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  • Sette arbitri italiani provano a fare causa a un giornalista. E perdono

    Sette arbitri italiani provano a fare causa a un giornalista. E perdono

    • Pippo Russo
      Pippo Russo
    Sette arbitri contro un giornalista. Sembra il canovaccio di un racconto trash e invece si tratta di una storia vera. Una vicenda di cui si sono dovuti occupare i tribunali, ma passata sottotraccia perché relegata a livello locale.

    Si è conclusa la scorsa settimana con l'archiviazione decisa per la seconda volta dal Tribunale di Crotone. Che ha rigettato il ricorso contro l'archiviazione del procedimento per diffamazione intentato nei confronti di Bruno Palermo, giornalista locale e collaboratore di testate nazionali (fra le quali Sky Sport). A promuovere la querela contro Palermo sono stati sette arbitri: Gianluca Aureliano, Francesco Forneau, Davide Ghersini, Livio Marinelli, Marco Piccinini, Alessandro Prontera e Antonio Rapuano. Tutti quanti rappresentati da un solo legale, l'avvocato Fabio Chiarini del foro di Bologna. Praticamente una class action.

    Il motivo della tentata azione legale è un articolo scritto da Bruno Palermo e pubblicato dal sito Crotonenews durante la stagiona calcistica 2018-19. In quella stagione il Crotone era tornato in Serie B, senza avere visto riconosciute le proprie ragioni nella vicenda delle plusvalenze incrociate realizzate dal Chievo. Chi avesse ragione in quella vicenda, è stato dimostrato negli anni a seguire. Ma questo è un altro discorso.

    Tornando alla stagione agonistica 2018-19, la squadra calabrese incontra difficoltà nel cammino e ciò avviene anche a causa di decisioni arbitrali controverse. E proprio queste decisioni sono oggetto dell'articolo scritto da Palermo. Quali siano i contenuti e i toni dell'articolo non è dato sapere, poiché esso non è più disponibile online. Sta di fatto che i sette fischietti se ne ritengono diffamati e, circostanza inedita, decidono di promuovere un'azione giudiziaria unificata contro il giornalista. Unificata e insistita, come si scopre ricapitolandone l'iter.

    Il primo passaggio si ha con le indagini preliminari, che vedono lo stesso pubblico ministero Alessandro Rho chiedere l'archiviazione del procedimento.

    A questo decisione gli arbitri presentano opposizione, ma ancora una volta i loro auspici vengono bocciati dalla decisione della gip del Tribunale di Crotone, Romina Rizzo. Che non trova nell'articolo di Bruno Palermo elementi di diffamazione e a marzo 2021 dispone l'archiviazione.

    Ma gli arbitri ancora non si rassegnano e si appellano a una questione procedurale (la violazione del contraddittorio) per tenere vivo il procedimento. Contestano il fatto che la gip non abbia preso in considerazione la comunicazione di impedimento, da parte del legale dei sette arbitri, a partecipare all'udienza del 2020. Il ricorso giunge in Cassazione e la suprema corte si dichiara non competente, rimandando gli atti al Tribunale di Crotone. Dove al giudice Alfonso Scibona tocca convocare un'udienza camerale lo scorso 16 novembre 2022.

    In quell'occasione l'avvocato di Palermo, Aldo Truncé, chiede che il ricorso non sia semplicemente rigettato, ma dichiarato inammissibile. Esattamente ciò che il Tribunale ha deciso nei giorni scorsi, mettendo la parola fine alla vicenda. A meno che i sette arbitri non vogliano portarla in Sala VAR.

    @pippoevai

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