Totti e Ronaldo, miti a confronto
Francesco Totti è una bandiera. Giocatore meraviglioso, uomo semplice, nella vita ha fatto scelte diverse da quelle di Ronaldo. Molto poeticamente ha scelto di rimanere fedele al suo primo amore, sempre e comunque. Ha rifiutato offerte clamorose, non ha ascoltato sirene seducenti e non vuol sentire parlare di eroismo, le sue rinunce son state dolorose ma di un dolore lieve, nulla rispetto a quanto ha ricevuto dalla sua città, nulla rispetto alla voglia con cui ha indossato quella maglia e la fascia da capitano. I detrattori di Totti, numerosissimi di questi tempi, fanno un po’ tenerezza. Lo consigliano, lo rimbrottano, ci tengono a fargli sapere che avrebbe dovuto smettere prima. Poi li guardi in faccia, uno a uno, e ti accorgi che son tutti diversi da lui. Gente che ha smesso presto perché non aveva più bisogno di denaro e la voglia se n’era andata da tempo, gente che ha vestito 20 maglie in 10 anni, gente che lo ha sempre detestato e non ha mai capito la semplicità dell’uomo, il suo rifiuto del divismo, quella timidezza sempre combattuta e mai vinta. Totti si è caricato sulle spalle la squadra e lo stadio, ha vinto quel che ha vinto a testa alta e ha sempre perso mettendoci la faccia, anche quando altri ben più responsabili e coinvolti fuggivano a gambe levate. È stato comodo usarlo e attribuirgli le colpe di uno spogliatoio spesso nervoso, di sconfitte umilianti e impossibili, di momenti di crisi. Lui c’è sempre stato. Quello che succede in questi giorni è surreale e bruttissimo, perché non è la morte sportiva del calciatore a essere in questione, ma il concetto stesso di gratitudine. Per quello che ha dato, per tutte le volte che è stato lasciato solo e non ha scartato davanti all’ostacolo, per l’amore che ha messo in ogni scatto, in tutti i gol, in ogni benedetta domenica della sua carriera Totti merita di uscire di scena in un altro modo. Chiediamo al nostro calcio di migliorare, bene, questa è una delle occasioni per dimostrare che è possibile. Kobe Bryant sta giocando l’ultima stagione di una carriera fantastica, averlo visto entrare in campo ragazzino e vederlo uscire ora applaudito in tutti i palazzetti americani mette i brividi. Totti è stato un avversario fiero, a volte leale e a volte insopportabile e capriccioso, proprio come Kobe, proprio come tutti i grandi nemici della storia dello sport. I tifosi della Roma lo amano, ieri lo hanno dimostrato una volta di più, lo amano ricambiati. Il sospetto è che non siano solo loro ad amarlo. Caro Francesco Totti, dovesse mai succedere di nuovo, dovessero arrivare altre scellerate tribune, fai così: sali sul treno, sul pullman o sull’aereo e vieni lo stesso a raccogliere il tributo meritato, meritatissimo. L’abbraccio di tutto il calcio, quello che molto poco dignitosamente ti viene negato dalla società, e non dai tifosi sia chiaro, cui hai dato tutto. Perché così fanno le bandiere. Ti aspettiamo #applausipertotti.