Serie A: dalla proposta di De Laurentiis alle offerte dei fondi, come può cambiare il calcio in tv
A giugno il Consiglio di Stato ha reintrodotto il divieto di esclusività sul web fino al 2022 per Sky, per questo è difficile - come scrive Milano Finanza - che la pay tv possa replicare per il prossimo triennio l'offerta da 800 milioni annui con cui si è aggiudicato i diritti tv per le stagioni 2019-2021. A questo punto troverebbero spazio Dazn, Amazon Prime, Tim Vision e altri over-the-top che potrebbero aderire al bando 2021-2024, atteso tra settembre e novembre. Sempre, nel frattempo, che il bando non si trasformi in una formalità: entro le 18 del prossimo 24 luglio sono attese le offerte vincolanti dei fondi di investimento interessati a investire nella media company della Lega di Serie A in cui dovrebbero confluire i diritti tv per i prossimi 10 anni.
Dal Pino ha invitato 7 fondi, Cvc, Wanda, Bain Capital, Advent, General Atlantic, Tpg e Apollo, ai quali chiede obblighi stringenti. Tra questi c'è la partecipazione azionaria di minoranza che dovrà essere ceduta alla Lega Serie A entro il limite massimo del 15% capitale. L'ingresso di un fondo nel capitale della newco pone il problema della titolarità dei diritti ufficialmente in capo non alla Lega, ma ai club di Serie A che variano ogni anno per via delle promozioni/retrocessioni. Dall'altro alcuni presidenti sarebbero restii a perdere il controllo sulla media company e sui relativi ricavi. Ecco perchè, secondo Milano Finanza, tutti i fondi si starebbero orientando verso il finanziamento esterno di una società (o di un canale) che resterebbe controllato al 100% dalla Lega.