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  • Toromania: la partita che può saldare un conto vecchio di otto anni

    Toromania: la partita che può saldare un conto vecchio di otto anni

    • Andrea Piva

    Un caldo pomeriggio primaverile, uno stadio pieno, tante speranze ma una sola alternativa per restare in serie A: vincere. È il 24 maggio 2009, un Torino a pezzi ma riassemblato quasi miracolosamente da Camolese in un mese e mezzo è in piena lotta per la salvezza; è quartultimo in classifica con un solo punto di vantaggio sul Bologna e quella domenica affronta, tra le mura amiche, un Genoa già certo della qualificazione all'Europa League e con una tenue speranza di qualificarsi alla Champions League (la Fiorentina, quarta, ha cinque punti di vantaggio e gli scontri diretti a favore). 


    In casa Toro non ci si aspetta regali da parte del Genoa, ma in campo sorprende la voglia di vincere messa dai rossoblù. Secondo alcuni rumors Preziosi avrebbe incentivato i suoi giocatori ad un successo per fare uno sgarbo ai dirigenti granata, a causa di una discussione avuta in settimana con il ds Foschi per il riscatto del cartellino di Gasbarroni. Milito segna su rigore ma, poco dopo, Franceschini pareggia. Olivera riporta avanti il Genoa, Bianchi fa il 2-2 con uno splendido pallonetto. Ventola sfiora solamente il 3-2, Milito lo realizza sfruttando al meglio l'assist di Juric. È l'89': quel gol del Principe manda, di fatto, il Torino in serie B (il Bologna sta infatti pareggiando contro il Chievo, ha gli scontri diretti a favore e all'ultima giornata affronta in casa un Catania già salvo e senza più ambizioni), dal settore ospiti esplode un boato che i tifosi granata non si aspettano. In quel momento lo storico gemellaggio tra le due tifoserie si frantuma: in Maratona e in Primavera nessuno immaginava tale gioia da parte di una tifosera gemellata per una rete di fatto poco utile al Genoa (nello stesso istante Jorgensen segnava il gol che dava la matematica qualificazione in Champions alla Fiorentina) ma così dannosa per il Torino. Sugli spalti la tensione sale, con insulti scanditi da una tifoseria e l'altra, in campo nel frattempo accade di tutto: Abate falcia da dietro Juric e viene giustamente espulso, Thiago Motta provoca la panchina granata e a fine partita ne nasce una furibonda rissa in campo con protagonisti i giocatori delle due squadre.

    A distanza di nove anni la grande maggioranza dei tifosi granata non ha dimenticato quel gol di Milito e quell'irrefrenabile esultanza dei sostenitori rossoblù. Ora il desiderio è uno: prendersi la rivincita. Lo spettro della retrocessione questa volta aleggia sul Genoa, alla penultima giornata c'è di nuovo la sfida con il Torino e, nei novanta minuti conclusivi del campionato (proprio come la squadra di Camolese nel 2009) Simeone e compagni incontreranno la Roma all'Olimpico. Tutto, o quasi, come otto anni fa. Il calcio, così come la vita, spesso è una ruota che gira.


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