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  • Serie A: dalla proposta di De Laurentiis alle offerte dei fondi, come può cambiare il calcio in tv

    Serie A: dalla proposta di De Laurentiis alle offerte dei fondi, come può cambiare il calcio in tv

    Una giornata importante per il futuro del calcio italiano. Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, ha invitato lunedì i colleghi dei 20 club di Serie A al Ritz di Roma per un pranzo di lavoro, nel quale illustrerà il proprio progetto di produzione e distribuzione dei contenuti del massimo campionato. Un rinnovamento che per primo aveva proposto il presidente di Lega Dal Pino: la sua idea di creazione di una media company era stata approvata all’unanimità nell’ultima assemblea. Un passaggio che per la Lega prevede anche l’ingresso con quote inferiori al 15% di un private equity che investa nel prodotto e che allo stesso tempo rinnovi la governance della A. Un’idea che non è molto diversa da quella di De Laurentiis: ma il numero uno del Napoli - scrive La Gazzetta dello Sport - vorrebbe realizzare il progetto senza nuovi partner. Il suo modello prevede una Serie A autonoma che venda a una pluralità maggiore di broadcaster l’evento partita, in modo da aumentare gli incassi. Inter, Milan e Roma ci saranno, non la Juve, impegnata in serata con la Lazio.

    A giugno il Consiglio di Stato ha reintrodotto il divieto di esclusività sul web fino al 2022 per Sky, per questo è difficile - come scrive Milano Finanza - che la pay tv possa replicare per il prossimo triennio l'offerta da 800 milioni annui con cui si è aggiudicato i diritti tv per le stagioni 2019-2021. A questo punto troverebbero spazio Dazn, Amazon Prime, Tim Vision e altri over-the-top che potrebbero aderire al bando 2021-2024, atteso tra settembre e novembre. Sempre, nel frattempo, che il bando non si trasformi in una formalità: entro le 18 del prossimo 24 luglio sono attese le offerte vincolanti dei fondi di investimento interessati a investire nella media company della Lega di Serie A in cui dovrebbero confluire i diritti tv per i prossimi 10 anni. 

    Dal Pino ha invitato 7 fondi, Cvc, Wanda, Bain Capital, Advent, General Atlantic, Tpg e Apollo, ai quali chiede obblighi stringenti.  Tra questi c'è la partecipazione azionaria di minoranza che dovrà essere ceduta alla Lega Serie A entro il limite massimo del 15% capitale. L'ingresso di un fondo nel capitale della newco pone il problema della titolarità dei diritti ufficialmente in capo non alla Lega, ma ai club di Serie A che variano ogni anno per via delle promozioni/retrocessioni. Dall'altro alcuni presidenti sarebbero restii a perdere il controllo sulla media company e sui relativi ricavi. Ecco perchè, secondo Milano Finanza, tutti i fondi si starebbero orientando verso il finanziamento esterno di una società (o di un canale) che resterebbe controllato al 100% dalla Lega. 

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