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  • Cantore a CM: 'Mi piaceva Milito, ora ammiro Immobile. Europeo? Un sogno. Porte più piccole? Provocazioni...'

    Cantore a CM: 'Mi piaceva Milito, ora ammiro Immobile. Europeo? Un sogno. Porte più piccole? Provocazioni...'

    • Miriana Cardinale
    L’Europeo? Un sogno, ma ogni cosa ha il suo tempo”. Sofia Cantore attaccante 22 anni, questa stagione in forza al Sassuolo ma di proprietà della Juventus, parla a calciomercato.com. Due Scudetti ed una Coppa Italia vinte in due stagioni con le bianconere, 19 le presenze collezionate. Successivamente i prestiti ad Hellas Verona Women, Florentia San Gimignano ed ora Sassuolo. In questa stagione in nove giornate di Serie A cinque marcature. 

    Sofia, un inizio di stagione formidabile, questo Sassuolo é l’anti-Juve?
    “Non ci aspettavamo neanche noi questo inizio. Il mister ha detto che il nostro obiettivo era la salvezza. È chiaro che dopo sei vittorie consecutive una squadra inizi a sognare in grande, guardando la classifica quando vedi che sei lì e puoi starci. Non so se siamo l’anti-Juve ma lo scopriremo partita dopo partita. Le bianconere sono sicuramente la squadra da battere, noi faremo del nostro meglio.” 
     
    Cosa l’ha spinta a scegliere questo progetto?
    “Mi hanno colpita da subito: l’anno scorso verso fine stagione avevano iniziato a parlarmene. Puntano molto sulle giovani, sono una sorta di piccola società tra le grandi. C’è tutto, puntano sul percorso a lungo termine e a far crescere le giovani nel migliore dei modi. Una cosa che mi ha colpito da subito è che hanno un atteggiamento che non molla mai, noi la chiamiamo “garra”. Non mollare mai niente, non perdersi. È una caratteristica molto importante per una squadra giovane.”
     
    L’anno scorso otto reti messe a segno in campionato, ora sono già a cinque, qual é il suo obiettivo per questa stagione?
    Sono partita senza obiettivi. Certo è importante segnare, ma fissandosi diventa più complesso. Volevo giocare bene per la squadra, per la società e mettermi a disposizione anche in un ruolo diverso rispetto all’anno scorso. Credo che la squadra giri bene e quando succede così i gol dell’attaccante sono più facili. Sono contenta delle reti messe a segno fino ad adesso. Non voglio pormi obiettivi ma chiaramente mi piacerebbe arrivare in doppia cifra. Contro il Pomigliano non ero contenta della mia prestazione, per esempio, non si può sempre giocare al massimo. Dalla tribuna c’era l’allenatore dei portieri che mi spronava e alla fine le cose belle arrivano quando proprio non ci pensi e agisci di istinto.”
     
    Da piccola giocava con i maschi, pensa che questo le sia servito successivamente?
    Aiuta molto. Ho giocato con loro fino a tredici anni, anche loro a quel età crescono fisicamente e io credo che questo mi abbia aiutato tanto. Riuscire ad essere più cattiva nei contrasti e farsi sempre rispettare. Questo mi ha permesso di crescere tanto, anche quando sono arrivata nel femminile.”
     
    Voi giocatrici avete sempre vissuto il calcio come una passione, quando ha iniziato a vederlo come il suo lavoro?
    “Ero un po’ piccola, però a diciassette anni quando sono arrivata alla Juve ero in un ambiente dove si respira il professionismo. Forse ero ancora piccola e inconsapevole per capirlo al massimo che fosse il mio lavoro. Andando in prestito e chiaramente crescendo mi sono resa conto che il calcio è a tutti gli effetti il mio lavoro. Dal Mondiale ho capito che potesse diventare qualcosa di grande. Ho sempre cercato di mettere tutta me stessa nel calcio. Ovviamente cerco anche una sorta di piano B e infatti studio Scienze della Comunicazione all’Università.”
     
    Inizialmente giocava come esterna d’attacco, l’anno scorso ha fatto anche la punta centrale, in quale ruolo si trova meglio?
    “Da piccolina giocavo esterno, in Nazionale Under 17. In Under 19 con Enrico Sbardella mi ha schierata punta centrale, mi ha vista in quel ruolo e mi ha fatto capire che potessi farlo. Preferisco giocare come punta centrale ma in un attacco a due, come gioco adesso con Lana Clelland e come ho giocato l’anno scorso le ultime partite con Martinovic. Mi trovo bene con giocatrici diverse da me: cerco sempre di attaccare la profondità e mi trovo bene affiancata a giocatrici che preferiscono palla sui piedi. Così ho più spazio e posso puntare tutto sulla velocità.”
     
