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  • Sicuri di volere questo calcio o sarebbe stato meglio staccare la spina?

    Sicuri di volere questo calcio o sarebbe stato meglio staccare la spina?

    • Franco Recanatesi
    Siamo un po’ tutti nel pallone (quello metaforico) e aspettavamo il pallone (quello reale) per toglierci di dosso un po’ di magone, ma la riattivazione di questa sorta di sospirata ricreazione ha del kafkiano! Parma, ore 12,20: si gioca. Parma, ore 12,25: non si gioca. Parma, ore 13,10. Si gioca. Parma, ore 13,45: via! 

    Il giocattolo ci è stato restituito quando ormai sembrava definitivamente perduto, ma ciascuno di noi calciofili tenuti per quasi un’ora a bagnomaria si è chiesto come mai il dubbio è piombato sul campionato a cinque minuti dall’inizio della prima partita della prima domenica antivirus e che cosa sia successo in quella lunga attesa. Notizie, zero, sullo schermo di Dazn un pallone immobile a centrocampo (“immagine concessa dalla Federazione”!). Prima ci avevano informato che l’arbitro Pairetto era stato fermato da una telefonata mentre si apprestava ad andare in campo: il ministro Spadafora si chiede e chiede alla Figc se sia il caso di giocare. Adesso, con le squadre già sulle scalette? Ok, la situazione del Paese è grave, gravissima, però…

    Va beh, alla fine si gioca. A Parma, zona rossa. Da dove non si entra e non si esce se non per “motivi validi”. Il pullman della Spal aveva ovviamente motivi validissimi per passare la cintura E anche quello del Verona a Genova e quelli del Genoa a Milano e dell’Inter a Torino. Il calcio è zona franca, basta attenersi alle 21 regole dettate dalla Federazione e ai decreti ministeriali. Già…Ma vedo giocatori in panchina spalla a spalla, fare crocchio anche  dove i sedili sono a scala. E nei tunnel che portano al campo si affollano come in un vagone della metropolitana. 

    Però bambini per mano niente, strette di mano niente, saluti alla terna arbitrale solo con piccoli gesti, abbracci men che mai. Prima. Ma poi? Abbracci a non finire per i goleador, persino qualche bacetto. Alla faccia dei decreti. Ma i calciatori che c’entrano, loro possono. Noi comuni mortali siamo rintanati in casa con una paura fottuta (sproporzionata al rischio, vabbè, ma che c’entra) e ci spizziamo il calcio in poltrona come drogati in astinenza. Una volta che ci ridanno la dose rimaniamo un po’ incerti, delusi no ma appagati neanche. La partita senza pubblico è come un pesce bollito senza maionese, come una messa senza fedeli dove il prete parla ai banchi di legno. Meglio di niente, certo, ma certamente peggio di prima. 

    Per loro, i giocatori in campo, sembra invece che non sia cambiato niente. Ma loro che c’entrano. Giocano, protestano, esultano, simulano, le danno e le prendono come prima. Oddio, credo che neanche a loro piaccia esibirsi senza pubblico, come se Robbie Williams tenesse un concerto nel Sahara. Ma sotto sotto, qualche problemino lo accusano se è vero che il fattore campo ha vacillato e che le squadre di coda hanno trovato la forza di superare quelle più in alto. Va beh, c’è di peggio. C’è l’Italia divisa fra infetti reali e infetti virtuali, c’è la Lombardia blindata, c’è Milano in fuga, treni presi d’assalto e code ai caselli, c’è mezzo Paese attanagliato dal panico e incalzato dai divieti: niente chiese, cinema, teatri, discoteche, Niente briscole né giornali al bar (Montichiari di Brescia), niente slanci d’affetto. Coronare un sogno – come si usa dire - non si può, perché anche i matrimoni sono sospesi e poi quel verbo meglio evitarlo. Meglio anche non morire per via dello stop ai funerali.

    E allora? Calcio? Sì, ma sembra tutto tirato per i capelli. Che tristezza la marcia dell’Aida suonata al vento, le due squadre schierate davanti ai fantasmi, lo scambio di gagliardetti con la paura che non siano sterilizzati. E se avesse ragione Damiano Tommasi e dei seguaci dello stop? Se le perplessità del governo, ancorché tardive, fossero giustificate? Alla fine della prima giornata del calcio antivirus, la domanda sorge spontanea: siamo sicuri di volere questo calcio oppure sarebbe meglio staccare la spina aspettando tempi migliori?

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