Tommasi si è preso Verona con il fair play e senza urlare

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E’ ufficiale. Damiano Tommasi è il nuovo sindaco di Verona. Un evento clamoroso se si considera che la città scaligera, negli ultimi anni, era sempre stata una roccaforte che pareva inattaccabile e inviolabile nelle mani delle forze politiche delle destre e della Lega. Un dato ancora più significativo se si tiene conto che, stando a quanto sostengono i sondaggi, a votare per l’ex centrocampista dell’Hellas e della Roma sono stati i giovani insieme a quelle forze sociali delle periferie e ei quartieri ai quali in particolare il candidati delle sinistre si era rivolto nel corso della sua campagna.Qualcuno sosterrà che il successo di Tommasi è stato soprattutto il frutto del harakiri al quale si è sottoposto la destra con la divisione netta tra Sboarina e Tosi, ma sostenere questa tesi sarebbe perlomeno ingeneroso oltrechè niente veritiero. Tommasi, in buona sostanza, si è imposto perché ha saputo proporre un programma dettagliato e fruibile dalla gente e soprattutto perché lo ha fatto senza provare la necessità di urlare o di denigrare l’avversario. Mai una sola parola, infatti, è uscita dalla sua bocca per proporsi “contro” ma soltanto a favore delle proprie idee e dei suoi ideali. La gente lo ha capito e premiato.
Idee e ideali che peraltro, sono gli stessi che hanno caratterizzato la prima parte della sua vita professionale come giocatore e poi come presidente del sindacato dei calciatori. Fair play, eleganza, rispetto dell’avversario, ricerca della giustizia e della vittoria senza ricorrere a trucchi o ad artifici. La lezione che fa capo a quella appresa da Tommasi dalla sua stella polare ideologica ovvero don Milani e l’intero movimento cattolico progressista della scuola di Barbiana. Questo per zittire coloro i quali lo accusano di essere un “feroce comunista”. Tommasi è soltanto una persona gentile e per bene che sa come lavorare tra la gente della quale lui fa parte. E Verona deve essere orgogliosa di avere un sindaco come lui. Anche i terribili ultra neri del Bentegodi.
Grazie Andreas, effettivamente in pochi siamo in grado di articolare dei testi sensati, avvalendosi magari di una prosa gradevole. Non dico che sia sbagliata un'altra proposta per Verona che verrà attuata in questo mandato consiliare...dico solo che dietro Tommasi ci sono giovani ragazzi, persino intelligenti, che si muoveranno come elefanti in una cristalleria perché le segreterie nazionali dei movimenti da cui provengono li "fomenteranno"...Verona bisogna amarla senza volersi ergere a riformatore supremo. Dovranno accontentarsi di avvicinarci maggiormente a un certo ideale di Europa. Il multiculturalismo non andrà mai bene per Verona...non siamo una città portuale come Livorno o Genova e non siamo nemmeno una metropoli sfaccettata. Qui funziona l'integrazione tipica della Francia di De Gaulle, non il multiculturalismo londinese che ha trasformato la capitale britannica in una novella babele. Spero che non pensino di snaturare una città con un'anima profonda come quella di Verona, che è stata città di frontiera di fatto per 1800 anni, perché non ci riusciranno e creeranno solo un malumore palpabile. Abbiamo sempre integrato tutti, ma con i nostri tempi e alle nostre condizioni. Spero che tu capisca il mio pragmatismo. Saluti
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