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Caro Leo Turrini, ma cosa ha combinato il muretto Ferrari in Ungheria?
“Passiamo alla prossima domanda”.

Ma dai.
“Vabbè, è stata una commedia degli errori! La squadra è andata nel pallone e Binotto sembrava il Lippi ct ma in Sud Africa nel 2010, mica in Germania nel 2006“.

Come è possibile?
“Dal mio punto di vista è evidente che la squadra Ferrari, intendo come gestione della corsa, non è pronta per lottare per il titolo”.

L’avevi già detto.
“Sì ma è una magra consolazione. Siccome stiamo parlando di professionisti e non di dilettanti, mi viene da pensare che non reggano la pressione. Quando ho visto che montavano la gomma bianca al povero Leclerc, mi era venuta voglia di chiamare l’ambulanza!”

E come se ne esce?
“Eh, ci sono certo situazioni da correggere. Io ai ribaltoni a Maranello non ci credo più, ma questo di Budapest è stato uno scempio. Però voglio aggiungere una cosa”.

Prego.
“Con le basse temperature come in Ungheria questa Rossa va piano e non da oggi. Per capirci, Sainz se non altro era sulla stessa strategia gomme di Hamilton, ma alla fine la Mercedes era nettamente più veloce dello spagnolo. E non per demerito del pilota”.
Possiamo a questo punto dire che il mondiale è finito?
“Non vedo come Verstappen possa perderlo. Ha vinto pur facendo un testacoda. E partiva dalla quinta fila. Sì, Game over”.

Meglio pensare alla serie A…
“Sì e con il calendario compresso causa mondiale in Qatar anche il calcio di fine estate diventerà importante, molto”.

Confermi che per te la Juve è in pole?
“Confermo, anche se la perdita temporanea di Pogba è una brutta botta per Arrivabene. Comunque, una cosa è sicura”.

Sentiamo.
“Beh, la lotta per la vittoria in serie A dovrebbe essere più incerta di quella della campagna elettorale…”

di Daniela Bertoni