di sky purtroppo abbandonano l’abbraccio tra Berardi e Gomez proprio nel momento in cui sopraggiunge di spalle e di corsa dalla panchina un membro dello staff atalantino. In tuta. De Zerbi a fine gara dirà che “uno della panchina dell’Atalanta gli ha messo le mani addosso.. Sollevare un avversario da terra non è cattiveria, non è un gesto sleale. Sleale è dare uno schiaffo a uno dei miei”.
     
    De Zerbi non ha fatto il nome, lo facciamo noi: si tratta del collaboratore tecnico di Gasperini, Cristian Raimondi. Nella ricostruzione attraverso le immagini c’è un buco, cioè non sappiamo effettivamente cosa abbia fatto Raimondi a Berardi (“mani addosso” è un conto, “schiaffo” un altro), certo è che dall’approccio all’avversario, dallo sviluppo e dalla dinamica della rissa risulta chiaro il suo ruolo nella vicenda. È con lui infatti che Berardi se la prende da lontano, col dito puntato, mentre viene trascinato negli spogliatoi dai compagni. Mentre viene espulso inspiegabilmente da Doveri. Era Raimondi l’uomo in tuta che poco prima aveva rotto la pace tra Berardi e Gomez, sopraggiungendo di corsa e con cieca foga da bordo campo. Lui, il provocatore che ha riacceso e scatenato definitivamente la rissa.

    Ma nessuno ne parla. Si preferisce ed è più facile e conveniente parlar male di Berardi, del “solito Berardi”, purché venga celebrata la bella Atalanta, spot del bel calcio senza macchia. Tuttavia anche il buon Gasperini ha i suoi ‘bravi’. In Italia, dove saltano i biscotti, dove i giocatori non si presentano in ciabatte, ciò provoca ancora una specie di rabbia repressa, una sorta di rancore, surrogato del calcio che fu: ma come, ci fate questo davvero? Giocate davvero alla morte? E le risse su motivi pretestuosi sono presto spiegate. Vero Raimondi?
     
    Insomma, finché non sarà fatta chiarezza sull’episodio Raimondi-Berardi, dispiace, ma non potremo congratularci come avremmo voluto con la pur fantastica e meritevole Atalanta. Partita falsata, siamo d’accordo con mister De Zerbi. Per lo meno fino a prova contraria.
     
     

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