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  • Stati Uniti sulle spine per il possibile arresto di Donald Trump

    Stati Uniti sulle spine per il possibile arresto di Donald Trump

    • Fernando Giordano
      Fernando Giordano
    Gli Stati Uniti si trovano per la prima volta nella loro storia a dover affrontare una questione molto delicata: il possibile arresto di colui che fino al 20 gennaio 2021 è stato presidente della nazione. Donald Trump è stato accusato per un pagamento di oltre 130mila dollari in cambio del silenzio della pornostar Stormy Daniels. L’attrice è la donna in grado di far cadere a livello mediatico Trump, rendendolo il primo presidente incriminato della storia americana. Era il 2006 quando la donna ha incontrato il tycoon, il quale all’epoca era già un gigante del settore immobiliare e una star del piccolo schermo. La loro relazione è durata solo pochi mesi e, dieci anni più tardi, la pornostar ha cercato di vendere la propria storia ai giornali, senza successo. In seguito ad alcune rivelazioni scomode di Trump sulla sua visione del sesso e di come egli toccasse le donne, il tycoon ha proposto 130 mila dollari in cambio del silenzio dell’attrice. Adesso l’America continua a dividersi e rimanere col fiato sospeso per il possibile arresto dell’ex presidente, che, tra l’altro, potrebbe avvenire proprio oggi. La procura di Manhattan nel frattempo non ha ancora notificato all’ex presidente se ha intenzione di incriminarlo per l’ormai famoso pagamento. Secondo le fonti c'è anche la possibilità che il procuratore Alvin Bragg decida di non procedere. Uno o più testimoni saranno sentiti alle ore 19.00 italiane dal grand jury, poi inizieranno le deliberazioni. Trump potrebbe in ogni caso presentarsi alla procura di New York la settimana prossima. 

    Le città si blindano, con polizia e telecamere davanti il tribunale a causa del timore di proteste sostenuto dalle numerose minacce presenti in rete. Trump nel frattempo aveva già preannunciato tramite differenti canali mediatici che sarebbe finito in manette tra il 21 e il 22 marzo, sollecitando i suoi approvatori a manifestare per “riprendersi il Paese”, come già fece il 6 gennaio 2021, quando istigò a marciare sul Capitol per bloccare la certificazione della Vittoria alle elezioni del suo rivale Biden. Nonostante tutto questo clamore, i tempi di arresto rimango ancora molto incerti e l’ex presidente non si mostra per nulla preoccupato della faccenda, anzi, secondo il New York Times, il tycoon vorrebbe sfruttare i media per dimostrare che non ha intenzione di fuggire via per vergogna.

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