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  • Verona, Gomez è l'ex che non perdona

    Verona, Gomez è l'ex che non perdona

    È l'ex che non guarda in faccia nessuno ma che non può mai esultare. Due gol - uno all'andata e uno al ritorno - al Verona quando giocava in prestito al Gubbio l'anno scorso. E gol agli ex compagni di squadra ora che gioca nell'Hellas. Senza pietà. Ma anche senza gioia perché non può, non vuole, festeggiare le sue reti. E allora si vendica segnando, con qualche rammarico: non avere infilzato gli umbri anche all'andata. «Non ci sono riuscito», dice Gomez, «ma ce l'ho fatta questa volta e sono contento perché abbiamo vinto». E spiega: «Mi è venuto spontaneo non esultare perché ho giocato là un anno e mezzo, così come non avevo esultato quando segnai al Verona». Sulla partita ha le idee chiare: «Abbiamo giocato bene nel primo tempo e poi siamo calati nel secondo, ma non solo per demerito nostro, anche per merito loro che sono stati bravi e hanno ingranato. Per fortuna abbiamo tenuto il risultato fermo e alla fine siamo contenti perché è quello che conta». E fortunati: il palo di Briganti e la doppia parata di Rafael, su Lofquist da fuori area e Ragatzu da meno di due metri, hanno salvato l'Hellas da un Gubbio che nonostante la differenza punti in classifica alla fine forse meritava il pareggio. D'altra parte il Verona nelsecondo tempo ha subìto troppo. «Sì, abbiamo avuto qualche problemino e questo turno di riposo ci servirà, come a tutti gli altri, per metterci un po' a posto fisicamente e caricarci in vista delle prossime importantissime sfide». Gomez, l'ultima volta aveva segnato con il Modena, il 6 gennaio, anche se con l'Ascoli ci era andato vicino. «Su quella palla di testa», dice a proposito dell'incontro con i bianconeri, «avrei potuto fare meglio, però, anche in quel caso, la cosa importante è stato vincere e dare continuità a quella partita e a quel risultato». Perché alla fine, dice Gomez, il gol personale è importante, ma non fondamentale anche se Mandorlini dice che potrebbe fare meglio. «Tutti possiamo sempre fare meglio», risponde Gomez, «per riuscire a dare qualcosa in più a questa squadra e devo dire che non do troppa importanza alla questione dei gol perché i risultati comunque arrivano e alla fine, ripeto, questa è l'unica cosa che conta davvero. Poi se faccio l'assist, la squadra vince e io non segno cambia poco». Sarà, però nessuno dimentica i suoi 18 gol col Gubbio l'anno scorso, più i 15 di quello precedente, sempre con gli umbri, dove però giocò solo mezzo campionato. 33 gol e una dote ragguardevole sulla quale l'Hellas rimise subito le mani. Ma in quale posizione preferisce giocare Gomez? «Io cerco di fare quello che mi dice l'allenatore. Se dovessi scegliere io, direi che mi trovo bene sull'esterno. Poi, l'anno scorso, in un momento di emergenza, ho giocato anche davanti vicino alla porta e devo dire che mi piaciuto anche lì. Ora però per me è importante essere in campo e fare quello che chiede il mister». Anche se, ci tiene a precisare, «io comunque ho sempre fatto l'esterno e devo dire che non ho mai fatto tanti gol come l'anno scorso. Ne ho fatti 18 anche se 5 sono venuti su rigore e quindi non si può dire che sono un bomber di razza. Quest'anno ne ho fatti 5 ma spero di farne altri»

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