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  • Variante Omicron, quarantena obbligatoria e problema calendario: perché è giusto rinviare la coppa d’Africa

    Variante Omicron, quarantena obbligatoria e problema calendario: perché è giusto rinviare la coppa d’Africa

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Tra poco più di un mese, il 9 gennaio in Camerun, incomincerà la coppa d’Africa che si concluderà il 6 febbraio. O meglio, dovrebbe incominciare, perché l’ultima variante della pandemia, la temuta Omicron in arrivo dal Sudafrica, si sta già estendendo in tutta Europa. E se la tendenza è destinata ad aumentare ci chiediamo perché si debba disputare la coppa d’Africa. La nostra è una domanda ma al tempo stesso un auspicio che tiene conto dei rischi per la salute dei giocatori impegnati, e di riflesso delle complicazioni per le rispettive società di appartenenza. La trentatreesima edizione della Coppa d’Africa vedrà al via 24 nazionali nelle quali saranno presenti 25 giocatori della nostra serie A.

    Si è già parlato tanto delle molte assenze del Napoli che dovrà rinunciare a Koulibaly, Anguissa, Ounas, Ghoulam e Osimhen, ma anche il Milan in lotta per lo scudetto come la squadra di Spalletti perderà tre giocatori: Kessie, Bennacer e Ballo-Touré. Tra i 25 “italiani” convocati ci sono anche Duncan della Fiorentina, Diawara e la rivelazione Afena-Gyan della Roma, Tameze del Verona, Boga del Sassuolo, Barrow del Bologna e tre giocatori del Torino: Aina, Singo e Djidji. Il tutto mentre si giocheranno importanti gare del nostro campionato, a cominciare da Juventus-Napoli, Milan-Roma, fino al derby Inter-Milan. Rinviare la coppa d’Africa per motivi di sicurezza si trasformerebbe in un grande vantaggio a livello tecnico per molte società. Il discorso vale non soltanto per l’Italia, per cui non escludiamo che qualche altra federazione si muova per evitare che si disputi questa manifestazione. Nella migliore delle ipotesi, infatti, molti giocatori dovrebbero poi sottoporsi a quarantena al ritorno nei rispettivi Paesi, per cui non è nemmeno quantificabile la durata della loro effettiva assenza.

    Fermo restando il fatto che la salute di tutti è al di sopra di ogni discorso e di ogni speculazione, se davvero verrà rinviata questa edizione della coppa d’Africa, bisognerà poi chiedersi a maggior ragione perché in futuro si debbano condizionare i campionati di tutta Europa durante il loro pieno svolgimento. Visto che il prossimo mondiale si giocherà, per la prima volta, durante l’inverno europeo in un Paese come il Qatar dove comunque ci sarà il problema del caldo, perché non stabilire che le prossime edizioni la coppa d’Africa si disputino in contemporanea con l’Europeo, o al massimo anticipando di poco la data d’inizio? In questo modo nessun club sarebbe danneggiato e sicuramente si troverebbero sistemi per ridurre le temperature, anche se questo in fondo è un problema relativo.

    Ricordo per esperienza che durante il mondiale in Messico, nel 1986, molte partite incominciavano a mezzogiorno, ora locale, con un caldo feroce e infatti per la prima volta i giocatori ricevettero in campo sacchetti di plastica lanciati dalle panchine contenenti ghiaccio o acqua fredda. Nel calcio di oggi è stato inventato il “cooling break” per le gare estive e quindi basterebbe fare due soste per tempo, invece che una, per ridurre i disagi. Il tempo dirà, ma intanto vediamo se davvero si giocherà la coppa d’Africa. Gennaio è vicino e presto sapremo che cosa succederà. Con l’augurio da un lato che si giochi perché sarebbe una sconfitta per Omicron, ma dall’altro con la speranza che in futuro la coppa d’Africa non sia più un ostacolo per le squadre europee.

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