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  • Talk Juve. Beccantini a CM: 'Gli scudetti sono 28, ma quando contiamo quelli di Ibra...'

    Talk Juve. Beccantini a CM: 'Gli scudetti sono 28, ma quando contiamo quelli di Ibra...'

    • Gianluca Minchiotti

    Roberto Beccantini, già ospite della rubrica Talk Juve a dicembre, torna a parlare ai microfoni di Calciomercato.com. Il grande Beck, ex capo dello sport, inviato ed editorialista della Stampa, ex giurato italiano per il Pallone d'Oro, ora blogger su Beck is Back e prezioso collaboratore della Gazzetta della Sport, parla della scudetto della Juventus: Conte, Pirlo, Del Piero, Krasic... e il mercato che verrà.
     

    Via il dente, via il dolore: partiamo subito dall'argomento terza stella. Su beckisback.it l'incipit del post del 7 maggio è: "Il ventottesimo scudetto della Juventus, primo del dopo Calciopoli...". Quindi sono 28 e non 30, come sostiene la Juventus?

    "Dura lex sed lex: sono ventotto perché due sono stati cancellati dalla giustizia sportiva. Il tifoso juventino ha ragione nell’accusare i giornalisti - quorun ego - di fare confusione 'sul campo': in effetti, quando ci (e mi) fa comodo, scriviamo (la Gazzetta dello Sport, per esempio) o diciamo (Sky, per esempio) che Zlatan Ibrahimovic ha vinto otto campionati consecutivi, calcolando anche quelli di Calciopoli, gol juventini inclusi. In materia di riferimenti tecnici e statistici, 'valgono' anche quei titoli, ma a livello legale - sino a revisione contraria - la conta si ferma a ventotto. Più due revocati".
     
    Lo scudetto lo ha vinto la Juventus o, come ha detto Silvio Berlusconi, lo ha perso il Milan?
    "Il Milan era il grande favorito. Brava la Juventus a occupare i posti di Inter e Napoli e a sfruttare fino all’ultimo gli infortuni e il logorìo dei campioni uscenti".
     
    Miglior difesa del campionato, nessuna sconfitta in 37 partite, implacabile negli scontri diretti con tutte le rivali storiche (a differenza del Milan, grande con le piccole e piccolo con le grandi). Sono tanti gli aspetti positivi della Juve 2011-12. Cosa l'ha impressionata di più?
    "Il gioco. Non solo muscoli, ritmo, pressing: anche, e soprattutto, un gioco di respiro europeo. Tanto la media del campionato è stata modesta, quanto alto è stato il livello della Juventus".
     
    Il grande protagonista è stato sicuramente Antonio Conte...
    "Fuori di ogni dubbio. Altro che integralista. Un orafo, un artigiano: ha preso la materia e l’ha intarsiata, levigata, mescolata, dal 4-2-4 al 4-2-3-1, dal 4-3-3 al 3-5-2. E al di là dei numeri, il timone sempre orientato verso le esigenze della squadra, le caratteristiche dei singoli e la modernità della manovra. Un’impresa. Non ci avrei scommesso un centesimo".
     
    Fra i giocatori, quali sono in tre nomi che salgono sul podio dei migliori?
    "Andrea Pirlo su tutti. Ha indebolito il concetto di Milan e cementato l’idea di Juventus. Da Felipe Melo a Pirlo, da Pirlo a Mark Van Bommel: ecco la chiave di molto, se non proprio di tutto. Dopo Pirlo, Claudio Marchisio e Andrea Barzagli. Mi deve, però, credere: faccio fatica a fermarmi a tre. E’ stato il successo dell’orchestra e del coro contro quel grandissimo tenore che rimane, come documenta il titolo di capo-cannoniere, Ibrahimovic".
     
    C'è qualcuno invece che l'ha delusa?
    "Milos Krasic. La scorsa stagione aveva disputato un girone d’andata esaltante. Il suo dribbling, le sue folate, mi avevano emozionato. Riecco l’ala, avevo pensato. Conte gli ha offerto più di una chance: tutte sciupate. Non è semplicemente calato: è scomparso".
     
    Del Piero è al passo d'addio con la maglia della Juventus. Nella sua classifica dei più grandi juventini di tutti i tempi, che posizione occupa Alex?
    "Giampiero Boniperti, Alessandro Del Piero, Michel Platini. E’ un podio che considera non solo il talento, ma anche il carisma e gli anni di servizio".
     
    Questa Juve ora può aprire un ciclo vincente?
    "Calma e sangue freddo. Non vorrei che fosse stata una stagione irripetibile. Certo, con lo stadio, la società si è portata avanti nel lavoro. E poi torneranno i milioni della Champions. Urgono, e qui mi rivolgo ad Andrea Agnelli e Giuseppe Marotta, mercati di qualità. Non si può più sbagliare, visto il rosso del bilancio".
     
    Chiudiamo col mercato. Premesso che questo scudetto riabilita anche il mercato 2011 di Beppe Marotta, al quale veniva rimproverato di non aver acquistato il famigerato 'top player', la prossima campagna acquisti non potrà prescindere dall'acquisto di (almeno) un grande giocatore. Fra i nomi che circolano, qual è quello che la stuzzica di più?
    "In giro, oggi, ci sono tre fuoriclasse: Leo Messi, Cristiano Ronaldo, Wayne Rooney. 'Incedibilissimi', ça va sans dire. E allora: se potessi, prenderei Karim Benzema. Segna, fa segnare e si fa un mazzo tanto. A naso, l’ideale per i "pick and roll" di Conte. In caso contrario, perché non Edinson Cavani? Ha 25 anni, conosce il campionato come le sue tashce, realizza una caterva di gol, può fare la prima e la seconda punta. Appunto: perché non un tipo così?".


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