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  • Scudetto: ci sono solo Juve e Napoli, ma l'uragano Balotelli fa tremare la serie A

    Scudetto: ci sono solo Juve e Napoli, ma l'uragano Balotelli fa tremare la serie A

    Adesso è ufficiale: lo scudetto è un affare ristretto a Juve e Napoli. Lo dice la classifica, lo ammettono Lazio e Inter, le cui sconfitte sono fragorose come la rimonta del Milan, oggi quarto assieme all'Inter, agganciata grazie a SuperMario. 1.001 giorni dopo il suo ultimo gol a San Siro, Balotelli è tornato, ha cambiato maglia, ha segnato due gol, ha piegato l'Udinese, furibonda con l'arbitro Valeri per il contestatissimo rigore accordato al 93' ai rossoneri. Un rigore che non c'era.

    Ma il debutto di Mario è stato degno di un autentico fenomeno qual è il centravanti della Nazionale che non avrebbe dovuto giocare dall'inizio, se non ci fosse stato l'infortunio di Pazzini durante il riscaldamento. E meno male che, il 7 gennaio, Berlusconi l'aveva definito una mela marcia, salvo poi smentirsi come al solito. L'uragano Balotelli ha consentito al Milan di continuare la rimonta: nelle ultime 15 gare Allegri ha totalizzato 33 punti.
     
    La Juve, intanto, al perentorio successo napoletano di sabato sera  sul Catania, ha risposto con il secco uno-due di Verona. Matri e Liechsteiner hanno  scacciato i fantasmi di una settimana cominciata con la stangata del giudice sportivo su Conte e i bianconeri protagonisti dell'assedio a Guida e proseguita con le critiche a Marotta per non avere ancora preso il fatidico superbomber inseguito da un anno e mezzo, ripiegando su Anelka. La Juve c'è, anche senza Asamoah, Marchisio, Bonucci, Chiellini, Vucinic, Pepe e senza Conte in panchina. A proposito, sarà il caso di elogiare Angelo Alessio, la cui bravura è pari all'umiltà.
       
    Il Napoli, invece, coccola Hamsik, decisivo con il Catania, partita che ha visto fra i migliori Cannavaro e Grava (titolare per la prima volta dopo un anno). Non è un caso. La rabbia accumulata per l'ingiustizia patita dalla giustizia sportiva ha fatto da propellente al ritorno dei due difensori in una squadra protagonista di un ottimo mercato invernale.
     
    Male, anzi malissimo l'Inter, che aveva perso un girone fa in casa contro il Siena e ha riperso contro il Siena; che nelle ultime 8 trasferte fra campionato e Coppa Italia ha inanellato 7 sconfitte e 1 pareggio. Il debutto di Schelotto è stato un disastro, ma può stupirsene soltanto chi non aveva seguito il pessimo avvio di stagione dell'italoargentino a Bergamo. Il problema di Stramaccioni è la mancanza di chiarezza: non può continuare a cambiare moduli, uomini e tattiche. Scelga un assetto e che sia quello definitivo. Kovacic è un grande acquisto, gli è bastato  un tempo a Siena per dimostrare di che pasta sia fatto. Ma il talento croato ha soltanto 18 anni: non può essere lui a risolvere le grane di una squadra che rischia addirittura di tornare al periodo premanciniano. 
     
    Tempi cupi anche per la Roma che ha appena fatto fuori Zeman, considerato il principio di tutti di mali di una squadra costruita male, finita peggio e ora affidata ad Andreazzoli (già vice di Spalletti, Ranieri, Montella, Luis Enrique e sinora membro dello staff di Zeman) in attesa di Blanc a giugno. La verità è che il boemo paga per tutti. I primi ad andarsene, invece, dovevano essere Baldini e Sabatini, passati da Luis Enrique a Zdenko, spendendo, montando e smontando una formazione che avrebbe avuto bisogno di tempo per crescere. Invece, in questo momento, è allo sbando. Eppure conta il miglior attacco del campionato: 49 gol, uno in più della Juve. Il problema è che è sempre stata senza difesa. Come Zeman.
     
    E come Gasperini che, se oggi viene esonerato da Zamparini  (Pasquale Marino in pole, Reja dietro), almeno intascherà 300 mila euro di bonus per il licenziamento. Gasp il previdente aveva inserito la clausola al momento della sua assunzione. Non aveva fatto i conti con Denis.
     
    Xavier Jacobelli
    Direttore www.calciomercato.com
     
     

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