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  • Spinazzola: 'Dopo il derby volevano cacciarci tutti. Serve equilibrio. E con la Juve buttati punti'

    Spinazzola: 'Dopo il derby volevano cacciarci tutti. Serve equilibrio. E con la Juve buttati punti'

    Spinazzola. sfiderà la Juve, che rappresenta il suo passato. E ancora “soffre” per il match dell’andata: “Di sicuro la partita che abbiamo buttato di più. Ecco le sue dichiarazioni rilasciate ai canali del club giallorosso.



    Il primo match è stato contro il Verona, che sul campo è finito 0-0 e dove all’84’ hai sfiorato un euro gol: che inizio di campionato è stato?
    Alla prima partita abbiamo già mostrato le nostre potenzialità. Il Verona può cambiare anche tutti gli uomini, ma a prescindere da chi viene schierato è sempre in grado di giocare con un sistema preciso, che valorizza in ogni caso gli interpreti. Chiunque entra fa bene, anche i nuovi arrivati. Ti fanno giocare male e le partite con loro sono come quelle contro l’Atalanta: diverse da tutte le altre. Nonostante tutto, quella fu una sfida nella quale potevamo segnare due o tre gol, a prescindere dalla mia traversa.

    Poi c’è stata la sfida contro la Juventus, finita 2-2: come te la ricordi?
    Come la partita che abbiamo buttato di più in tutto il girone di andata.

    Addirittura?
    Sì. Avevamo i tre punti in pugno. Avevamo il controllo della partita, ci siamo mangiati due o tre gol. Potevamo chiuderla e non l’abbiamo fatto. Il colpo di testa di Ronaldo è arrivato a difesa schierata. Quella è una partita che mi ha lasciato tanti rimpianti.

    Con Udinese-Roma e Roma-Benevento sono arrivate le prime due vittorie: sono state le partite della consapevolezza dei vostri mezzi?
    No, perché noi siamo consapevoli da giugno, lo sappiamo che possiamo far bene. Più vinci e più acquisti autostima e le prime due vittorie sono state senza dubbio importanti. Contro l’Udinese fu una partita tostissima, ma lì ci ha pensato Pedro, con un gran gol, si è presentato così in squadra. I grandi giocatori come lui servono anche a questo. Il Benevento è invece un’avversaria molto difficile da affrontare, una squadra con valori di gruppo, ha identità, gioca sempre allo stesso modo, a prescindere da chi affronta, e spesso lo fa bene, un po’ come lo Spezia. Una volta le neo promosse non avevano queste caratteristiche, loro sì.

    Contro il Milan è arrivato un pareggio per 3-3, con il gol di Kumbulla a pochi minuti dal termine: è stata più una delusione o siete usciti soddisfatti per come è andata?
    Quello è stato un buon punto. È stata una partita a episodi, giocata alla pari, ma comunque è un punto guadagnato. Non come la Juve, dove ne abbiamo persi due.

    Niente da fare, Roma-Juve non ti è andata proprio giù…
    Sì, quella e il Sassuolo.

    Proseguiamo in ordine: con Genoa e Parma sono arrivate buone prestazioni, poi la sconfitta per 4-0 contro il Napoli: risultato bugiardo o partita giocata male?
    Quella è stata una partita che nei primi quindici minuti abbiamo giocato bene, facevamo girare la palla, ma il Napoli è molto stretto, è difficile giocare contro di loro. Si è schierato due linee da quattro, Petagna andava sempre sul regista. È difficile affrontare una squadra che si chiude così e all’epoca, se non sbaglio, avevano la miglior difesa. Hanno fatto un gol su punizione e siamo andati all’intervallo in svantaggio di un gol. Poi ci sono stati una serie di episodi, ma noi dobbiamo essere bravi a non farli accadere. È lì che dobbiamo crescere, bisogna tenerla in piedi la partita e se te la giochi essendo sotto solo 1-0 fino a dieci minuti dalla fine puoi sempre fare un gran gol o chiudere una bella azione. Questo aspetto lo dobbiamo migliorare.



    Dopo una buona vittoria contro il Torino, siete arrivati a Bergamo chiudendo il primo tempo in vantaggio, con un tuo palo a sfiorare il gol del 2-0…

    Quello è un gol mangiato.

    Intendi che dovevi evitare il tocco sotto?
    No, dovevo fare il tocco sotto ma dovevo indirizzarla meglio. Me lo sono mangiato.

    Ok. Nel secondo tempo cosa è successo, però?
    Succede che giocare contro l’Atalanta è difficile. Io ci sono stato due anni lì e nell’ultima mezz’ora ci mangiavamo tutti. Ed è ancora così. Nel primo tempo siamo stati corti e bravi a fraseggiare tra le linee, cosa difficile contro di loro. Nella ripresa, però, hanno ingranato la marcia e hanno iniziato a giocare. Con le sostituzioni di Ilicic e Muriel, poi, hanno cambiato la partita. Anche in quel caso, dovevamo restare in gara. Subisci l’uno a uno? Devi restare lì, anche essere brutto per qualche minuto e non allungarti. Come ho già detto, è un difetto da migliorare.

    Dopo aver chiuso l’anno bene con il Cagliari ed avere aperto il 2021 altrettanto bene con due vittorie, contro Samp e Crotone, c’è stata Roma-Inter, una partita a due facce finita 2-2. In quel caso c’è da cogliere l’aspetto positivo perché siete riusciti a rialzarvi e a non commettere lo stesso errore di Bergamo?
    È diverso, perché l’Atalanta non si ferma, loro invece dopo il 2-1 si sono abbassati. Ci hanno fatto giocare, hanno iniziato a correre a vuoto. E siamo riusciti a creare qualcosa. L’Atalanta pressa uomo a uomo. Sono partite e squadre diverse.

    Brucia ancora la sconfitta del Derby?
    Certo.

    Che partita è stata?
    Il calcio è fatto di episodi, ma devi essere bravo a girarli a tuo favore. Se vai sotto 2-0 dopo venti minuti diventa difficile. Perché loro sono fortissimi in quello, si sono messi là, tutti dietro la linea, raddoppiavano sempre, perdevamo palla e ripartivano. In quel caso ti ammazzano, perché perdi energie mentali e fisiche, pensi di non riuscire a passarli, non vedi giocate possibili e contemporaneamente devi farti sessanta metri di corsa per difendere contro calciatori di gamba bravi a ripartire. È nato tutto da due episodi, è vero, ma il calcio è fatto così.

    Il match di campionato contro lo Spezia è arrivato dopo la scottante eliminazione in Coppa Italia: quell’abbraccio di gruppo che c’è stato all’ultimo è la fotografia che simboleggia la vostra unione?
    Noi siamo quelli, siamo un gruppo così, unito. Le sconfitte capitano, anche se nessuno le vorrebbe, nemmeno in amichevole, e noi siamo i primi a essere arrabbiati. Ma una cosa è certa: abbiamo consapevolezza della nostra forza e questo è un aspetto importante, perché significa che c’è equilibrio nella testa di ciascuno di noi. Soprattutto qua a Roma è importante. Dopo il Derby eravamo terzi e qualcuno iniziava a dire che bisognava cacciare via tutti. Siamo i primi a essere arrabbiati, vogliamo vincere ogni partita, soprattutto il Derby, nessuno di noi vuole perdere, ma siamo terzi.

     

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