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  • Mazzarri: 'Mercato? Darò indicazioni. Inter? Con Moratti ero secondo, poi...'

    Mazzarri: 'Mercato? Darò indicazioni. Inter? Con Moratti ero secondo, poi...'

    • Andrea Piva
    In casa Torino oggi è il giorno della presentazione del nuovo allenatore, Walter Mazzarri. Il tecnico toscano è stato chiamato a sostituire Sinisa Mihajlovic, esonerato dopo la sconfitta nel derby di Coppa Italia.

    Mazzarri ha esordito parlando delle sue prime impressioni al Torino. "Si è creato subito un gran feeling con il presidente, ma anche con Petrachi e Comi. Per me è importante vedere che con le persone si parla la stessa lingua. Ieri, anche se sono un allenatore navigato, ho provato una grande emozione entrando al Filadelfia, in questo momento sono carico, ma anche un pizzico emozionato. Io penso che questo sia l'ambiente ideale per me, lo percepivo già quando venivo a giocare contro il Torino. A me non piace molto parlare, mi piace lavorare e fare i fatti, però penso che qua potrò fare bene. Per questo sono carico. Io sono un allenatore a cui piacerebbe partire da giugno con una squadra, i giocatori li ho visti un po' frastornati ieri. Ma è normale, sarebbe stato grave il contrario. Ai giocatori ho detto "So che eravate legati al vostro allenatore, vuol dire che siete ragazzi per bene". Se i giocatori si legano ad un allenatore vuol dire che c'è la base per fare bene". 

    Mazzarri ha poi parlato del suo modo di lavorare. "Per me un allenatore è come un artista, ognuno ha il suo canovaccio. Mi piace dare il mio sistema di gioco alla squadra. Il calcio non è una scienza esatta ma ha bisogno della scienza e delle conoscenze, è chiaro che nel calcio c'è anche l'imprevisto che non puoi controllare. Ma se tutti noi, a partire dalla vita privata, diamo il massimo allora potremmo fare bene. Tutti mi devono aiutare. Fino a stasera e domani mattina cercherò di dare tutti i miei input ai ragazzi, ma prima devo capire quali ragazzi mi danno più garanzie per giocare domani alle 12.30. In base a queste indicazioni metterò la migliore formazione possibile in campo. Ai ragazzi ho detto che intanto devono pensare positivo e mi piacerebbe che domani tutto il pubblico pensi positivo e sugli spalti ci diano un mano in campo. Mi piacerebbe che questi tifosi fossero un corpo unico con noi".

    Ancora sul suo modo di allenare. "Io credo che nella mia carriera si è sempre vista la mia impronta in campo. L'importante è che i giocatori riescano a capire il tuo stile. In panchina una volta ero considerato un agitato, questo perché cerco di dare tutti gli stimoli possibili ai miei ragazzi per vincere le partite".

    Di mercato Mazzarri ha invece preferito non parlare. "Ognuno ha il suo compito in società, io sono l'allenatore, il modulo lo cucirò addosso. Per quanto riguarda il mercato quindi, io darò indicazioni alla società, ma se ho accettato questo progetto e perché penso che qui ci sia un gruppo di giocatori forti".

    Poi su Niang, giocatore che ha già allenato. "Niang l'ho allenato al Watford, è fondamentalmente un bravo ragazzo. Deve capire che è arrivato il momento di dare tutto, anche in allenamento. Io cercherò di aiutarlo in questo, ma dovrà anche impegnarsi lui perché le occasioni non sono infinite".

    Mazzarri ha parlato anche della Nazionale. "Se mi aspettavo la chiamata della Nazionale? No, mi ha fatto piacere essere chiamato dal Torino. In questo momento dell mia carriera per me è stato bello essere stato chiamato dal presidente Cairo qua, credo che questa potesse essere la soluzione migliore per me".

    Mazzarri ha poi parlato anche delle sue ultime esperienze al Watford e all'Inter. "Penso che allenare in Inghilterra ti dia l'opportunità per poter trovare panchina in diversi posti all'estero, ma io avevo voglia di tornare in Italia. All'Inter finché c'era il presidente Moratti eravamo secondi in classifica. La società è importante per un allenatore, è fondamentale avere una società importante alle spalle. Dal momento in cui un presidente importantissimo a campionato in corso, dopo tanti anni vende la società, succedono tutta una serie di cose e un allenatore più di tanto non può fare. Questo lo dico anche per elogiare il periodo in cui sono stato all'Inter, è stata una bellissima esperienza e tanti che non avevano capito certe situazioni si sono poi ricreduti".

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