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  • Un cappuccino con Sconcerti: Zhang, vincere e poi ridiscutere gli ingaggi non è accettabile. Anche per gli avversari

    Un cappuccino con Sconcerti: Zhang, vincere e poi ridiscutere gli ingaggi non è accettabile. Anche per gli avversari

    • Mario Sconcerti
      Mario Sconcerti
    Quella dell’Inter è diventata ormai una situazione sgradevole. Per la gente interista che subito dopo uno scudetto inseguito a lungo deve fare i conti con un argomento gridato, quasi volgare; e perla pesantezza intrinseca della situazione societaria. L’informazione è quotidiana, ma non corretta, si mescola la situazione dell’esercizio con quella del debito globale. Il piano del non pagamento degli stipendi serve ad abbassare il costo della gestione, ma non tocca la profondità del debito. Per quello deve esserci un vero piano di risanamento. Non servirebbero nemmeno le cessioni di un paio di titolari. Rientrerebbero ancora nel ridimensionamento dei costi stagionali.

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    E’ una questione non chiara e gestita con affanno, come tutte le questioni finanziarie che diventano serie. Zhang dovrebbe a capire che deve spiegazioni a tutti, non solo ai suoi giocatori. Il calcio è un’azienda collettiva, da soli non si gioca, quindi non si esiste. Partecipare alla gara senza pagare più della metà degli stipendi e trattarne il pagamento a vantaggio ottenuto non è un’abitudine accettabile. L’Inter non può renderne conto solo ai suoi giocatori, deve renderne conto anche ai suoi avversari perché l’azienda totale è unica. Chi indennizza quelli che hanno già pagato? O è già una Superlega in atto?

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