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  • Sconcerti a CM: 'Il padre di Chiesa era più forte, in una Juve 'normale' Dybala sta fuori. L'Inter non giocherà mai bene, ma vincerà lo scudetto'

    Sconcerti a CM: 'Il padre di Chiesa era più forte, in una Juve 'normale' Dybala sta fuori. L'Inter non giocherà mai bene, ma vincerà lo scudetto'

    • Furio Zara
      Furio Zara
    Sconcerti, guardo e riguardo come Federico Chiesa carica il tiro mi impressionano le similitudini naturali con il padre Enrico. 
    «E’ vero, dall’inclinazione del corpo al modo di calciare, sono uguali. Enrico, suo padre, aveva però una facilità di tiro e una potenza diversa. In Serie A ha segnato tantissimo. Federico è ancora lontano. A me sembrava più completo il padre, trovava molto più facilmente la porta. Enrico era anche uno specialista nei calci piazzati. Federico è un po’ più arruffone, non fa tante cose in una partita, ma se sta bene - come è successo a San Siro - sono tutte cose decisive».

    Che Juve hai visto a San Siro?
    «La Juve è partita bene, poi il Milan si è preso il campo. La Juve ha giocato la ripresa senza dominarla, ma senza lasciare nulla al Milan».

    Non ti sembra che il centrocampo della Juve sia ancora alla ricerca di certezze?
    «Noi stiamo cercando una squadra perfetta, come lo è stata spesso la Juve di questi anni. Ma la squadra perfetta non ci sarà. E’ andata così anche per la Juve di Sarri, che ha perso 7 partite subendo 43 gol e ha vinto comunque lo scudetto. La cosa bella di ieri è che la Juve ha vinto senza Ronaldo, con Ramsey che fa bene questo ruolo di guastatore in mezzo al campo».

    Dybala ha fatto quel gran bel colpo di tacco, ma mi è parso ancora estraneo.
    «Dybala non trasforma la Juve, ma è il «di più« della Juve. In una Juve normale Dybala non gioca, perché Ronaldo ha bisogno di un centravanti, non di Dybala. Pi è chiaro, parliamo di un fuoriclasse e se ce l’hai e lo metti, e allora è tanta roba».

    Il Napoli ha perso già 5 partite su 15. Una su tre. Sono tante.
    «Significa essere quasi fuori dalla corsa scudetto. Il Napoli in questo inverno di grandi assenze è rimasto senza il reparto d’attacco, con Osimhen e Mertens fuori. Petagna fa quello che può, segna, ma non è il centravanti che serve a Gattuso. Il Napoli è lento a portare avanti l’azione. Ha un giocatore straordinario, Fabian Ruiz, ma lo spagnolo è lento, anche nel pensare. E con Bakayoko accanto rallenti tutto. E’ una gran bella squadra, il Napoli, ma adesso o si completa da sola, nel senso che tornano Osimhen e Mertens e fanno la differenza, oppure questa è la sua dimensione».

    Domenica c'è Roma-Inter.Per la Roma è una grande occasione. Ma negli scontri diretti finora non ha mai vinto.
    «L’abbiamo già detto: è questo il suo limite. Ma non è detto che sia sempre così. A Napoli e a Bergamo, dove ha perso male, la Roma non è entrata in campo. Ci sono partite che Fonseca sbaglia, questo è un fatto. La Roma deve essere una squadra sfacciata, perché fondamentalmente eccessiva, basta pensare ai fantasisti che ha, da Mkhitaryan a Dzeko a Pedro a Pellegrini. E’ una squadra molto duttile, quando porta avanti il pallone lo fa con sei giocatori e spesso ti travolge. E poi è tutta gente che sa giocare a pallone, giocatori di piedi buoni».

    L’Inter a Genova non ha giocato certo peggio di altre volte, ma stavolta ha perso doppi otto vittorie consecutive.
    «Guarda, non possiamo giudicare questo campionato con le categorie classiche del calcio. L'Inter non giocherà mai bene, la Fiorentina giocherà sempre male. Ma questo non vuol dire che l'Inter non vincerà lo scudetto e che la Fiorentina non si possa salvare. Io continuo a pensare che l'Inter sia favorita, proprio perché ha una forza fisica davanti che è straordinaria. Ma quest'anno non c'è una squadra migliore delle altre, ci sono tante squadre imperfette. Non è un caso che abbiamo aspettato la Juve, per avere certezze e metterci il cuore in pace».

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