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Sconcerti a CM: 'De Rossi usurato, capisco la Roma. Conte all'Inter, un numero uno in una squadra di numeri due'

Sconcerti a CM: 'De Rossi usurato, capisco la Roma. Conte all'Inter, un numero uno in una squadra di numeri due'

  • Furio Zara
    Furio Zara
La telenovela Allegri-Agnelli, Conte sempre più vicino all'Inter. La corsa Champions, quella per la salvezza. E il caso De Rossi. Di questo e di molto altro abbiamo parlato - stimolati dalle domande dei lettori di «100° Minuto» con Mario Sconcerti.

Sconcerti, a che riflessione ti porta lo strappo tra la Roma e De Rossi?
«Così come per Totti sono storie talmente importanti e lunghe che in qualunque modo finiscono, spargono intorno veleni, questo è inevitabile. Non se ne può uscire su un cavallo bianco. Io credo che De Rosi possa essere subito, dico ora, già un allenatore di serie A. Certo, penso che possa anche continuare a giocare per tutto il tempo che vuole, ma che De Rossi sia un giocatore molto usurato questo è chiaro. Capisco che la Roma abbia il dovere di mettere un punto. Lui ha dato molto alla Roma e la Roma ha dato molto a lui. Penso che De Rossi abbia - nella prospettiva del nuovo lavoro che lo aspetta - molte più capacità tecniche di Totti e che abbia tutto per fare il lavoro dell’allenatore».

Può seguire il percorso di Mancini, che tra l’altro tu «scopristi» come allenatore.
«De Rossi è pronto. Gli farebbe anche bene. E’ già un docente di Coverciano. Uno con la sua sapienza tecnica e tattica, non ha bisogno di interrompere, di fermarsi. Può allenare subito».

A Torino altre giornate interlocutorie: niente di fatto tra Allegri e Agnelli.
«Io non capisco l’ingenuità di questo mondo. Ma secondo voi: hanno la festa scudetto domenica, ed è una festa di famiglia, e vanno a litigare di mercoledì? Per favore, non scherziamo. Entrambi sanno già di cosa parleranno, entrambi hanno ben chiaro cosa vogliono. Sapremo tutto quando converrà a loro. Ma i continui rinvii, non della decisione, ma della comunicazione della decisione, di fatto allontanano Allegri da Agnelli e viceversa».

Tra Conte e l’Inter sembra ormai fatta. Quale valore aggiunto porta Conte in nerazzurro?
«Porta se stesso e una forte personalità di base, che è la cosa che manca all’Inter. L’Inter è una squadra di numeri due, ma lui è uno dei pochissimi numeri uno in circolazione. Riesce a dare intensità e motivazioni ai numeri due. Io sono rimasto strabiliato dal campionato Europeo dell’Italia di Conte. Lui la faceva giocare esattamente come una squadra di club. Conte è un fenomeno, ma l’Inter è una squadra di numeri due. Certamente l’Inter avrà un’altra aggressività, un’altra voglia di stare un campo».

E Spalletti?
«Spalletti se vuole una squadra all’estero la trova. E’ un ottimo allenatore. Conte è migliore, ma lui è un ottimo allenatore».

La tua favorita per la corsa al quarto posto buono per la Champions.
«Io tifo per l’Atalanta, l’ho già detto, sarebbe un bel segnale per tutto il nostro calcio. Bastano quattro punti. Si può anche ipotizzare un pareggio domenica contro la Juventus e poi una vittoria all’ultima giornata con il Sassuolo».

E la corsa salvezza come la fotografi?
«C’è una partita chiave, per tante squadre. Empoli-Torino, si gioca tutto là. Se il Torino toglie punti all’Empoli sono salve tutte le altre. Se l’Empoli batte il Torino allora diventa dura per tutte le altre, compresa la Fiorentina, che è - dal punto di vista tecnico - la peggiore di tutte: non fa più punti».

L’avresti mai immaginato?
«Ho sempre temuto questa deriva. Questa è una squadra che quando è felice può fare buone partite, ma devono essere molto felici. perché quando qualcosa va storto, allora crolla definitivamente».

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