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  • Via Ibra e Thiago, class action dei tifosi! Galliani: 'Rimborseremo gli abbonati'

    Via Ibra e Thiago, class action dei tifosi! Galliani: 'Rimborseremo gli abbonati'

     

    Mancano solo due giorni al via della vendita libera per l'abbonamento alla stagione 2012-13. È il 2 luglio. Come per magia arriva l'annuncio atteso da tutti i tifosi rossoneri: Thiago Silva rinnova, fino al 2017. Due settimane e qualche migliaio di abbonamenti dopo, il centrale brasiliano fa le valigie, destinazione Parigi. Controvoglia, insieme con il compagno Zlatan Ibrahimovic. Diretta conseguenza: adesso, gli abbonati vogliono i danni. Contro la società di via Turati è pronta una class action , mentre la campagna abbonamenti finisce davanti all'Antitrust: «Pubblicità ingannevole».
     
    Tutto comincia a fine campionato. Il pokeristico slogan scelto dal marketing rossonero è «Milan is all in», tutto sul piatto. La réclame campeggia per tutta Milano, sulla Rete e tra le pagine dei giornali. Ci sono cinque giocatori, le divise nuove di zecca addosso, il colletto bianco, l'aria gladiatoria, lo stadio Meazza sullo sfondo: capitan Ambrosini con Nocerino e Boateng alla sua destra, e lo svedese e il brasiliano alla sua sinistra. Gli ultimi tra i top player rimasti in serie A. «All in», tutto dentro. E se poi, sorpresa, qualcuno nvece di entrare «esce»? E se la mano è persa? «Un'offerta come quella del Psg è irrinunciabile» allarga le braccia Silvio Berlusconi. Valide ragioni, bilanci alla mano. Non abbastanza per placare l'ira dei tifosi: quelli che si lasciano incantare dai manifesti e quelli che allo stadio ci vanno solo per vedere gli interpreti migliori, proprio come al cinema per ammirare i premi Oscar.
     
    Così, i più agguerriti si sono rivolti alle associazioni dei consumatori per intraprendere la class action. E molti altri s'informano sul se e sul come farsi rimborsare la carta prepagata dal romantico nome di Cuore rossonero. «È evidente - si fa portavoce del malcontento il presidente Codacons, Marco Maria Donzelli - che se un tifoso paga l'abbonamento allo stadio per vedere le stelle della sua squadra e queste vengono vendute ha tutto il diritto di farsi ridare i soldi».
     
    Ma quello che più scatena la rabbia dei tifosi milanisti, è il modus operandi societario: una politica degli annunci reputata ambigua, in particolar modo per la meticolosa puntualità rispetto alle scadenze: il 2 luglio arriva il rinnovo di Thiago Silva, proprio a ridosso dell'apertura degli abbonamenti prevista il 4; e durante i giorni di prelazione, invece (4-22 e 25-29 giugno), le dichiarazioni d'ottimismo si erano sprecate.
     
    Di per sé, basta l'immagine pubblicitaria - con i cinque gioielli diventati di colpo tre, o magari due, in attesa del destino di Boateng che le notizie di mercato vedono ancora incerto - per far additare la strategia come un escamotage per incassare i soldi delle tessere: «La vendita era già nei piani, si è atteso solo per batter cassa». Così parte anche l'esposto. «Affinché l'Antitrust accerti il carattere ingannevole del messaggio pubblicitario e perché venga pubblicata idonea rettifica del messaggio diffuso».
     
    Tuttavia, la class action - l'azione legale collettiva con effetti ultra partes - in Italia ha origine sportive tra l'aneddotico e il grottesco. Dai tifosi del Genoa che nel 2005 citarono la Federcalcio per i problemi di salute originati dalla retrocessione in C (ancora non esisteva lo strumento legale odierno) agli ultrà dell'Atalanta, uniti contro il loro ex beniamino Cristiano Doni dopo lo scandalo del calcioscommesse. Fino ai supporter del Foggia, che si fecero rimborsare abbonamenti per la sopravvenuta inagibilità dello stadio Zaccheria. All'estero, invece, il peso specifico dell'azione collettiva aumenta. Soprattutto oltre Oceano. Come nel caso del campione Nhl , Alexei Yashin, che scioperando contro la sua squadra, Ottawa (colpevole di pagarlo troppo poco), rischiò davvero di pagare di tasca sua gli abbonati dei Senators . Curiosa, invece, fu la pretesa dei tifosi inglesi del Leicester, per un rigore inesistente fischiato contro la loro squadra.
     
    L'esito dell'azione legale contro il Milan è incerto, dato che non esistono precedenti, neppure quando i tifosi dell'Inter videro sfumare in una notte la magica coppia Vieri-Ronaldo. Si preannunciano battaglie su clausole contrattuali e cavilli da Azzeccagarbugli. C'è chi sostiene esista un peccato originale e che gli abbonamenti dovrebbero partire soltanto a fine calciomercato. Troppo, forse. Ma illudere i tifosi con i «non si preoccupino», gli «atti di amore», e le promesse di fasce al braccio e numeri sulle spalle, magari, si potrebbero evitare. Per il rispetto di quel «Cuore» che era rossonero ben prima di diventare il nome di una carta prepagata.
     
     
    LA RISPOSTA DI GALLIANI - «Il Milan è disponibile fin da subito a rimborsare gli abbonamenti sottoscritti da chi non è soddisfatto della campagna acquisti condotta dalla società». Parola di Adriano Galliani, amministratore delegato rossonero, al Corriere della Sera dopo la reazione di alcuni tifosi disposti anche a una class action a seguito delle partenze di due punti chiave della squadra, Zlatan Ibrahimovic e Thiago Silva.
     
    L'ARRABBIATURA - I tifosi del Milan, più che per le cessioni, si erano indignati per l'atteggiamento di via Turati: la società ha infatti prima confermato il difensore brasiliano e l'attaccante svedese, poi ha impostato la campagna abbonamenti anche su questi due giocatori, e infine li ha ceduti al Paris Saint Germain.

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