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  • Un anno di pandemia: il recovery plan del calcio

    Un anno di pandemia: il recovery plan del calcio

    E' passato più di un anno dall'inizio della pandemia Covid-19, che ha cambiato drasticamente il mondo e ha stravolto anche quello del pallone. Due stagioni sportive inevitabilmente compromesse, con la chiusura degli impianti al pubblico che ha proiettato il calcio verso una crisi economica senza precedenti. E allora scatta il recovery plan. Proprio questo è stato l'argomento della prima puntata del 'Social Football Café', seconda stagione del del format organizzato da Social Media Soccer, dopo la prima edizione cominciata proprio ad aprile durante il periodo di lockdown, e parte del 'Road to SFS21', percorso di avvicinamento al Social Football Summit.

    Uno dei problemi più grandi riguarda la mancanza di liquidità da parte delle società, che porta a ritardi nei pagamenti degli stipendi e ad altre problematiche annesse. Ed è stato un dei principali temi di dibattito dei tre ospiti della prima puntata: partecipato il vicepresidente vicario di Lega Pro Marcel Vulpis, il senior partner di Calcio e Finanza Andrea Di Biase e Francesca Iannibelli di BIP.





    Come arginare l'emorragia economica? Con l'intervento del governo, certo, ma non basta: "Il governo ha messo a disposizione i prestiti garantiti ai quali hanno fatto richiesta pochi club di serie A che
    hanno scelto di finanziarsi in maniere differenti. Quando finirà questa stagione servirà nuova cassa per
    finanziare la prossima. Se non ci si muove come organismo unico, ci saranno grandi rischi", ha spiegato Di Biase di Calcio e Finanza.

    Proprio muoversi in maniera unitaria, però, risulta complicato per il movimento calcistico italiano, soprattutto ai più alti livelli come dimostrato dalle spaccature su grandi progetti come Superlega e fondi di private equity dopo una parziale acquisizione della media company creata da Lega Serie A: "“Il miliardo e 7 della media company avrebbe tamponato le esigenze di un anno dei club ma anche lì le società non sono state unite ma divise. Prima di riprogettare il modello di business, devono essere risolte le falle create dalla crisi. Purtroppo, ognuno lo vuole fare guardando ai propri interessi nel breve termine", commenta Di Biase.

    Diritti ma non solo, gran parte delle perdite deriva soprattutto dai mancati ricavi da stadio e sponsorizzazioni, questo soprattutto in Lega Pro dove si percepiscono valori minori nella vendita dei diritti audiovisivi. "Per noi è centrale la riapertura degli stadi quanto prima. Biglietteria e sponsorizzazioni devono tornare ad essere le voci principali dei nostri club", ha evidenziato Vulpis. Che ha poi spiegato la situazione della Lega Pro relativamente al recovery plan e agli aiuti da parte delle istituzioni: "Stiamo chiedendo da due decreti una linea di rimborso per le spese obbligatorie che hanno avuto i club ad esempio con i tamponi, una linea da circa 10 milioni di euro. Sempre sul tema della liquidità è stato attivato il fondo sostegno calcio partito fa FIGC e che ha coinvolto Lega B e Lega Pro con mutui di liquidità fino a 500.000 euro per quest’ultima lega. Poi c’è stato il credito di imposta sulle sponsorizzazioni nel 2020 e forse anche nel 2021, che rappresenta una possibile entrata di 90 milioni di euro. Per questo dico che gli interventi ci sono stati".

    Prossima puntata del Social Football Café mercoledì 12 maggio dalle 14:30 alle 15: Women in Football Leadership con grande spazio al movimento del calcio femminile insieme a Rebecca Corsi - Vicepresidente Empoli FC e Presidente Empoli Ladies, Francesca Buttara di Lega Pro ed Emanuela Perinetti di Sport Dots.

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