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  • Shevchenko: 'Il Milan la squadra della mia vita. Istanbul? Quando vedo la parata di Dudek butto il telefono'

    Shevchenko: 'Il Milan la squadra della mia vita. Istanbul? Quando vedo la parata di Dudek butto il telefono'

    Andry Shevchenko, commissario tecnico dell'Ucraina, ex attaccante del Milan, parla in diretta Instagram con Bobo Vieri: "Quarantena? Alla fine della giornata arrivo stanchissimo. Devo inventare qualcosa per i miei figli (ha 4 maschi, ndr) per tenerli buoni, facciamo un po’ di allenamenti sul campo da tennis. Ucraina? Bel lavoro, è stata un’esperienza incredibile, soprattutto la partita col Portogallo, decisiva, in casa nostra, vincerla è stata un’emozione incredibile. Tutto staff italiano, a parte un paio di ragazzi ucraini, abbiamo fatto una grandissima qualificazione, al di là dei risultati abbiamo creato un grande gioco, una bella atmosfera.

    SULL’EUROPEO - “Europeo sospeso? Per noi c’è un po’ di tempo per riflettere, fare analisi del lavoro svolto, e per lavorare ancora di più insieme. Siamo riusciti a trasmettere una mentalità vincente, al di là delle idee tattiche: credere di poter giocare alla pari con le grandi squadre, con i grandi campioni. Sono stati bravi a credere, ad avere pazienza, credendo in un gioco collettivo, intelligente, fatto di combinazioni”. 

    SUL RAPPORTO CON VIERI - “Tu sei stato carino a venire a Kiev, sei sempre benvenuto a qualsiasi partita. E’ sempre stato divertente giocare con te, sai quanto volevo farlo”. 

    SUL CALCIO - “Non mi è passata subito, sai? Io ho smesso e ho provato a fare qualcosa di diverso, ho preso tutti i patentini e poi ho allenato. Ho giocato tanto con gli ex compagni, amichevoli, è stato un passaggio tranquillo. Ho partecipato agli allenamenti coi ragazzi, lo faccio anche adesso. Non tutti gli allenamenti, però cerco di trovare un po’ di tempo per divertirmi coi miei giocatori”. 

    SUL CHELSEA - “Sai io non guardo in quello che ho fatto in passato. Gli uomini veri non guardano mai indietro, sempre avanti. Anche se è stata difficile, è stata un’esperienza per me per trovare me stesso. Non tutte le cose vanno sempre bene, ma ne sono uscito più forte da questa esperienza. Ho cercato un cambiamento nella vita. Il Milan è sempre nel mio cuore, è la squadra più importante della mia vita. Lì sono stati i miei anni migliori. In Ucraina, poi, ho trovato altre motivazioni, tornando con la Dinamo, finendo bene, ci tenevo a giocare. Poi ho preso i miei rischi, a 36 anni andare a giocare un Europeo, c’è tanta pressione. Ma ho fatto una scelta giusta, tutte esperienze bellissime. Ho finito la mia carriera ad alto livello”. 

    SUI COMPAGNI - “La mia fortuna è stata quella di giocare con grandi compagni. Te, Pippo, Crespo, Bierhoff, Tomasson, Leonardo, Kakà… Riky un grande”. 

    SU ISTANBUL - “Un paio di mesi fa, la Uefa ha messo la parata di Dudek su Instagram. Io ancora oggi non riesco a guardarla, giro, butto il telefono, non ce la faccio. Conosci un campione che nella vita non ha trovato una delusione? Questo è il bello nello sport. Siamo umani, arrivano momenti difficili ma se sei forte ti rialzi, trovi altro. Per questo siamo vivi. La Champions due anni dopo? Vinta, ma senza di me (ride, ndr)”. 

    SU CRESPO - “Grande calciatore, classe pazzesca, capiva i movimenti degli altri. Il partner ideale, si adattava a chi lo affiancava. Anche con te (Vieri, ndr), ha fatto grandi cose, grande coppia”. 

    LA SERIE A DEL PASSATO - “La nostra era? Tanti campioni, tanti calciatori importanti, 5/6 per squadra, 7 club che potevano vincere il campionato, dalla Lazio al Parma, la Fiorentina, le 7 sorelle”. 

    SU RONALDO - “Il Fenomeno era fortissimo, quanto era forte… Una cosa pazzesca”. 

    SU KAKA’ - “Dal primo allenamento l’ho visto e mi sono detto ‘è impossibile’. Era perfetto in ogni cosa che faceva, tempi, inserimenti, palle bellissimo. Non si è dovuto adattare, è partito subito fortissimo all’inizio”. 

    SUL PALLONE D’ORO - “Vinto nel 2004/05, grande soddisfazione. Era l’anno perfetto, perché anche con l’Ucraina le cose stavano andando bene, non solo con il Milan. Il Milan mi aiutava tantissimo, giocavamo un calcio pazzesco, la società migliore del mondo, poi sono riuscito a fare bene anche con l’Ucraina, e questo mi aiutato molto”.

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