    Al rientro dalla sosta ci sarà una sfida che potrebbe essere decisiva per la stagione, quella contro la Juventus, come vivi lei la sfida contro le bianconere? 
    “Per noi era importante perché in questo momento della stagione non siamo riuscite ad esprimerci al meglio anche se abbiamo vinto e siamo a meno tre. Ci giocheremo il tutto per tutto perché è una partita importante. Chiaramente niente è deciso perché c’è ancora il girone di ritorno davanti. Dovremo essere concentrate per tutto il campionato sicuramente. Le sfide contro al Juventus sono sempre emozionanti, non sono mai riuscita a segnare ma mi farebbe piacere giocare bene.”
     
    A giugno verrà diramata la lista delle ragazze che partiranno per l’Europeo in Inghilterra, possiamo definirlo un sogno per lei? Che emozione sarebbe entrare in quella lista?
    “Per ora è un bellissimo sogno. Sono consapevole del fatto che sarà difficile essere tra le 23 convocate, lavorerò e farò di tutto per cercare di realizzarlo. Mi piace pensare giorno per giorno, lavoro per crescere tranquillamente, se poi arriverà sarò felice e sarà bellissimo. Credo sempre che ogni cosa abbia il suo tempo.”
     
    Ci sono molti pensieri sul calcio femminile come “ci vorrebbero le porte più piccole” o il campo più stretto. Cosa ne pensa? 
    “Ad oggi vista la crescita che c’è stata, i miglioramenti che si vedono anno dopo anno, le persone stanno capendo che si può puntare sul calcio femminile. Credo non serva più parlare o rispondere a queste provocazioni. Come movimento stiamo dimostrando che possiamo fare bene. Adesso anche visti i risultati soprattutto della Juve in Champions stiamo dimostrando di poter fare bene in Europa contro squadre che hanno raggiunto il professionismo da anni. Facendo passare il tempo non ci saranno più persone che parleranno di porte più piccole, palloni più leggeri, campi più stretti e discorsi di questo genere. Stiamo dimostrando con i fatti che con più investimenti possiamo fare tutte di più e crescere tutte quante.”
     
    Nel calcio maschile tifa per qualche squadra? Ha qualche idolo o si rivede per caratteristiche in qualche giocatore? 
    “Fin da piccola sono interista perché mio papà è nerazzurro. Ai tempi mi piaceva molto Milito, ora che faccio la punta centrale guardo spesso i movimenti di Immobile perché ad attaccare la profondità è molto bravo.”
     
    A Sassuolo in spogliatoio avete due giocatrici giapponesi, ha imparato qualcosa della loro cultura in questi mesi? Quante differenze ha notato? 
    “Abbiamo due giocatrici giapponesi che sono Mana Mihashi e Nanoka Iriguchi, ci parlo poco perché Mana non parla inglese, Nano leggermente di più. Entrambe sono speciali, credo che la loro cultura le abbia rese così umili. Ad esempio Nano in allenamento a volte capita sbagli io ma si scusa lei. Spero che si trovino bene con noi entrambe a livello umano anche perché a noi loro trasmettono tanto. Una particolarità che ho notato è che Mana ha un elettrodomestico apposta per cuocere il riso e renderlo simile a quello del sushi, da noi questo non esiste.”
     
    In questa stagione il vostro allenatore è Piovani, che tipo di allenatore è? Racconterebbe qualche aneddoto su di lui? 
    “Piovani è un allenatore con grande carisma, anche l’atteggiamento alla squadra è lui che lo trasmette. È un ex giocatore ma è molto bravo come allenatore. La sua caratteristica principale è la bravura nel tenere coeso il gruppo, ti capisce e ci puoi parlare molto tranquillamente. In più è un tramite tra noi giocatrici e lo staff. Siamo tutti uniti verso un obiettivo comune grazie a lui, si lavora con grande armonia. Ha anche grandi competenze tecniche chiaramente. Essendo stato attaccante ci fa lavorare molto sui movimenti e cura molto i dettagli. Prima di ogni allenamento ci sono le sfide a calcio-tennis e giocano anche lui e il secondo allenatore. Qua è proprio un culto quasi, il mister ci tiene sempre a vincere, fa anche le rovesciate (ride ndr). Quando si gioca lui entra molto nella partita e spesso si arrabbia perché è in tensione. Ci sarebbe un altro aneddoto ma non posso raccontarlo, resta in spogliatoio (ride ndr).”
     

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