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  • Tutti i segreti tattici del super Napoli di Spalletti: ecco perché è imbattibile

    Tutti i segreti tattici del super Napoli di Spalletti: ecco perché è imbattibile

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    Imbattibile? Sulla base di quanto si è visto finora in campionato sembra proprio di sì. Non si trova un difetto al super Napoli di Spalletti. Il tecnico di Certaldo è approdato finalmente dove voleva approdare. Ora è sereno, e può fare calcio, il suo calcio. Ricordo bene i complimenti che indirizzava ai partenopei nei postpartita con l’Inter. Ne apprezzava la qualità, oserei dire ne invidiava la qualità. Il palleggio sfacciato. Solo che Spalletti non è arrivato a Napoli per mettersi a sedere e guardare la bravura dei suoi giocatori, il lavoro dei suoi predecessori. Quella era solo la base. Bisognava metterci dentro ancora un bel po’ di cose perché tutto iniziasse a funzionare, e funzionare davvero. Anzitutto, serviva una vertebra fondamentale alla colonna della squadra, qualcuno che legasse la fisicità di Koulibaly a quella di Osimhen. Un centrocampista diverso, che però non contraddicesse con la sua differenza la vocazione al palleggio del Napoli. Qualcosa di più del Bakayoko di Gattuso. Un nome orrifico: Anguissa. Un camerunense retrocesso col Fulham, ma imponente e con lo sguardo ricco di competenze europee (oltre alla Premier, nei suoi occhi c’è la Ligue 1 con l’OM e la Liga col Villarreal). Nell’ultima partita di campionato del Napoli, quella contro il Cagliari, Anguissa ha giocato 109 palloni, più di Fabian Ruiz (98), e toccato il 97% di passaggi riusciti. Capite bene che non si sta parlando solo di un interditore. È dunque da questo fascio di corrente continua (Koulibaly-Anguissa-Osimhen), da questa scarica elettrica, che la squadra di Spalletti riceve energia. Al punto che lo stesso Fabian Ruiz, fino all’altro ieri così bravo e incompiuto e incostante e talvolta compassato, sembra aver trovato finalmente il suo contesto, la sua dimensione, la sua precisa lunghezza d’onda.      

    OSIMHEN E LA PROFONDITÀ SCHIETTA- A quanto scritto sopra si aggiunga la ricerca della profondità schietta, altrettanto tipica di Spalletti. Le sue squadre necessitano di almeno un velocista puro là davanti. Pensate a Salah nella Roma. Con tutto il rispetto per gli scatti di Insigne, di Politano e di Lozano, nel Napoli la novità è che questa funzione la ricopre direttamente il centravanti Osimhen. Sicché se gli gira il pallone giusto, la squadra di Spalletti può anche ripartire così, come al Ferraris nel primo tempo.

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    Sul lancio di Insigne è stata impressionante l’accelerazione di Osimhen che ha bruciato Yoshida. Attenti tutti a pressare il Napoli coi centrali oltre la metà campo.

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    Questa banalissima ripartenza serva da monito perenne alle avversarie del Napoli.

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    ALTRI ‘AL DI LÀ’- Ma questo è un Napoli che sa vedere anche altri al di là della linea. A diverse altezze di campo, e arrivandoci da molti punti. Poiché la gestione della palla è ragionata e la tecnica diffusa, in qualsiasi momento possono partire attacchi alla profondità, su un lato o sull’altro o per vie centrali. Cambiano gli interpreti, non i principi. L’importante è palleggiare osservando il comportamento della linea avversaria. Caso esemplare questo di Udine, con il braccetto Becao portato fuori dalla mezzala-trequarti Elmas, e il quinto Molina inadeguato sul ‘pase aéreo’ di Mario Rui per Insigne. 

    Tutti i segreti tattici del super Napoli di Spalletti: ecco perché è imbattibile

    A un’ altra altezza di campo e sulla verticale opposta si è sviluppata l’azione del primo gol di Osimhen contro il Cagliari. Stavolta gli attori sono Zielinski e Anguissa, le due mezzali del 4-3-3 del Napoli. Apro una piccola parentesi sul sistema di gioco: sì, è tendenzialmente un 4-3-3, con Fabian vertice basso e Anguissa che si muove sul centrodestra, alzandosi o scendendo al fianco dello spagnolo a impostare. L’altra mezzala o la fa Elmas (vedi sopra) o Zielinski (vedi sotto). C’è un po’ un giochino da parte di quest’ultima, che è la più offensiva delle due; in base al suo posizionamento la squadra può assumere anche l’aspetto di un 4-2-3-1. Così non è raro assistere a inserimenti in diagonale di questo genere.

    Tutti i segreti tattici del super Napoli di Spalletti: ecco perché è imbattibile

    Sul pallone giocato dal Rrahmani ad Anguissa, il polacco si butta (alle spalle del centrocampista Strootman) nel varco tra terzino e centrale opposti alla sua posizione teorica di partenza (che sarebbe il centrosinistra). Notate che mentre viene offerta la profondità da Zielinski, c’è un Politano che viene dentro e si propone ad Anguissa per una giocatina corta. È la doppia minaccia caratteristica del Napoli.

    Tutti i segreti tattici del super Napoli di Spalletti: ecco perché è imbattibile

    I CLUSTER DI SPALLETTI - Infatti la squadra di Spalletti non disconosce l’eredità del gioco di posizione iniziato da Sarri e reinterpretato da Ancelotti e Gattuso rispettivamente con minore e maggiore fedeltà. Anzi, saper giocare corto tra le linee è fondamentale, complementare. Contro la Juve il tecnico di Certaldo l’ha vinta inserendo Ounas, perché insoddisfatto del lavoro di Elmas tra le linee nel primo tempo. Il macedone agiva sul centrosinistra e non riusciva a istallarsi a modo nei punti fastidiosi della zona di rifinitura. Ounas al contrario galleggiava nello spazio di mezzo sul centrodestra, un vero grattacapo per Rabiot, Locatelli e Chiellini. È bastata questa sfumatura colta tempestivamente da Spalletti per aprire una crepa seria nel muro di Allegri.

    Tutti i segreti tattici del super Napoli di Spalletti: ecco perché è imbattibile

    Ma questi cluster, veri e propri ‘grappoli’ di giocatori, li abbiamo visti funzionare anche a Leicester. Ricordate lo splendido fraseggio che ha portato al gol di Osimhen? 

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