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  • Udinesemania: la Filosofia va interpretata

    Udinesemania: la Filosofia va interpretata

    • Enrico Casagrande
    Diciamocelo, era ora. Dopo tanto, dopo troppo. Le ultime stagioni asfittiche in termini di risultati lo erano anche per quanto riguarda la filosofia. Di gioco. Dall'illusione di Stramaccioni alla monotonia di Colantuono, dal realismo esasperato di De Canio al pragmatismo esasperato di Iachini, dal conservatorismo di Delneri fino al Grande Sogno diventato poi Incubo di Oddo. Quattro anni di deprimente letargo tecnico-tattico che han prodotto quel che sappiamo. Non è questione di modulo, purtroppo. Dico purtroppo perché altrimenti sarebbe abbastanza semplice trovare la soluzione migliore. E' piuttosto una questione di Mentalità e di Filosofia di calcio. Ovvero di come si vede il gioco del calcio e di come applicarlo ai giocatori a disposizione.

    Velàzquez, che della serie A è ancora apprendista, porta se non altro un approccio nuovo. Come detto, non è solo una questione di numeri, utili più che altro ai giocatori come riferimento, bensì del modo con cui applicarli. Il 4-2-3-1, largamente usato in Spagna, Francia, Inghilterra e Germania, giusto per rimanere nell'èlite del calcio europeo, come tutti i sistemi va interpretato. E di interpretazioni differenti ce n'è ampia e documentata letteratura. Dal contropiede 'alto' del Borussia di Klopp al possesso assonnato del Siviglia di Emery, dal brioso e leggero fraseggio dell'Arsenal di Wenger agli strappi e sfruttamento delle seconde palle del calcio di Spalletti. Interpretazioni differenti del medesimo schieramento. I giocatori con la loro unicità, rendono differente il rendimento, questo è indubbio. Ma è proprio l'allenatore a trasmettere l'approccio, la mentalità e quindi l'Interpretazione.

    Velàzquez da queste prime uscite stagionali sembra voler dare una Doppia Interpretazione. Possesso alternato a ripartenze. Gestione alternata a pressione. Due facce della stessa medaglia. Palleggio per sfruttare la tecnica dei trequartisti a disposizione mixata all'attenzione nel coprire gli spazi e sfruttarli quando è più opportuno, per valorizzare le doti di giocatori come Lasagna.

    Il timore di un allenatore propenso a cercare primo lo spettacolo del risultato ci sta, a questo punto della stagione. Il calcio spagnolo, per ritmi, marcature, tasso tecnico medio, fisicità ed agonismo differisce non poco dal nostro, questo è innegabile. Ci vuole l'interpretazione, quindi. Adattare una filosofia ad un'altra filosofia. Tremendamente complesso, tremendamente affascinante.

    La scelta della società però sembra chiara, ossia svoltare prima di andare a sbattere. Contro cosa? La mediocrità dell'accontentarsi del ciò che si è, dello speculare su ciò che si ha. Zaccheroni, Spalletti, Guidolin hanno segnato un ventennio. E' un fatto, non un'opinione. Come? Interpretando. La qualità dei loro singoli valorizzata al massimo, senza perdere di vista l'obbiettivo. Da inseguire e conseguire. Qualità e quantità. Gestione e pressione. Essere ed Avere.

    #BelGiocoMaNonTroppo

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